[L'inkiesta] Il Venezuela è il Paese più ricco di petrolio al mondo, ma le
sue riserve d’oro sono quelle di coltan, materiale con cui si producono le
batterie degli smartphone.
E questo lo rende un eldorado energetico che fa gola a tanti.
Ma il dittatore somaro ha pensato di regalare agli altri Paesi quello che lui
non sa usare. Ecco il perché lo proteggono. Ai venezuelani non rimarrà niente. In
altri termini, il re è nudo: e se Maduro è ancora in sella, lo deve solo alla
Cina e alla Russia. Il sostegno di quest’ultimi, infatti, non è un evento
straordinario, in quanto da circa 15 anni entrambi sono i principali
"strozzini" del regime di Caracas.
Il Vladimir Putin che conosciamo, ha tra i suoi obiettivi più
longevi quello di sigillare una bandierina sul “giardino” americano,
alimentando un’influenza anti-Usa nei paesi tradizionalmente rossi, come Cuba,
Bolivia, Nicaragua e, per l’appunto, Venezuela. Mentre lontano dalle piazze si
sta decidendo una sfida fondamentale per il futuro delle risorse energetiche,
come in precedenza è bene ricordare, che in quelle stesse piazze le persone
ogni giorno perdono la vita.
La profonda crisi economica, provocata dal malgoverno
socialista prima di Hugo Chavez e poi di Maduro, ha reso inerme il Venezuela.
Giacimenti di petrolio, la cui estrazione è gestita dalla società statale PDVSA
(capace di garantirsi generatori per continuare a estrarre greggio nel momento
in cui l’intero Paese era paralizzato dal blackout), nei bacini di Maracaibo,
Barinas, Anzoátegui, Monagas, Delta Amacuro, Falcón e Guercio sono cartucce
bagnate. Il potere d’acquisto è crollato, facendo schizzare alle stelle il
tasso di povertà: circa il 90% della popolazione, con un tasso di omicidi pari
a 90 su 100 mila abitanti (l'Italia ha 0,9 su 100 mila abitanti).Non sono
bastati, pertanto, i prestiti di Madre Russia (4 miliardi di dollari e 400
mercenari del contingente Wagner per tutelare il protetto) e del governo di Xi
Jinping (dal 2005 a oggi, circa 62 miliardi di dollari, scaglionati in 17
prestiti,12 dei quali diretti al settore petrolifero) a salvare la baracca.
Questo brago paleosocialista - visto che in circa 10 anni la quota dell'economia
gestita dai privati è salita dal 65 al 71% - sta portando alla deriva uno dei
paesi più ricchi al mondo, in termini di risorse. E mentre lontano dalle piazze
si sta decidendo una sfida fondamentale per il futuro delle risorse
energetiche, come in precedenza, è bene ricordare, che in quelle stesse piazze
le persone ogni giorno perdono la vita. Oltre tre milioni di venezuelani sono
fuggiti dal Paese in cerca di una vita normale.
[Fonti Linkiesta, familia futura] link
Rassegna
[Carlos Gullì @cosmodelafuente]
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