septiembre 04, 2020

Venezuela, inganni e confusione (engaños y confusión)




Dopo 21 anni al potere, il chavismo ha raggiunto un grado di coesione interna sufficiente a concentrare le forze attorno alla leadership totalitarista che Hugo Chávez ha lasciato in eredità al suo autista e amico Nicolás Maduro. Il criminale al  guadagnato la lealtà delle forze armate, attraverso la sua incorporazione nella gestione del governo, e ha perfezionato i metodi di controllo socio-politico della popolazione, neutralizzando l'indipendenza delle istituzioni statali. Questi fattori hanno contribuito che il Chavismo nel  2019 inaugurasse un nuovo e controverso mandato, nonostante sia stato il motivo del disastro economico e umanitario del Venezuela, una crisi tra le più gravi della storia recente dell'America Latina.
L'iperinflazione è alle stelle, attualmente supera l’840%,  rende impossibile mantenere il trasporto urbano. Di conseguenza, circa il 90% della flotta del trasporto urbano, per lo più privata, è paralizzata. Sono proibitivi anche l'acquisto di mezzi di produzione e la riparazione di macchine agricole, tanto che la produzione alimentare nazionale è stata ridotta al punto da coprire solo il 15% della domanda, provocando una carenza di prodotti di base che supera l’80%. Con l’attuale mancanza di carburante, i prodotti non possono essere trasportati e marciscono mentre la gente muore di fame. Ma per la casta chavista ci ha pensato l’amico IRAN, installando supermercati di lusso, a prezzi proibitivi per i venezuelani “normali” in cui si accettano soltanto i dollari.
Nel tentativo di contrastare le devastazioni dell'iperinflazione e facilitare le transazioni economiche, a metà del 2018 il regime decise due misure: la riconversione del cono monetario e l'aumento del salario minimo, ma l'impatto di queste misure sul potere d'acquisto è stato terrificante al punto da essere necessari moltissimi salari minimi per coprire le spese mensili di base per il cibo di una famiglia. La prova che la popolazione è sull'orlo della sopravvivenza è l'esodo dei venezuelani. Secondo l'UNHCR, più di cinque milioni hanno lasciato il Paese tra il 2015 e il 2020.
La recessione economica è stata il catalizzatore della perdita del sostegno popolare al chavismo, raggruppato nella coalizione del Gran Polo Patriótico, di cui il PSUV è il partito di maggioranza. Nelle elezioni presidenziali del 2013, accelerate dalla morte di Chávez, nonostante i brogli e le intimidazioni, Maduro riuscì a malapena a vincere con un margine dell'1,49% Henrique Capriles, candidato dell'opposizione raggruppato nel Tavolo dell'Unità Democratica (MUD). Due anni dopo, la MUD (opposizione) vinse con il 65,27% dei voti la maggioranza all'Assemblea Nazionale (AN), il Congresso venezuelano a cui la costituzione chavista cambiò nome nel 1999. La vittoria di Maduro su Capriles fu un chiaro imbroglio elettorale e il popolo scese in strada con l’intenzione di recarsi al palazzo presidenziale, ma Capriles, vigliaccamente, accettò le proposte del regime e bloccò qualsiasi protesta. Non gli fu mai perdonato e, negli ultimi giorni, si è dimostrato essere un falso oppositore, a seguito del suo incontro con i vertici del regime turco. Buona parte dell’opposizione vicina a Guaidó, ha perso il consenso popolare per via degli incontri segreti con il regime e dei patti stipulati con il dittatore, fatto denunciato da molti, celato dietro articoli di giornalisti consenzienti.
(Tra i tanti fattori che contribuiscono al mantenimento di questi regimi, vi sono alcuni che, in un modo o nell’altro, si stanno applicando anche in Italia, grazie soprattutto al M5S).

Il Regime di Maduro non riuscì a nascondere i milioni di voti in favore della MUD.
La vittoria della MUD alle elezioni parlamentari del 2015 ha segnato la prima volta che il chavismo ha perso la maggioranza in Assemblea, nonostante il sistema di controllo socio-politico messo in atto da Chávez e rafforzato da Maduro. Tuttavia, con i restanti poteri pubblici significativamente infiltrati dal ramo esecutivo, divenne presto chiaro che la camera avrebbe avuto le mani legate. Il potere giudiziario è nelle mani del regime e lavora per Maduro. Cosa possiamo aspettarci?
La magistratura è stata uno strumento chiave del narco-regime per scavalcare il Parlamento. Prima di cedere il passo ai nuovi parlamentari, la maggioranza chavista uscente ha nominato, in sessioni straordinarie, 13 dei 32 magistrati che compongono la Corte Suprema di Giustizia (TSJ). Una volta insediata, la nuova assemblea di maggioranza dell'opposizione ha formato una commissione per indagare sulle presunte irregolarità in quelle nomine. Inoltre, ha proceduto a giurare in tre deputati che il TSJ ha accusato di frode elettorale. Da allora, il TSJ ha ripetutamente ostacolato o annullato le decisioni dell'Assemblea. Insomma, il vero scopo era quello di indebolire e annullare il Parlamento. (Cosa ci fa pensare questo se non il tentativo di rendere innocuo il Parlamento italiano attraverso il Referendum di Settembre in cui i cinquestelle sperano vinca il Sì? Ecco perché qualunque persona che analizzi a fondo questo referendum e che non si accontenti del populismo da quattro soldi, dovrebbe votare NO al taglio dei parlamentari. Le balle dei pentastellati somigliano molto a quelle usate dal Chavismo ai suoi albori).

Cos’accadde, poi, in Venezuela?
Nel marzo 2017 la Corte invalidò l'Assemblea legittimamente eletta ed assunse l'esercizio delle sue funzioni, facendo definitivamente sparire  la già diminuita separazione dei poteri. Il colpo finale alle istituzioni democratiche avvenne con la nomina dell'Assemblea Nazionale Costituente (di qualcosa di simile aveva parlato anche Di Battista per l’Italia, ricordate?) promossa da Maduro. Questo potere plenipotenziario, così come è stato definito dal suo presidente, è stato convocato nel maggio 2017 senza seguire le procedure previste dalla Costituzione, e i suoi membri sono stati eletti in un processo indicato come fraudolento anche da Smartmatic, la società responsabile della sua organizzazione.
Attualmente, l'Assemblea nazionale manca di potere reale. Si è consolidata la mancanza di indipendenza delle istituzioni che, secondo l'attuale Costituzione, devono essere vigilanti del potere esecutivo. L'ANCostituente ha de facto nominato Procuratore Generale della Repubblica Tarek William Saab, ex deputato del PSUV,  è uno dei più antichi collaboratori di Chávez. Inoltre di fatto sono stati nominati il ​​presidente della Banca Centrale e il Presidente della Corte dei conti. Il TSJ illegittimo è stato determinante nell'influenzare il presidente anche nel Consiglio elettorale nazionale, che garantisce la trasparenza dei processi elettorali. Due dei suoi cinque rettori furono nominati dalla Corte, usurpando le responsabilità dell'Assemblea.
Nonostante le condizioni avverse, sia economicamente che politicamente, la coalizione chavista è stata in grado di unificarsi attorno allo scopo vitale di controllare il potere, e Maduro, seguendo i consigli di Cuba, ha mostrato la leadership necessaria a tale scopo. Questa leadership non è da sottovalutare, vista la complessità della composizione di detta coalizione, composta da diversi partiti politici, movimenti sociali di varia natura e in cui le Forze Armate giocano un ruolo importante.
Maduro ha incluso nel PSUV il presidente dell'ANC (illegittima), Diosdado Cabello, uno dei compagni più fedeli di Chávez, su cui  pende un mandato di cattura degli Stati Uniti per narcotraffico internazionale. Inoltre, Maduro è stato efficace nell'avanzare un processo di "depurazione" nel partito.

Un aspetto chiave della coesione interna del chavismo è il sostegno del settore militare alla rivoluzione bolivariana. Questo fenomeno è spiegato dalle radici stesse del processo rivoluzionario, che si possono trovare nei due tentativi di colpo di stato militari condotti da Chávez e da un gruppo di ufficiali nel 1992. Lo stesso Chávez, dal suo primo mandato nel 1999, ha giustificato la leadership del settore militare sottolineando il carattere civico-militare della rivoluzione socialista. Nel caso venezuelano, il chavismo è riuscito a trasformare l'esercito nell'ala armata del processo rivoluzionario, contravvenendo alle disposizioni costituzionali che stabiliscono specificamente la natura apolitica dell'istituzione militare. (Cosa accadrebbe in Italia se restasse nelle mani di coloro, che non hanno mai fatto mistero del loro sostegno alla dittatura di Maduro?)
In questo campo è evidente il consiglio del regime cubano, modello paradigmatico in America Latina nell'uso dell'istituzione militare a fini politici. Questo modello ha come caratteristica particolare l'incorporazione del segmento militare nella gestione dello Stato, in particolare in aree strategiche e altamente redditizie, dove godono di autonomia amministrativa, senza alcun tipo di controllo o supervisione da parte delle autorità competenti in qualsiasi democrazia moderna. Nella dispotica amministrazione Maduro, questa tendenza si è approfondita al punto da incorporare i militari nella gestione di aree di business emergenti, come il caso dell'estrazione di oro e diamanti negli stati meridionali del paese, e nelle aree gestione strategica dello stato. Così, la presidenza della compagnia petrolifera statale (PDVSA) e i ministeri dell'Interno, dell'agricoltura, dell'edilizia abitativa e dell'alimentazione sono guidati dai militari.
Questa politica di incentivi all'acquisto di fedeltà è completata da un'altra di natura repressiva, volta a controllare il dissenso interno. Secondo l'organizzazione venezuelana per la giustizia, nel 2018 60 funzionari militari sono stati arrestati senza alcuna indagine preventiva nei loro confronti e senza aver seguito le procedure legali.

Dopo la sconfitta alle elezioni parlamentari del 2015, gli strateghi del chavismo erano consapevoli di aver perso la loro egemonia politica e che erano necessari cambiamenti nella loro strategia di controllo sociale per preservare la loro base di appoggio. Questa nuova strategia si basava sul miglioramento dei meccanismi di mecenatismo politico, come i programmi sociali per sovvenzionare i consumi e il Carnet de la Patria, un documento di identità parallelo creato nel 2017, indispensabile per accedere a determinati aiuti economici. Non vi sembra sia familiare anche in Italia questo “nuovo” concetto?
La strategia madurista utilizza un quadro organizzativo, con vari livelli di istituzionalizzazione e collegamento con l'apparato statale, in cui il PSUV costituisce l'asse di articolazione: Circoli Bolivariani; "Collettivi chavisti", sindacati, consigli di comunità, comitati locali di fornitura e produzione (CLAP), Fronte Francisco de Miranda, Fronte della gioventù bolivariana, Classe media rivoluzionaria e Unità da battaglia Bolívar Chávez (UBCh), tra gli altri. Nell'amministrazione di Maduro, l'asse centrale della strategia si concentra sulla distribuzione di cibo sovvenzionato di casa in casa attraverso i CLAP, che è diventato il principale programma sociale del governo. Pertanto, la grave crisi socioeconomica in Venezuela, che è una conseguenza delle politiche dei governi chavisti, sembra contribuire all'efficacia del CLAP come meccanismo di controllo sociale.
Fane e disperazione, e chi controlla il cibo controlla la fame dei cittadini. A questo si deve aggiungere una certa tecnologia che ha dimostrato la sua efficacia è proprio il Carnet de la Patria che opera come meccanismo di controllo della fame, una tessera, un'operazione certamente sofisticata di manipolazione della fame e coercizione tecnologica. Maduro è riuscito a convertire la fame che ha causato una fortezza elettorale.

Nel 2007, il regime venezuelano decise di non rinnovare la concessione di trasmissione a RCTV, una delle principali reti televisive private in Venezuela. Andrés Izarra, che in tre occasioni è stato Ministro delle Comunicazioni dei governi di Chávez, stabilì una "egemonia comunicativa e informativa in senso gramcsiano", per garantire che i valori e il pensiero socialisti fossero predominanti . Secondo Izarra, l'egemonia sarebbe raggiunta espandendo e rafforzando i media statali.
Attraverso il monopolio della carta, l'esecutivo limitò la produzione della carta stampata fino a costringerne la chiusura di 41 tra il 2013 e il 2018. Allo stesso modo, nel corso degli anni decine di emittenti radiofoniche sono state revocate o negato il rinnovo della concessione e canali televisivi presumibilmente critici nei confronti del regime, che è persino riuscito a eliminare dalle reti televisive in abbonamento diversi canali stranieri - tra cui la CNN e il colombiano Caracol - che ha accusato di pregiudizi antigovernativi.

Allo stesso tempo, a partire da Chávez, il governo chavista ha cercato altri modi per influenzare le informazioni che i venezuelani ricevono. Da un lato, alcuni dei più importanti media privati ​​in Venezuela sono stati acquisiti da gruppi imprenditoriali legati al potere; l'autocensura, se non un evidente pregiudizio, è comune nelle fonti di informazione popolari. Chávez, invece, istituzionalizzò l'uso arbitrario delle cosiddette “catene nazionali”(cadenas) trasmissioni congiunte e obbligatorie per tutti i media audiovisivi riservate ad annunci eccezionali, ma che utilizzava indiscriminatamente per discorsi irrilevanti, della durata di ore, a volte più volte al giorno. Maduro ha continuato la tradizione, accumulando ore ed ore  di discorsi obbligatori in onda. I venezuelani che non hanno accesso alla televisione in abbonamento non possono sfuggire alla propaganda costante del Regime.

Il movimento di opposizione è un conglomerato diversificato e disperso di partiti politici, forze sociali e organizzazioni della società civile, articolato congiuntamente per scopi elettorali nella MUD. Il suo trionfo alle elezioni dell'Assemblea nazionale del 2015 ha sollevato una nuova correlazione di forze che ha aperto la possibilità di sfrattare Maduro dal potere utilizzando la procedura costituzionale del referendum di revoca del suo mandato per la fine del 2016. Ma il chavismo ha segnato i tempi di la lotta politica con una strategia intelligente dispiegata in diversi scenari: verificata la sua debolezza elettorale, ha annullato completamente questo scenario nodale di vita democratica attraverso disposizioni giuridiche arbitrarie ottenute grazie al controllo della magistratura. È così che il referendum di revoca è stato paralizzato e le elezioni regionali sono state ingiustificatamente rinviate. Il movimento della MUD è quello che oggi viene contestato dalla maggioranza dei venezuelani perché ritenuto incapace di affrontare Maduro e anche per aver dialogato - decine di volte -  e sceso a patti con la dittatura in più di un’occasione. In realtà non è una comune dittatura, ma una vera e propria narco-tirannia di stampo mafioso. Un paese messo sotto sequestro da una cupola di criminali.
Con queste decisioni, il despota ha dimostrato il suo controllo sull'organo elettorale e il substrato della sua strategia politica: non consentirebbe elezioni veramente competitive dove sono in gioco dimensioni chiave del potere politico. Mentre guadagnava tempo, anche grazie alla staticità dell’opposizione, Maduro ha perfezionato i suoi meccanismi per la cooptazione dei clienti attraverso programmi sociali e ha dispiegato iniziative politiche in altri contesti. Invalidando la Assemblea Nazionale legittima dichiarandola fuori dalla legalità, importanti leader dell'opposizione sono stati arrestati senza il rispetto del giusto processo e l'istituzione arbitraria dell'ANC, l'esecutivo è riuscito a logorare il movimento di opposizione, che è stato lasciato senza strategia quando la via elettorale è stata chiusa. In questo modo Maduro ha portato fuori dal campo dove era più forte l'avversario e praticamente lo ha spinto nel campo della protesta di strada, dove è riuscito a controllarlo attraverso l'uso della forza repressiva dello Stato. Ha utilizzato tutti i mezzi di repressione, arrivando all’omicidio di Stato di manifestanti pacifici.

Nel 2015 la volontà del Regime di aumentare la repressione è stata rivelata da una risoluzione del Ministero della Difesa in cui i componenti delle Forze Armate erano autorizzati a partecipare al mantenimento dell'ordine in assemblee pubbliche e manifestazioni e ad utilizzare le armi da fuoco per questo scopo. Nelle manifestazioni del 2017, la Guardia Nazionale Bolivariana ha fatto pieno uso di questa autorizzazione, sparando contro i manifestanti con gas lacrimogeni, pallini e sfere di vetro a distanza ravvicinata. Ci sono numerose testimonianze grafiche, così come rapporti di Amnesty International e delle Nazioni Unite, sull'uso di armi da fuoco direttamente contro i manifestanti, tra le altre violazioni dei diritti umani.
La debolezza dell’opposizione
Optando per la protesta e la mobilitazione di piazza per costringere il governo a rettificare, l'opposizione ha perso di vista gli altri scenari di azione. Questa mancanza di visione strategica ha portato alla disconnessione con importanti settori della popolazione. Una volta bloccati i canali costituzionali, la MUD non ha articolato una strategia coerente per costruire una solida maggioranza sociale in grado di cacciare Maduro dal potere.
Questa debolezza ha portato l'opposizione a due errori fondamentali nella lotta politica: da un lato ne ha sovrastimato la forza, ipotizzando che la maggioranza elettorale raggiunta a fine 2015 fosse solida e coerente, e si sarebbe tradotta in un definitivo crollo della base, sostegno sociale del chavismo. D'altra parte, non ha compreso la deriva autoritaria dell'avversario, ignorando che la dirigenza chavista aveva deciso di utilizzare tutte le risorse, comprese quelle extracostituzionali, per rimanere al potere.

Fino all'ascesa di Juan Guaidó, l'opposizione venezuelana viveva una crisi di rappresentatività. Il Presidente ad interim, fu accolto come il nuovo libertador.

Le principali organizzazioni politiche hanno avuto poca influenza sull'elettorato, i loro principali leader apparivano esausti e privi della capacità di incanalare verso il Governo l'evidente rifiuto della popolazione. Allo stesso modo, il chavismo era riuscito a neutralizzare quasi completamente l'Assemblea nazionale, l'unica sfera di potere istituzionale in cui l'opposizione aveva ancora la maggioranza. Come sottolineato dall'analista John Magdaleno, che ha condotto studi sui processi di transizione dai regimi autoritari alla democrazia, l'opposizione ha commesso un errore di calcolo nel 2017, quando ha dato priorità esclusivamente alla protesta e ha trascurato altri scenari di lotta politica, in modo che non è riuscito a abbattere notevolmente la coalizione dominante. Oggi il Parlamento è stato degradato dal regime, gli è stato tolto anche il Palazzo istituzionale. Guaidó viene contestato dalla maggioranza dei venezuelani per la sua inattività, per non aver approfittato del suo riconoscimento da parte di 60 paesi del mondo e di aver, in qualche modo, incluso nel suo gruppo elementi corrotti che sono scesi a patti con Maduro.

La popolazione venezuelana è controllata dal regime di Maduro. Un modo per esercitare questo controllo è stato quello di legare la partecipazione politica. Per questo si sono avvalse delle istituzioni e degli organi di sicurezza dello Stato, che agiscono con totale arbitrarietà. Di fronte a questo scenario come si fa ancora a parlare di dialoghi, di elezioni libere e di proteste in strada? Chi parla di dialoghi da effettuarsi con un’organizzazione criminale, come quella al potere in Venezuela, o ignora completamente la realtà o è in malafede.

Un'altra forma di controllo è il clientelismo, non solo all'interno dell'apparato pubblico, ma anche dal Regime come fornitore da cui i cittadini dipendono per qualcosa di primario come la sussistenza. La necessità ha condizionato le decisioni politiche dei venezuelani, che si arrendono al voto seguendo le linee guida della tirannia in cambio di beni e servizi che da anni non erano disponibili da altre fonti. Ma anche gli aiuti statali sono attualmente scarsi e insufficienti. La maggioranza della popolazione venezuelana vive in povertà, secondo un rapporto dell'organizzazione Codevida. Pertanto, la maggior parte dei venezuelani ha la sopravvivenza come obiettivo quotidiano. Ha bisogno di un aiuto concreto che potrebbe giungere solo attraverso atti decisi internazionali.
Sono ben pochi i venezuelani che credono nelle prossime elezioni. Le voci della cosiddetta resistenza venezuelana non crede più a nessun attore politico, poiché ritengono che il seme chavista alberghi in tutti i leader politici dell’opposizione.

MariaCorina Machado promuove l’OPE (Operazione di Pace e stabilità) come unica alternativa attraverso  "una coalizione internazionale che schieri un'operazione di pace e stabilizzazione in Venezuela". Non accetta altre false elezioni, inutili dialoghi e ulteriori consultazioni che non sono altro che una perdita di tempo. Rifiuta elezioni in dittatura, inutili dialoghi e nuove assurde consultazioni.
EdgardoRicciuti fondatore del Movimento libertario Rumbo Libertad ha espresso su questo portale alcune idee molto interessanti. Sempre più numerose le voci che ritengono che l’unica via d’uscita sia quella di azzerare la cupula mafiosa al potere ma anche i rappresentanti di  quella che considerano una falsa opposizione la quale, da oltre vent’anni, ossigena e mantiene al potere il chavismo.
Juan Guaidó, ormai ha perso il consenso e, soltanto ora chiede unità fra tutti i rappresentanti dell'opposizione. Ma la vera opposizione certo non si unirà mai con chi è rimasto immobile pur potendo agire a fronte del riconoscimento da parte di molti paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti.

La falsa opposizione che arriva ovunque all'estero, anche grazie ad alcune associazioni che, sotto la facciata umanitaria, non fanno che portare avanti il socialismo targato Juan Guaidó. S’infiltrano ogni dove creando danni e facendo confusione. L’immagine più sbagliata che si possa avere, proprio in questo momento, per chi si è smarcato completamente dalla falsa opposizione di cui sopra.

Il fallimento dell’opposizione ha installato nella coscienza collettiva di gran parte della popolazione, la sensazione che il cambiamento politico sia quasi impossibile. Un copione studiato e applicato da altri paesi, in primis Cuba.


@cosmodelafuente


[Fonti d'informazione]
CIDOB 

OPE 

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Luego de 21 años en el poder, el chavismo ha alcanzado un grado de cohesión interna suficiente para concentrar fuerzas en torno al liderazgo totalitario que Hugo Chávez dejó a su chofer y amigo Nicolás Maduro. El criminal se ganó la lealtad de las fuerzas armadas, a través de su incorporación a la gestión gubernamental, y perfeccionó los métodos de control sociopolítico de la población, neutralizando la independencia de las instituciones estatales. 
La hiperinflación se está disparando, actualmente más del 840%, lo que imposibilita el mantenimiento del transporte urbano. Como resultado, alrededor del 90% de la flota de transporte urbano, en su mayoría privada, está paralizada. Pero para la casta chavista se encargó el amigo IRÁN, instalando supermercados de lujo, a precios prohibitivos para los venezolanos "normales" donde solo se aceptan dólares. Entre los muchos factores que contribuyen al mantenimiento de estos regímenes, hay algunos que, de una forma u otra, también se están aplicando en Italia, gracias sobre todo al M5E.
Las posiciones más importantes al momento son:
Maria Corina Machado promueve  OPE (Operación por la Paz y la Estabilidad) como la única alternativa a través de "una coalición internacional que despliega una operación de paz y estabilización en Venezuela". No acepta más farsas electorales, diálogos inútiles y más consultas que no son más que una pérdida de tiempo.
Edgardo Ricciuti, fundador del movimiento libertario Rumbo Libertad, expresó algunas ideas muy interesantes en este portal. Cada vez son más las voces que creen que la única salida es despejar a la cúpula mafiosa en el poder pero también sacar a los representantes de lo que consideran una falsa oposición que, desde hace más de veinte años, oxigena y mantiene la chavismo.
Juan Guaidó llama, por enésima vez, a la unión que se traduce en “más de lo mismo”.
¿Qué pasa en Italia?
No solo el chavismo, también la falsa oposición llega a todas partes  gracias a varias asociaciones que bajo la fachada humanitaria no hacen más que llevar adelante el socialismo y el izquierdismo de la oposición. Se infiltran por todas partes y hacen daño. Gracias a su intervención, involucran a personajes muy izquierdistas y cercanos al Movimiento 5 Estrellas a través de personajes como Merlo del MAIE, lo cual es inaceptable. Es la imagen más errónea que se puede tener, para quienes se han desmarcado por completo de la mencionada falsa oposición de parte de un partido, cuya coordinadora MCM ha declarado "hay que sacar a los falsos amigos poque tarde o temprano te venderán al enemigo".

El fracaso de la oposición ha instalado en la conciencia colectiva de gran parte de la población la sensación de que el cambio político es casi imposible. Un guión estudiado y aplicado por otros países, principalmente Cuba.
¿Qué está pasando en Italia? Infiltraciones chavistas y, por otro lado, también de Guaidó que podríamos llamar leopoldistas, se están moviendo gracias a la ayuda por parte de Asociaciones chavistas y algunas Asociaciones leopoldistas en apoyo al interinato,  por medio de algunas personas que dicen ser activistas por Venezuela, intentan sumarse a los equipos de trabajo en Italia y en el mundo, trayendo sólo división y agua al molino del interinato. 




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