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noviembre 12, 2021

LOS FISCALES ITALIANOS SE VAN A MADRID PARA INTERROGAR A HUGO CARVAJAL

 


La Audiencia Nacional española ha dictado una orden autorizando al Ministerio Público de Milán a interrogar en Madrid al general venezolano Hugo Carvajal, exoficial de inteligencia de Hugo Chávez, para obtener información relativa a la supuesta financiación irregular del Movimiento Cinco Estrellas por parte del gobierno de Caracas. Así lo informaron fuentes legales al diario "Abc". El fiscal de Milán había expresado interés en escuchar a Carvajal, a la espera de ser extraditado a Estados Unidos por tráfico de drogas y armas. En las últimas semanas, el general venezolano había decidido colaborar voluntariamente con la justicia de Madrid en la financiación irregular de partidos políticos y exponentes en España, en particular de Unidas Podemos y el expresidente socialista, José Luis Rodríguez Zapatero. En referencia a las 5 Estrellas, Carvajal supuestamente reveló el supuesto envío de 3,5 millones de euros, a través de una beca diplomática para evadir controles, a Gianroberto Casaleggio, como "impulsor de un movimiento de izquierda revolucionario y anticapitalista en la República Italiana", a través de la delegación consular de Venezuela en Italia, del ex Cónsul Giancarlo Di Martino.

[vía Agenzia Nova]

Il Tribunale nazionale spagnolo ha emesso un'ordinanza che autorizza la Procura di Milano ad interrogare a Madrid il generale venezuelano, Hugo Carvajal, ex responsabile dell'intelligence di Hugo Chavez, per ottenere informazioni relative al presunto finanziamento irregolare al Movimento cinque stelle da parte del governo di Caracas. Lo hanno riferito fonti legali al quotidiano "Abc". La Procura di Milano aveva manifestato interesse nell'ascoltare Carvajal, in attesa di essere estradato negli Stati Uniti per traffico di droga ed armi. Nelle ultime settimane il generale venezuelano aveva deciso di collaborare volontariamente con la giustizia di Madrid su finanziamenti irregolari a partiti ed esponenti politici in Spagna, in particolare ad Unidas Podemos e all'ex presidente socialista, Jose Luis Rodriguez Zapatero. In riferimento ai 5 Stelle, Carvajal avrebbe rivelato il presunto invio di 3,5 milioni di euro, tramite borsa diplomatica per eludere i controlli, a Gianroberto Casaleggio, in qualità di "promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica italiana", attraverso la delegazione consolare del Venezuela in Italia.

Agenzia Nova


Cosmo de la Fuente

noviembre 01, 2021

NICOLÁS MADURO IL MATTEO MESSINA DENARO IN VERSIONE VENEZUELANA [con traducción al español]

 



Quello che ancora non ha capito il governo italiano, ma non solo l’italiano, è che celebrare elezioni con Nicolás Maduro e il castro-chavismo, sarebbe come se in

 Italia si pattasse e si pensasse ad elezioni pulite con   Matteo Messina Denaro,

 legato a Cosa Nostra, considerato tra i latitanti più pericolosi e ricercati al mondo. Anzi, nella realtà venezuelana è ancora peggio, Maduro è già al potere.  

Il dittatore Maduro  è   ricercato dalla DEA 

e sulla sua testa pende una taglia da 15 milioni di dollari, accusato di narcotraffico internazionale, ha realizzato il sogno che fu di Pablo Escobar: un grande cartello della droga al comando del suo Paese. Non ci sono osservatori credibili, se solo si pensa che uno che assolto a quell’incarico in passato,  Zapatero,  è additato come amico  ACCONDISCENDENTE vicino al regime. Maduro decide chi accettare e a chi proibire l’accesso in Venezuela.

Si può compatire l’ingenuità della gente comune, ma sicuramente sia l’opposizione che i suoi sostenitori, sanno perfettamente di cosa sto parlando. Ecco perché cresce anche il rifiuto a quegli oppositori che stanno al gioco del regime.

Da   El Debate   alcune interessanti considerazioni

Di fronte alla cascata di fatti attendibili, sorprende che Zapatero, 61 anni, il professore di diritto che ha governato la Spagna per due legislature, si sia trasformato in un lobbista a favore della dittatura di Maduro. Nel 2016 ha iniziato un presunto lavoro di mediatore tra il governo e l'opposizione venezuelana. Ma col tempo la sua missione stava degenerando in una difesa chiara e veemente del regime. È notevole che nel Congresso del PSOE abbia tenuto lezioni sul femminismo e sull'egualitarismo, quando di fatto sostiene una dittatura che usa la violenza sessuale come forma di intimidazione dei suoi avversari e che saccheggia il Venezuela a vantaggio di una cupola estrattiva mentre cresce la miseria”.

"Carvajal ha alzato l'asticella e ha assicurato che Zapatero possiede una miniera d'oro in Venezuela e che il  chavismo lo avrebbe finanziato insieme ai ministri del PSOE".

Il negoziato con Maduro e la dittatura chavista, che chiamerei piuttosto “tirannia”, puzza di marcio, di corruzione, di presa in giro dei cittadini.  È chiaro che siamo di fronte a una farsa!

Non possiamo non paragonare Maduro ai capi della mafia italiana e credere che ci possano essere delle elezioni pulite, dopo oltre vent’anni di inganni e malaffare, non è solo da stupidi, spesso è da complici. Pensare poi, che potrebbero esserci stati finanziamenti a partiti europei, dovrebbe non solo farci saltare dalla sedia ma farci finalmente aprire gli occhi.

Cosa ne penserebbe il mondo se in Italia ci fosse MMD a capo del Paese? Una pura fantasia per l’Italia, ma questo paragone potrebbe far capire in quale inferno sia sprofondato il Venezuela, dove invece è la realtà.


Cosmo de la Fuente


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[Versión en Español]

NICOLÁS MADURO EL MATTEO MESSINA DENARO EN VERSIÓN COLOMBO- VENEZOLANA CON TRADUCCIÓN AL ITALIANO

Lo que el gobierno italiano aún no ha entendido, pero no solo el italiano, es que celebrando elecciones con Nicolás Maduro y el castrochavismo, sería como si en Italia se acordara y pensara en elecciones limpias con el capo mafioso Matteo Messina Denaro, vinculado a “Cosa Nostra”, considerado uno de los fugitivos más peligrosos y buscados del mundo. De hecho, en la realidad venezolana es aún peor, Mduro ya está en el poder.

El dictador Maduro es buscado por la DEA y le cuelga una recompensa de 15 millones de dólares acusado de narcotráfico internacional, hquien logró realizar el sueño que era Pablo Escobar: un gran cartel de la droga al mando de su país. No hay observadores creíbles, si solo se piensa que quien ocupó ese cargo en el pasado,  Zapatero,  es señalado como un peón condescendiente del chavismo.

Maduro decide a quién aceptar y a quién prohibir el acceso a Venezuela.

Se puede sentir lástima por la ingenuidad de la gente corriente, pero seguro que tanto la oposición como sus seguidores saben perfectamente de qué hablo. Es por eso que también crece el rechazo de aquellos opositores que se prestan al juego del régimen.

El Debate

Ante esa catarata de hechos fidedignos, sorprende que Zapatero, de 61 años, el profesor de Derecho que gobernó España durante dos legislaturas, se haya convertido en lobista a favor de la dictadura de Maduro. En 2016 inició una supuesta labor como mediador entre el Gobierno y la oposición venezolanos. Pero con el tiempo su misión fue degenerando hacia una clara y vehemente defensa del régimen. Es notable que en el Congreso del PSOE de este fin de semana se haya soltado a impartir lecciones de feminismo e igualitarismo, cuando él apoya de facto a una dictadura que utiliza la violencia sexual como forma de intimidación de sus adversarios y que saquea Venezuela en beneficio de una cúpula extractiva mientras crece la miseria”.

Carvajal ha subido el listón y ha asegurado que Zapatero es dueño de una mina de oro en Venezuela y que hubo pago del chavismo a exministros del PSOE”.

Las negociaciones con Maduro y la dictadura chavista, que yo prefiero llamar "tiranía", huele a podredumbre, corrupción, burla a la ciudadanía. Está claro que estamos ante una farsa, ¡una auténtica farsa!

No podemos dejar de comparar a Maduro con los líderes de la mafia italiana y creer que puede haber elecciones limpias, después de más de veinte años de engaños y deshonestidad, no solo es estúpido, muchas veces es pura complicidad. Pensar, entonces, que puede haber habido financiación para los partidos europeos, no solo debería retorcernos como renacuajos, sino que finalmente deberíamos abrir los ojos.

¿Qué pensaría el mundo si en Italia hubiera MMD a la cabeza del país? Una pura fantasía para Italia, pero esta comparación podría dejar claro en qué infierno está Venezuela, dónde está la realidad.


Por Cosmo de la Fuente




octubre 27, 2021

Venezuela: riciclaggio e corruzione dietro il nome dell'imprenditore colombiano ALEX SAAB in Italia e nel mondo.

 


[Cosmo de la Fuente, Miami 27/10/2021]

Tra gli affaristi della cupola criminale del dittatore del Venezuela, Nicolás Maduro, spicca -anche- il nome di Alex Saab, il quale non sarà sfuggito agli italiani più attenti.

Claudia Fanti, ha scritto su il Manifesto 

“Ogni volta che il dialogo tra il governo Maduro e l’opposizione sembra decollare, c’è sempre chi tenta di mandare all’aria tutto. Il pericolo, stavolta, viene dall’estradizione negli Stati uniti di Alex Saab, imprenditore colombiano, naturalizzato venezuelano, vicino a Maduro, arrestato nel giugno del 2020 a Capo Verde – durante uno scalo del suo aereo privato diretto in Iran – sulla base di un mandato di arresto internazionale. Tra le accuse, quella di essersi impossessato di milioni di dollari destinati a programmi per la distribuzione di cibo alla popolazione venezuelana”.

MA C’È MOLTO DI PIÙ!

Per conoscere la vera storia del prestanome di Nicolás Maduro, il dittatore del Venezuela di origini colombiane, bisogna  leggere attentamente quando dichiara la Insight Crime. Gli italiani, comunque, dovrebbero ricordare questo nome legato alla moglie italiana, la commessa Camilla Fabbri che nel 2019 viene indagata per sospetto di riciclaggio e per aver condurre una vita da supermilionaria pur essendo una semplice venditrice.  Tra i suoi beni quanto meno sospetti, alcuni giornali, tra cui Il Corriere segnalano: “ nel 2016 la Fabbri stipula un contratto d’affitto da 5.800 euro mensili per una casa ai Parioli, l’anno dopo compra una Range Rover Evoque (54.500 euro) e infine l’1 ottobre 2018 acquista un appartamento al quarto piano di via dei Condotti 9, il palazzo dove ha sede la gioielleria Bulgari, pagandolo 4 milioni, 923 mila e 850 euro (mediazione immobiliare inclusa). Soldi che arrivano dal Regno Unito grazie alle provviste della Kinlock Investment, società amministrata dal fidanzato 26enne di sua sorella, Lorenzo Antonelli, con quote detenute da un trust inglese e una società di Dubai”.

Fuggita poi insieme a Saab in Russia, Camilla in questi giorni si trova a Caracas da dove lancia messaggi da moglie affranta per l’estradizione del marito negli Stati Uniti, paese dove l’affarista di Maduro starebbe cantando come un uccellino. Insieme al “Pollo Carvajal” (altro protagonista del riciclaggio e la corruzione chavista) sono entrambi motivo di preoccupazione per Maduro per via dei suoi traffici illeciti e la corruzione di cui viene accusato dagli Stati Uniti. Nomi, tra molti altri di cui parleremo, su cui pendono accuse gravissime.





Ma torniamo ad Alex Saab e di quanto riporta Insight Crime da dove possiamo estrapolare notizie molto interessanti che dovrebbero interessare anche l’Italia visto che sembrerebbe essere diventata un luogo dove nascondersi e, spesso, ottenendo visti da rifugiati.

“Álex Nain Saab Morán è un uomo d'affari colombiano sospettato di riciclaggio di denaro internazionale, stretto alleato del presidente venezuelano Nicolás Maduro e che secondo le autorità ha progettato piani multimilionari che coinvolgono funzionari del governo venezuelano.

Il 18 ottobre 2021, Saab è stato estradato negli Stati Uniti  accusato di riciclaggio di denaro. Saab è stato estradato da Capo Verde dopo il suo arresto nel giugno 2020, quando il suo jet privato è atterrato nella nazione dell'Africa occidentale per fare rifornimento.

Saab è accusato di far parte di uno schema di corruzione che include tangenti a funzionari del governo venezuelano. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Saab e il suo partner hanno incanalato oltre 350 milioni di dollari verso conti esteri.

Maduro ha  protestato contro le azioni dei pubblici ministeri statunitensi contro Saab, sostenendo di avere l'immunità diplomatica poiché sarebbe stato in missione umanitaria in Iran quando è stato arrestato. Ma s'ipotizza, altresì, che Saab possa detenere segreti finanziari chiave di Maduro e di altri alti funzionari.

LA SUA STORIA

Álex Saab è figlio di un immigrato libanese che si stabilì nella città di Barranquilla (Colombia) dove aprì varie attività, trovando successo nell'industria tessile colombiana.

Il secondo di quattro fratelli, Saab ha venduto portachiavi e divise promozionali per le aziende fino a quando incontró Álvaro Pulido, un uomo d'affari colombiano legato all'ex senatore colombiano Piedad Córdoba. Pulido e Saab divennero partners commerciali in vari affari in Venezuela.

Tra il 2004 e il 2011, i due uomini hanno esportato merci in Australia, Ecuador e Venezuela attraverso una società chiamata “Shantex SA” . In Venezuela, i loro clienti erano piccole imprese relativamente sconosciute che avevano accesso a dollari a un tasso di cambio preferenziale grazie all'ex controllo valutario del paese del sistema di scambio ufficiale dell'agenzia (Comisión de Administración de Divisas -- CADIVI).

Durante quel periodo, secondo un rapporto contabile, l'82% del reddito dell'azienda proveniva dal Venezuela.

Molte di queste transazioni non sono mai state segnalate in Colombia, motivo per cui le autorità hanno sospettato il riciclaggio di proventi di attività corruttive.

La stretta relazione tra Saab e il Chavismo risale al 2011, quando è stato firmato un accordo per la fornitura delle parti necessarie per costruire case prefabbricate per la missione abitativa del Venezuela di fronte all'allora presidente Hugo Chávez, eall’allora cancelliere Nicolás Maduro e all'ex presidente colombiano Juan Manuel Santos .

L'accordo è stato stipulato con la società Fondo Global de Construcción, attraverso la quale Saab e Pulido hanno ottenuto l'accesso a tassi di cambio preferenziali in Venezuela e al Sistema Unificato di Compensazione Regionale (Sistema Unitario de Compensación Regional de Pagos - Sucre), che Colombia ed Ecuador sostenuto .

Tra il 2012 e il 2013, la società ha ricevuto circa 159 milioni di dollari per importare kit abitativi in ​​Venezuela. Tuttavia, l'azienda ha consegnato solo 3 milioni di dollari di prodotti. L'Ecuador ha indagato sulle esportazioni, sospettando riciclaggio di denaro, operazioni fittizie e sovrafatturazione da parte dell'affiliata del "Fondo Global de Construcción" in Ecuador. L'indagine sulla struttura aziendale ha portato al noto paradiso fiscale di Malta nel Mar Mediterraneo. Il caso, tuttavia, è stato infine archiviato.

Saab e Pulido hanno iniziato a partecipare a contratti nel settore alimentare nel 2015, quando una partnership commerciale di nuova creazione a Panama chiamata “Global Foods Trading” ha firmato almeno quattro contratti del valore di circa 125 milioni di dollari per fornire mais, grano, riso e soia al Venezuela. Le indagini  giornalistiche hanno permesso di collegare la Global Foods Trading a Saab.

Nel 2015, Saab voleva anche prendere parte alla compagnia petrolifera statale, “Petróleos de Venezuela S.A.” (PdVSA), attraverso una società chiamata Trading Energy and Coal (Trenaco), con sede in Svizzera ma gestita dalla Colombia. Nonostante la mancanza di capitale e di esperienza nel settore, la società ha vinto un contratto del valore di 4,5 miliardi di dollari. Tuttavia, il contratto è crollato mesi dopo.

Alla fine del 2016, Saab ha firmato uno dei suoi primi contratti per fornire 10 milioni di combinazioni di scatole di cibo per i Comitati locali di approvvigionamento e produzione (Comités Locales de Abastecimiento y Producción - CLAP) con il governo statale di Táchira in Venezuela. Il contratto, del valore di oltre 200 milioni di dollari, è stato concesso a “Group Grand Limited”, azienda registrata a Hong Kong nel 2013 e successivamente in Messico. Un contratto simile del valore di circa 113 milioni di dollari è seguito nel 2017, questa volta con la Corporación Venezolana de Comercio Exterior - Corpovex del Venezuela, per la fornitura di 11 milioni di scatole di cibo.

Sebbene all'inizio Saab abbia mantenuto un basso profilo, il suo nome ha iniziato è diventato noto nell'agosto 2017, quando l'allora procuratore generale del Venezuela Luisa Ortega Díaz (che oggi, nonostante anche lei sia accusata dai venezuelani di gravi crimini di lesa umanità, ha chiesto asilo alla Spagna )  lo ha nominato come uno degli uomini a capo della “Group Grand Limited”, insieme agli uomini d'affari colombiani Álvaro Pulido e Rodolfo Reyes. La procuratrice generale Díaz ha indicato che la società apparteneva davvero al presidente Maduro.

Con indagini sulle esportazioni sospettate di corruzione e altre irregolarità aperte in Colombia e Messico, l'uomo d'affari colombiano ha deciso nell'aprile 2018 di trasferire le sue aziende in Turchia. Ha chiesto alle agenzie statali di cambiare i precedenti contratti con la nuova struttura, Mulberry Proje Yatirim A.S. Nell'ambito di questo quadro, sono entrati a far parte di diverse altre società registrate negli Emirati Arabi Uniti come intermediari nel business CLAP. Ciò è avvenuto nello stesso periodo in cui l'amministrazione Maduro ha stabilito una relazione con il presidente turco Erdogan, con lo scopo di raffinare l'oro estratto dall'arco minerario dell'Orinoco, nonché per convenzioni alimentari.

Pochi mesi dopo, il presidente Maduro ha ufficializzato la creazione di un'impresa mista tra la Compañía General de Minería de Venezuela (CVG Minerven) di proprietà statale e una società nota come Marylins Proje Yatirim, registrata in Turchia. Un'indagine della pagina web Armando.Info ha collegato la società in Turchia a Mulberry, un'altra delle attività di Saab. Questo serve come prova del coinvolgimento della Colombia nel business dell'oro venezuelano.

Un'altra pubblicazione ha anche collegato Saab alla vendita di oltre sette tonnellate di oro venezuelano, che è stato portato in Uganda dalle riserve della Banca centrale venezuelana.

Nel giugno 2020, Saab è stato arrestato dopo che il suo aereo è atterrato a Capo Verde. Secondo quanto riferito, gli agenti dell'intelligence statunitense avrebbero seguito i movimenti di Saab in aereo attraverso diversi paesi e colto al volo l'opportunità di farlo arrestare. Gli Stati Uniti hanno presentato rapidamente una richiesta di estradizione che è stata accolta dalla Corte costituzionale di Capo Verde nel settembre 2021.

SONO MOLTI I CRIMINI PER CUI VIENE ACCUSATO

Álex Saab è stato accusato di numerosi crimini, tra cui riciclaggio di denaro, cospirazione, arricchimento illecito e esportazioni e importazioni fittizie, ecc. Alcuni reportage giornalistici indicano anche possibili collegamenti con il traffico di droga.

 Come uomini d'affari, Saab e Pulido mettono insieme una rete di losche società di comodo registrate principalmente nei paradisi fiscali con nomi di terze parti, come i nomi dei loro figli, fratelli e alleati. Con il pretesto di queste società, Saab avrebbe intrapreso esportazioni fittizie e attività corrotte che gli hanno lasciato centinaia di milioni di dollari di profitti.

I suoi movimenti commerciali e finanziari lo hanno reso oggetto di indagini in almeno nove paesi. In Messico, Saab è indagato per irregolarità nelle sue esportazioni di cibo in Venezuela. In Ecuador è indagato per irregolarità nelle esportazioni di case prefabbricate.

Su di lui indagano anche Stati Uniti e Israele per una serie di transazioni che hanno portato al Paese mediorientale e a un sospetto nesso con il gruppo terroristico Hezbollah, che si ritiene abbia allacciato relazioni con il Venezuela attraverso Tareck El Aissami, ministro delle Industrie e Produzione Nazionale.

Tareck Ai Aissami (art. Familia Futura)

Alcune indagini giornalistiche hanno rilevato l'inflazione dei prezzi nelle fatture dei contratti di Saab per fornire cibo al sistema CLAP, nonché la scarsa qualità e i bassi valori nutrizionali dei prodotti acquistati.

La recente incursione di Saab nell'oro venezuelano dimostra potenzialmente un altro lato del suo portafoglio criminale. Nell'estrazione dell'oro è stata segnalata la partecipazione di gruppi criminali venezuelani, funzionari della sicurezza corrotti e guerriglieri colombiani come l'Esercito di liberazione nazionale (Ejército Nacional de Liberación - ELN).

Saab è stato arrestato a Capo Verde con l'accusa di aver gestito un'operazione globale di riciclaggio di denaro multimilionario che ha deviato fondi statali su conti esteri. Le operazioni principali di Álex Saab e dei suoi partner commerciali si sono concentrate in Venezuela, dove hanno il sostegno dell'amministrazione Maduro.

Per questo, Saab ha avviato attività in Bahrain, Brasile, Cina, Ecuador, Hong Kong, India, Corea del Nord, Panama, Pakistan, Taiwan, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Turchia, molte delle quali sono società di comodo. Le autorità colombiane hanno confermato che il denaro ricevuto per affari con il Venezuela potrebbe essere fatto risalire a banche negli Stati Uniti, a Panama, in India e in Israele.

Nel frattempo, ha utilizzato paesi della regione come Colombia, Ecuador, Messico e Panama come centri operativi per le sue aziende. [come segnalato poc’anzi, anche in Italia]

CHI SONO GLI ALLEATI E I NEMICI DI ALEX SAAB?

Álex Saab è riuscito a stabilire relazioni con persone chiave in Colombia che lo hanno aiutato ad accedere ai più alti livelli del governo di Maduro. Uno dei principali contatti è stata l'ex senatrice colombiana Piedad Córdoba, che in varie interviste ha commentato la sua relazione con l'imprenditore di Barranquilla.

Il fatto che Maduro pagherebbe centinaia di milioni di dollari a Saab nel mezzo della più grave crisi economica vista nella regione, in cui il Venezuela continua ad essere indebitato con compagnie farmaceutiche, alimentari e aeronautiche, indica che il rapporto che mantengono è più che commerciale.

Oltre all'accusa di Luisa Ortega Díaz che Saab è un frontman di Maduro, non è difficile capire la serie intricata di aziende e misure che ha preso per continuare a lavorare con il governo venezuelano, al punto da ricevere pagamenti in oro per il vendita di scatole per alimenti.

L'estradizione di Saab negli Stati Uniti con l'accusa di riciclaggio di denaro lo mette in una posizione difficile. Potrebbe detenere informazioni chiave sui segreti finanziari del Venezuela, dandogli potere di leva sui pubblici ministeri in un possibile accordo di patteggiamento. Ma il regime di Maduro ha chiarito che ci sarà un prezzo da pagare se divulgherà queste informazioni.

[Il sospetto che proprio sua moglie, la commessa italiana Camilla Fabbri, possa essere una sorta di ostaggio affinché Alex Saab non snoccioli tutto]


Cosmo de la Fuente

Familia Futura

Insight Crime

Il Corriere

Il Manifesto

France24

Periodismo Digital

News.Esterofonica

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Venezuela: blanqueo de capitales y corrupción detrás del nombre del empresario colombiano ALEX SAAB en Italia y en el mundo.

Pulido y Saab se convirtieron en socios comerciales en varios acuerdos en Venezuela.

Entre 2004 y 2011, los dos hombres exportaron mercancías a Australia, Ecuador y Venezuela a través de una empresa llamada "Shantex SA". En Venezuela, sus clientes eran pequeñas empresas relativamente desconocidas que tenían acceso a dólares a un tipo de cambio preferencial gracias a la economía del país. antiguo control de divisas del sistema oficial de negociación de la agencia (CADIVI).

Durante ese período, según un informe contable, el 82% de los ingresos de la empresa provino de Venezuela.

Muchas de estas transacciones nunca han sido reportadas en Colombia, razón por la cual las autoridades sospecharon el lavado del producto de actividades corruptas.

La estrecha relación entre Saab y el chavismo se remonta a 2011, cuando se firmó un convenio para el suministro de las piezas necesarias para construir casas prefabricadas para la misión habitacional de Venezuela frente al entonces presidente Hugo Chávez, el entonces canciller Nicolás Maduro y al ex El presidente colombiano Juan Manuel Santos.

El convenio se firmó con la empresa Fondo Global de Construcción, a través de la cual Saab y Pulido han obtenido acceso a tipos de cambio preferenciales en Venezuela y al Sistema Unitario de Compensación Regional de Pagos - Sucre, que Colombia y Ecuador apoyaron. .

Entre 2012 y 2013, la empresa recibió aproximadamente $ 159 millones para importar kits de vivienda a Venezuela. Sin embargo, la compañía solo entregó productos por un valor de $ 3 millones. Ecuador investigó exportaciones, sospechando lavado de dinero, transacciones ficticias y sobrefacturación por parte de la filial del Fondo Global de Construcción en Ecuador. La investigación sobre la estructura empresarial condujo al conocido paraíso fiscal de Malta en el mar Mediterráneo. Sin embargo, el caso finalmente fue desestimado.

Saab y Pulido comenzaron a participar en contratos del sector de alimentos en 2015 cuando una sociedad comercial recién creada en Panamá llamada "Global Foods Trading" firmó al menos cuatro contratos por un valor aproximado de $ 125 millones para suministrar maíz, trigo, arroz y soja a Venezuela. Las investigaciones periodísticas hicieron posible vincular Global Foods Trading con Saab.

Álex Saab ha sido acusado de numerosos delitos, entre ellos blanqueo de capitales, conspiración, enriquecimiento ilícito y exportaciones e importaciones ficticias, etc. Algunos informes noticiosos también indican posibles vínculos con el tráfico de drogas.

Como empresarios, Saab y Pulido armaron una red de empresas fantasma sospechosas registradas principalmente en paraísos fiscales con nombres de terceros, como los nombres de sus hijos, hermanos y aliados. Con el pretexto de estas empresas, Saab supuestamente se embarcó en exportaciones ficticias y negocios corruptos que le dejaron cientos de millones de dólares en ganancias.

Sus movimientos comerciales y financieros lo han convertido en objeto de investigaciones en al menos nueve países. En México, Saab está siendo investigada por irregularidades en sus exportaciones de alimentos a Venezuela. En Ecuador está siendo investigado por irregularidades en la exportación de casas prefabricadas.

Estados Unidos e Israel también lo están investigando por una serie de transacciones que llevaron al país de Medio Oriente y una presunta conexión con el grupo terrorista Hezbollah, que se cree que estableció relaciones con Venezuela a través de Tareck El Aissami, ministro de Industrias y Nacional. Producción.

Tareck El Aissami – FamiliaFutura

https://www.familiafutura.com/2021/10/tareck-el-aissami-e-i-networks-di.html

Las consultas de noticias encontraron inflación de precios en las facturas de contratos de Saab para suministrar alimentos al sistema CLAP, así como la mala calidad y los bajos valores nutricionales de los productos comprados.

La reciente incursión de Saab en el oro venezolano demuestra potencialmente otro lado de su cartera criminal. La participación de grupos criminales venezolanos, agentes de seguridad corruptos y guerrilleros colombianos como el Ejército Nacional de Liberación (ELN) ha sido reportada en la extracción de oro.

Saab fue arrestado en Cabo Verde bajo sospecha de llevar a cabo una operación global de lavado de dinero multimillonaria que desvió fondos estatales a cuentas extranjeras. Las principales operaciones de Álex Saab y sus socios comerciales se han concentrado en Venezuela, donde cuentan con el apoyo de la administración Maduro.

Como tal, Saab ha iniciado operaciones en Bahrein, Brasil, China, Ecuador, Hong Kong, India, Corea del Norte, Panamá, Pakistán, Taiwán, Estados Unidos, Emiratos Árabes Unidos y Turquía, muchos de los cuales son empresas ficticias. Las autoridades colombianas confirmaron que el dinero recibido por negocios con Venezuela se remonta a bancos en Estados Unidos, Panamá, India e Israel.

Mientras tanto, ha utilizado países de la región como Colombia, Ecuador, México y Panamá como centros operativos para sus empresas.

[Como se mencionó anteriormente, también en Italia]

Para conocer la verdadera historia de este supuesto testaferro de Nicolás Maduro, el dictador venezolano de origen colombiano, hay que leer con atención al declarar Insight Crime. Los italianos, sin embargo, deben recordar este nombre vinculado a la esposa italiana, la vendedora Camilla Fabbri que en 2019 fue investigada por lavado de dinero por haber llevado una vida de super millonario a pesar de ser una simple vendedora. Entre sus activos al menos sospechosos o periódicos, incluido el informe de Il Corriere: "en 2016 firmó un contrato de alquiler de 5.800 euros al mes por una casa en Parioli, al año siguiente compró un Range Rover Evoque (54.500 euros) y finalmente el 1 Octubre de 2018 compra un piso en el cuarto piso de via dei Condotti 9, el edificio donde se encuentra la joyería Bulgari, pagando 4 millones, 923 mil 850 euros (intermediación inmobiliaria incluida). Dinero que proviene del Reino Unido gracias a las aprovisionamientos de Kinlock Investment, empresa gestionada por el novio de 26 años de su hermana, Lorenzo Antonelli, con acciones en manos de un fideicomiso inglés y una empresa de Dubai ”.

Luego huyó a Rusia junto a Saab, en estos días se encuentra en Caracas desde donde envía mensajes de una esposa angustiada para la extradición de su esposo a Estados Unidos, donde estaría cantando como un pájaro el empresario de Maduro. Junto al "Pollo Carvajal" (otro protagonista del blanqueo de capitales y la corrupción chavista) ambos son motivo de preocupación para Maduro por su tráfico ilícito y la corrupción de la que es acusado por Estados Unidos. Nombres de los que penden acusaciones muy graves.

La extradición de Saab a Estados Unidos por cargos de lavado de dinero lo coloca en una posición difícil. Podría tener información clave sobre los secretos financieros de Venezuela, lo que le daría influencia sobre los fiscales en un posible acuerdo de culpabilidad. Pero el régimen de Maduro ha dejado claro que habrá un precio a pagar si divulga esta información.

[La sospecha de que su esposa, la vendedora italiana Camilla Fabbri, pueda ser una especie de rehén para que Alex Saab no lo cuente todo]

 @cosmodelafuente

octubre 22, 2021

C’ERANO UNA VOLTA I SUPEREROI REVOLUCIONARIOS

 


Quando da bambini ci appassionavamo ad un supereroe come Batman o Superman e in seguito venivamo a sapere che si trattava soltanto di un cartone animato e che in realtà quel personaggio era immaginario, provavano una forte delusione e per qualche giorno, a volte mesi, vivevamo questa sorta di lutto da elaborare, poi crescevamo e ci rendevamo conto che erano altri i valori della vita.

Qualcosa del genere starà accadendo a tutti sognatori del chavismo, i loro super eroi ‘rivoluzionari’ a seguito delle dichiarazioni del ‘Pollo’ Carvajal, l’ex agente segreto di Maduro, stanno perdendo la maschera e si rivelano per quello che sono: affaristi corrotti e opportunisti politici venduti.

In Italia ha fatto scalpore la presunta valigetta con tre milioni e mezzo di euro, che sarebbe stata donata da  “gentilmente” da Hugo Chávez al M5S, e qualcosa di simile è accaduto in molti altri paesi.  I revolucionarios del mondo altro non sono che merce acquistata dal chavismo per allargarsi a macchia d’olio in tutto il mondo. Il Chavismo, sì, quella maledizione che si è abbattuta in Venezuela, distruggendo uno dei paesi più ricchi al mondo e grazie alla corruzione si è diffusa un po’ ovunque con la complicità dei venduti ma, anche dei romantici creduloni.

Spesso dietro a quel populismo che tanto critichiamo, non c’è soltanto un politicante, ma anche un furbastro opportunista il quale, in certi casi, diventa un vero e proprio delinquente, come nel caso di vendersi alla criminalità chavista sapendo in che situazione si trova il Venezuela e tutta la sua gente.

Tra i politici e le organizzazioni che si sono arricchiti con i soldi dei venezuelani ci sono l’ ex presidente dell'Argentina, Néstor Kirchner; l'ex guerrigliero e candidato presidenziale colombiano Gustavo Petro; l'ex presidente del Brasile Luiz Ignácio Lula da Silva; Evo Morales in Bolivia; Fernando Lugo in Paraguay; Ollanta Humala in Perù; Zelaya in Honduras; Movimento Cinque Stelle in Italia e Podemos in Spagna e chissà quanti altri nomi scopriremo. Chávez diceva “essere ricchi è un male” parole che abbiamo anche sentito dal Papa, ma ha lasciato un’eredità da nababbo ai suoi figli e ha utilizzato il denaro per comprare coscienze. Questo macabro negozio avviene da molti anni e il regime di Maduro ha mantenuto e accresciuto la corruzione e il narcotraffico internazionale.

La somme milionarie per finanziare i venduti IL chavismo sono di milioni di euro. Questa bella somma di denaro, secondo quanto dichiarato da Carvajal,  è stata inviata appositamente anche al Movimento Cinque Stelle in Italia attraverso una borsa diplomatica. Se tutto venisse confermato, e questa volta non potranno metterci la museruola per non farci parlare, sarebbe da farli sparire dalla scena politica, specie se ricordiamo che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, ma forse intendevano aprire la famosa valigetta dalle uova d’oro. Parlavano di onestà mentre erano complici del genocidio venezuelano? Una domanda a cui dovranno rispondere tutti, anche perché la risposta ci sarà comunque.

Mentre in Venezuela i suoi abitanti sono sempre più poveri, il chavismo regala le ricchezze del paese per finanziare politici e partiti di sinistra, in cambio ricevono il  sostegno per esportare il loro comunismo in tutto il mondo.

Se nonostante questo qualcuno li considera ancora eroi e simboli, il dramma sarà infinito alimentandosi non solo dalla complicità dei corrotti, anche dall’ignoranza dei poveri diavoli.

Cosmo de la Fuente

octubre 20, 2021

IL M5S CREATURA DEL CHAVISMO E DELLA TIRANNIA DI MADURO


Da  oltre 4 anni gli italo-venezuelani si sono meravigliati della strana visita a Maduro (l'ennesimanel 2017) da parte della delegazione del M5S.

Su questa pagina troverete una vasta raccolta di articoli riguardanti il M5S e il legame dei grillini con la dittatura di Chávez e la tirannia di Maduro. Lo abbiamo segnalato in molte occasioni, ma non ci hanno preso in considerazione.

Quando ne parlammo ai politici italiani loro la presero alla leggera. Evidentemente ancora non era di moda parlare del Venezuela. Mentre Beppe Grillo raccontava di mantenere il partito vendendo magliette, in realtà gli introiti provenivano da fonti molto discutibili, come la narco-dittatura di Nicolás Maduro, il narco-dittatore del Venezuela.

In un articolo del 2018 ci chiedevamo: "Come mai Di Maio e Di Battista, che in questi giorni hanno fatto il pieno di apparizioni televisive, non rispondono alla domanda -che legami ha il Movimento 5 stelle con il regime di Maduro? -"

Le loro visite a Caracas iniziate ancor prima di essere un partito, poi nel 2015, si sono susseguite anche nel 2017 e in altre occasioni.

Spesso mi hanno considerato un visioario, ma così non era. Il M5S è una creatura del chavismo venezuelano e della tirannia di Maduro.

Inserendo nell'area "cerca" in alto a sinistra hashtag: Venezuela M5S, Di Battista Venezuela, Movimento cinque stelle, ecc." ne troverete delle belle.

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Desde más de 4 años, los italovenezolanos se quejaron de que había algo siniestro por la extraña visita a Maduro de la delegación del M5estrellas.

Cuando hablamos de ello con los políticos italianos, se lo tomaron a la ligera. Evidentemente aún no estaba de moda hablar de Venezuela.

Si bien Grillo dijo que mantuvo su partido vendiendo camisetas, los ingresos en realidad provenían de fuentes muy cuestionables, como la narcodictadura de Maduro. En un artículo de 2018 publicado por "Familia Futura" me pregunté: "Por qué Di Maio y Di Battista, que en los últimos días se han llenado de apariciones en televisión, no responden a la pregunta "¿Cómo es que Di Maio y Di Battista, que en los últimos días se han llenado de apariciones en televisión, no responden a la pregunta de qué vínculos tiene el Movimiento 5 estrellas con el régimen de Maduro?"


septiembre 07, 2020

TRAICIONES, INDULTOS Y ELECCIONES





“ El hombre por la ambición al poder, pierde hasta la decencia”

El poder ha sido la meta de todo ser humano; el poder económico, el poder social, el poder religioso y el poder laboral siempre han estado sobre la mesa, esta ambición o deseo hace cometer muchos errores al que lo pretende y cuando se trata de política la suciedad florece por él.

En Venezuela la oposición y el régimen llevan más de veinte años en una guerra constante para mantener el poder, el régimen por no perder su estatus se ha valido de cualquier cantidad de artimañas llevándose por delante a quien se le atraviese y siempre con la complicidad de los que se hacen pasar por los defensores del la democracia de los venezolanos, es decir la famosa oposición.

La traición siempre ha permanecido dentro de los bolsillos de los que dirigen el mal destino del país, estos traicioneros socialistas disfrazándose con diferentes banderas políticas se han burlado del sentimiento de los esperanzadores venezolanos.

Los indultos han sido la pieza de cambio en ese rompecabezas político donde la puerta giratoria no ha dejado de pararse desde el régimen de Hugo Chávez, puerta que siempre han aceitado los partidos políticos de todos los colores desde el blanco pasando por el rojo y terminado por el azul, aquí no vale ser sentimentalistas y mucho menos fanáticos cuando se trata de decir lo que se ve.

Las traiciones y los indultos que en los últimos días se han visto en Venezuela sólo han servido para legitimar al tirano de Nicolás Maduro al que dicen desconocer pero que no hacen sino obedecer.
Interino, opositores y religiosos se siguen prestando para alimentar el proyecto socialista y hoy se están prestando para unas elecciones donde le volverán a la lavar la cara al tirano y lo siguen vistiendo de demócrata con su actitud complaciente ante sus caprichos.

El que me diga que la falsa oposición, incluyendo a todos los partidos políticos en Venezuela no han logrado coordinarse para salir del socialismo, no han entendido nada de política, porque todo ellos siempre han estado en el mismo pilón junto con el tirano y su pandilla.

Las traiciones, los indultos y las elecciones en Venezuela son parte de las negociaciones que siempre han llevado a cabo los flamantes políticos que sobrevivieron de la cuarta y los que renacieron y nacieron en la mal llamada quinta.
Con el panorama que esta viviendo Venezuela, donde el hambre y la desesperación ronda por sus calles, es inhumano  ver a los politiqueros luchar por un poder que nunca tendrán sino eliminan primero al narco estado, a las mafias organizadas y sobre todo al asesino socialista que tanto mal le ha hecho a Venezuela.

Prender participar en unas elecciones donde el control electoral y todas las instituciones están bajo el mandato de la tiranía, no es otra cosa que seguir reconociendo al que llaman usurpador.

No se puede seguir permitiendo el abuso de poder y sobre todo la traición de los que se dicen ser los salvadores, para ellos les recuerdo las frase del escritor estadounidense autor de La Espada de la Verdad el señor  Terry Goodkind ¨Sentir pena por las personas que son culpables, representa una traición a las personas inocentes”.
Venezuela está llena de millones de inocentes y por ellos no se puede seguir permitiendo la traición de los que poseen el poder y de los que por ego lo pretenden. 

“La democracia no está en la obedecía del ciudadano frente al voto, sino en la dignidad  cuando lo ejerce”

Luís Córdoba Reyes

agosto 15, 2020

La linea chavista del M5S. Anche per questo #IoVotoNo




Il M5S sempre più simile al PSUV (Il partito della dittatura venezuelana). Rinnega tutti i punti che lo caratterizza  e i suoi ‘cavalli di battaglia’ grazie ai quali ha ottenuto, nel 2018, il mandato da parte degli elettori. Oggi la vera casta.
La volontà di ridurre il numero dei parlamentari, inoltre, è un chiaro segno di voler scavalcare la volontà popolare per mantenersi al potere. Sono le stesse mosse attraverso le quali il chavismo venezuelano cominciò a radicalizzarsi, sbandierando slogan populisti sull’onestà. Sì, proprio quell’onestà che i grillini dicevano di rappresentare contro la politica corrotta di cui, ormai, sono parte integrante.
Tralasciando il discorso sulla valigetta con 3,5 milioni di euro finanziati al movimento dal regime venezuelano, di cui non si parla più per l’ordine di tacere arrivato dall’alto, malgrado non ci siano state delle vere giustificazioni se non quella che nel 2010 non erano ancora un partito (dichiarazionesmentita dal tribunale di Napoli), la ricandidatura della sindaca di Roma, Virginia Raggi, cancella sfacciatamente anche una delle più importanti promesse, quella di poter stare in carica soltanto per due mandati. In poche parole, rinnegano se stessi e voltano le spalle a chi ha creduto in loro.
Come pubblica OPENè la situazione identica a quella dell’ex sindaco di Pomezia Fabio Fucci, espulso nel 2018 dal M5s, e che si trovò nella condizione di non potersi ricandidare per un secondo mandato, dopo essere stato consigliere (per appena un anno e mezzo). A quei tempi il dogmatismo era talmente forte da impedire a un sindaco, che a detta di molti aveva lavorato bene, di proseguire il suo lavoro. Oggi, che il dogmatismo si sta incrinando, si lavora per la ricandidatura di una sindaca che, a detta di molti, non ha particolarmente brillato, seppure in un contesto estremamente difficile”.
Crimi, il segretario del M5S prova a giustificarsi così: “Un eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei cittadini e del Paese e non per se stessi)”. Ma chi è disposto a crederci? Di quali principi sta parlando Crimi? Smettiamola di farci prendere in giro.
Attraverso la piattaforma Russeau e a mosse che non guardano in faccia a nessuno, intendono mettere mano in tutte le istituzioni partendo dal centro dello Stato, Roma, per arrivare in tutta l’Italia, alleandosi con il PD per un processo, a dir poco inquietante, con cui non a lungo proveranno a mettere mano alla Costituzione, un brutto capitolo per la democrazia, con l’obiettivo di dar vita a un totalitarismo in stile sudamericano. Uno dopo l’altro sembrano i fatti più tristi che hanno segnato il Venezuela. Durante  l’evento del “Villaggio Russeau” hanno parlato di modifiche alla Costituzione. Sì perché quella sull'«introduzione del principio di laicità della Repubblica» è stata una delle proposte al centro del dibattito.
Attraverso un  ddl presentato al Senato alla fine di giugno si  prevede una modifica al primo articolo della Costituzione, che diventerebbe così: “L'Italia è una Repubblica democratica e laica, fondata sul lavoro». Un provvedimento per tutelare «chi professa il proprio ateismo”.  La domanda sorge spontanea: laica per poi diventare mussulmana? Non sarebbe da stupirsi visto la vicinanza grillina con l’Iran. [Il Giornale].
La morte della regola dei due mandati, non è che il primo passo strategico per applicare tale regola anche su scala nazionale e non soltanto regionale. Cosa succederà nelle elezioni amministrative? Attualmente non potrebbero ricandidarsi molti rappresentanti grillini, come Di Maio, Bonafede, Manlio Di Stefano e molti altri. Ma siamo certi che troveranno ancora un escamotage per rimanere al potere stravolgendo e rinnegando, per l’ennesima volta, tutte le promesse fatte agli italiani i quali, sostenendo il M5S, si ritroveranno come i venezuelani,  con una piccola rappresentanza in Parlamento.
Sempre più simili a Nicolás Maduro, il tiranno sostenuto dai pentastellati.
La “rivoluzione” (termine caro a Di Battista e Di Stefano) di ferragosto segna la possibilità del triplo o multiplo mandato e di allearsi con quelli che fino a un anno fa rappresentavano i nemici del M5S, il PD. Hanno rinnegato Casaleggio, chissà se con il beneplacito del figlio.
Come fanno a prendere decisioni in base a voti online su una piattaforma nelle mani del M5S?
Critico nei confronti del voto online sulla piattaforma Russeau, anche Cesare Mirabelli. L'ex presidente della Corte costituzionale, alla Stampa, ha dichiarato: "Se c'è questa adesione suppostamente popolare, il Capo dello Stato potrebbe poi prendere posizioni diverse? È chiaro che il quesito sulla piattaforma telematica è di assoluta genericità".
"Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un'altra simile, uno strumento per l'esercizio della sovranità", ha spiegato a Repubblica Giovanni Maria Flick. I costituzionalisti si dicono così contro il voto sulla piattaforma pentastellata voluto da Di Maio.

Le amare conclusioni.
Parlavano di rinnovamento della politica, giuravano che non si sarebbero alleati con nessuno, promettevano che nessuno poteva avere oltre un mandato, garantivano che qualunque fosse indagato sarebbe stato costretto a dimettersi e, invece, nonostante siano indagati, sono sempre lì.
Oggi si sono “evoluti” dicono, sono un vero e proprio partito politico, del genere che, fino a qualche anno fa, volevano eliminare.
Per mantenere un posto al potere, fanno di tutto per allontanare possibili elezioni e passo dopo passo hanno confezionato un partito che accarezza l’idea di una giovane dittatura alla venezuelana che potrebbe diventare un grosso problema per la democrazia italiana.  Tagliando il numero dei parlamentari,  potranno decidere tra pochi intimi, anche di mettere mano alla Costituzione, come lo hanno più volte dichiarato. Hanno l’esempio del loro amico Maduro, posseggono il manuale “come diventare una dittatura moderna senza far rumore”.
Se si aggiunge il sostegno dei pentastellati all’espansionismo cinese e  all’Iran, il gioco è fatto e servito.
Si salvi chi può!


junio 23, 2020

Si riempiono la bocca di discorsi su diritti umani e sostengono la dittatura di Maduro




Si riempiono la bocca di belle parole e di discorsi sui diritti umani e sulla democrazia, poi sostengono le dittature.  Quando in gioco subentra la credibilità degli intoccabili, calano le maschere e fanno squadra, oscurando la verità.
Le parole di Paolo Mieli non sono certamente quelle di chi non conosce l’atroce verità sul Venezuela, sono parole che vanno in soccorso alla casta di cui, forse, fa parte.  È possibile che dietro quel viso da persona per bene si celi un freddo opportunista?
La storia del Venezuela degli ultimi anni ormai la conoscono tutti. Che sia un’atroce dittatura non è un mistero, la repressione, la tortura, i detenuti politici e l’uccisione di giovani ragazzi che manifestavano protetti solo da scudi di cartone, non importano? Sono fatti che non potranno mai essere cancellati dalla storia delle tirannie nel mondo. Per l’ennesima volta bisogna ricordare al sig. Mieli  che quella venezuelana è la più grande diaspora dell’America latina, 5.1 milioni di persone fuggite da quella che per lui non sarebbe una dittatura.  Si può cambiare quel nome solo per “narco-dittatura”, visto che Maduro, insieme ad alti rappresentanti della cupola mafiosa al potere in Venezuela, sono accusati di narcotraffico e terrorismo.
In Venezuela, non esistono i diritti umani e  sorvolare sui crimini di lesa umanità, appare come un tentativo di proteggere la nuova casta italiana, poché potrebbe essere coinvolta in un finanziamento illecito da parte del chavismo di cui ha scritto ABC. Quando Mieli afferma che ci sarebbe “una parte del popolo schierata col governo” (che governo non è, ma è un regime)  non fa che ripetere le parole  di coloro che vogliono cambiare la realtà per il proprio tornaconto, elogiando una falsa democrazia alla cubana. Il 22 gennaio 2018 Pino Cabras (M5S), durante la Commissione per gli Affari Esteri, ebbe il coraggio di parlare del sistema elettorale venezuelano come il migliore del mondo e che la stampa godrebbe di libertà di espressione. Disinformazione o semplici grossolane bugie? Le stesse parole che abbiamo sentito anche da Di Stefano e da Di Battista.  
Tutto parrebbe  un piano di salvaguardia del M5S e, certamente, di aiuto a Maduro. Non si spiegherebbe altrimenti la cecità di fronte alle evidenze che in Venezuela il regime chavista ha distrutto tutto, condannando a morte il popolo e, nel migliore dei casi, alla fuga dei venezuelani.

Si riempiono la bocca di discorsi sui diritti umani e poi si alleano con le dittature. Parlano di fascismo e dimenticano i 1.500 venezuelani che muoiono ogni giorno, non in epoca di coronavirus, ma da molti anni. Per crimini di Stato e miseria.
Ma quanto sono credibili quando parlano di fascismo, ma di fatto sono i  primi difensori dell’assolutismo e il crimine al potere? Penso che gli italiani debbano prendere le distanze da gente come loro. Il modello che inseguono è quello che anche il chavismo ha inseguito, quello castrista.

@cosmodelafuente

Se llenan la boca con hermosas palabras y discursos sobre los DDHH y la democracia, luego apoyan las dictaduras. Cuando la credibilidad de los intocables está en peligro, forman equipo contra todos.
Las palabras de Paolo Mieli (periodista, ensayista y columnista italiano que se ocupa principalmente de política e historia) ciertamente no son las palabras de quien no conoce la atroz verdad sobre Venezuela, son palabras que quiern ayudar a la casta de la cual, tal vez, forma parte. ¿Es posible que detrás de la cara de “buena gente” se esconda un oportunista?


Todos conocen la historia de Venezuela de  los últimos 22 años. Que sea una dictadura atroz no es un misterio, la represión, la tortura, los presos políticos y el asesinato de jóvenes manifestantes protegidos solo por escudos de cartón no podrán ser borrados de la historia de las tiranías en el mundo. Por enésima vez debemos recordarle al Sr. Mieli que la diáspora venezolana es la más grande de América latina, 5.1 millones de personas que han huido de lo que – según él - no es una dictadura. Ese nombre solo se puede cambiar por "narco-dictadura", dado que Maduro y su cúpula, están acusados ​​de narcotráfico y terrorismo.
En Venezuela, los derechos humanos no existen y pasar por alto a esos crímenes de lesa humanidad aparece como un intento de proteger a la nueva casta italiana, la que debe protegerse porque podría estar involucrada en una financiamiento ilícito del chavismo, sobre el cual escribió ABC.  Cuando Mieli dice que habría "una parte de la gente alineada con el ‘gobierno’ (que no es gobierno, sino un régimen), no hace nada más que repetir las palabras de aquellos que quieren cambiar la realidad, alabar una falsa democracia estilo cubano. El 22 de enero de 2018, Pino Cabras (diputado del Movimiento 5 Estrellas) durante la Comisión de Asuntos Exteriores, tuvo el coraje de hablar del sistema electoral venezolano como el mejor del mundo y de que la prensa goza de libertad de expresión. ¿Desinformación o simples y vulgares mentiras? Palabras que también han utilizado Di Stefano y Di Battista, dos piezas revolucionarias del M5E.
Todo parece ser un plan para salvaguardar el Movimiento chavista italiano y, por supuesto, para ayudar a Maduro. La ceguera ante la evidencia de que en Venezuela el régimen chavista lo ha destruido todo, condenando a los venezolanos a huir, no se explicaría de otra manera.
Se llenan la boca con discursos sobre los derechos humanos y luego se alían con dictaduras. Hablan sobre el fascismo y se olvidan de los 1.500 venezolanos que mueren todos los días, no en la era del coronavirus, sino durante muchos años. Por crímenes de estado y la miseria infligida.
¿Pero cuán creíbles son cuando hablan del fascismo, pero de hecho son los primeros defensores del absolutismo y el crimen en el poder? Creo que los italianos tienen que distanciarse MUY lejos de personas como ellos. El modelo que persiguen es el que también ha seguido el chavismo, el castrismo.

@cosmodelafuente

mayo 21, 2020

Carestia, blackout continui, senza benzina, acqua e cibo, il Venezuela non bada alla pandemia e torna al baratto



È comprensibile che nelle numerose zone più povere delle città venezuelane, la maggior preoccupazione della gente è quella di procurarsi il cibo per nutrire la propria famiglia. Ormai, in Venezuela, si ricorre al baratto ma, per poterlo esercitare occorre stare in strada. Il venezuelano comune deve scegliere se rischiare il contagio o morire di fame.

Il baratto si è sentito dopo il 2013, anno in cui gran parte dei prodotti di base ha iniziato a scarseggiare e in cui la persona che aveva prenotato un prodotto ha cercato di scambiarlo con altre persone per qualcosa di cui avrà bisogno.


Un caso, come milioni di altri, lo racconta “Voice of America”.  Nella casa di Raiza García vivono dieci persone, inclusi figli e nipoti. La sua maggior preoccupazione è la mancanza di soldi per acquistare gli alimenti, mentre la pandemia passa in secondo piano. Raiza racconta: “ per preparare il pranzo, oggi ho scambiato quattro banane per un pacchetto di farina di mais per prepare arepas, non possiamo più nemmeno comprare una dozzina di uova”.
"In questi momenti, in cui tutti hanno paura e nessuno vuole permetterti di entrare nella loro casa per paura dell’infezione, la vita è diventata più difficile per noi e ogni giorno l'alto costo della vita ci impedisce di più".
Ogni giorno c’è un prezzo diverso. Risparmi per comprare domani e domani e non puoi non puoi acquistare, perché il costo è triplicato.
Come se non bastasse la crisi umanitaria che da anni attanaglia il paese,  saccheggi e proteste per l'aumento dei prezzi alimentari e la carenza di benzina. Uno dei paesi con le maggiori riserve al mondo è in ginocchio per la mancanza di benzina. Una triste realtà difficile d’accettare.
L'acuta crisi di cui il Venezuela stava già soffrendo è stata aggravata dalla carenza di benzina e acqua oltre al confinamento con cui il governo Nicolás Maduro cerca di contenere la diffusione del virus, ma che in realtà nasconde sempre lo stesso progetto: azzittire le proteste.  Il dittatore conosce perfettamente la situazione e il disagio, eppure sorvola sulla necessità della popolazione.
Pertanto, secondo i resoconti dei media locali, sono stati segnalati saccheggi e rivolte nelle città di Machiques (stato di Zulia), Los Teques e Santa Lucía (Miranda), Manzanillo (Nueva Esparta) e Cumaná (Sucre).  La fuga dei venezuelani dal loro paese è giustificata dalla ricerca di una normale qualità della vita, in fuga da una dittatura opprimente.
Il pericolo assume carattere internazionale.  La caparbietà di Nicolás Maduro di rimanere al potere ha moltiplicato le tensioni non solo in Venezuela ma in tutto il mondo. Negli ultimi giorni c'è stata un'escalation delle dichiarazioni sia degli Stati Uniti che della Russia e dell'Iran. Minacce, avvertimenti e movimenti militari sembrano lasciare alle spalle un atteggiamento passivo che aveva dominato tra gli alleati e gli avversari del regime Chavista.
Gli avvertimenti di Washington a Teheran, le confutazioni del governo islamico e la convocazione di Mosca del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sono gli ultimi sviluppi che rendono il Venezuela il terreno di scontro tra Stati Uniti, Cina, Russia e Iran.
Sostegno a "narco-dittature"
Il capo del Comando meridionale degli Stati Uniti, ammiraglio Craig Faller, ha avvertito che Cina, Russia e Iran cercano, in mezzo all’emergenza per la pandemia di COVID-19, di "riscrivere l'ordine mondiale" attraverso "narco-dittature" come quella di Nicolás Maduro in Venezuela.

L'ammiraglio ha fatto riferimento alle cinque petroliere iraniane giunte con pezzi di ricambio ed energia ai porti venezuelani per tentare di riprendere le attività delle raffinerie paralizzate a causa della mancanza di manutenzione e del deterioramento della gestione del PDVSA. Faller ha avvertito che le navi da combattimento statunitensi sono attive e vigili nei Caraibi contro il narcoterrorismo.
"Il regime di Maduro ha il sostegno della teocrazia iraniana e dei suoi ayatollah", ha avvertito l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, che martedì ha chiesto di reprimere l'Iran per aver sfidato le campagne di massima pressione statunitensi contro Maduro.
Il sostegno di Teheran a Caracas è stato recentemente circondato da scandali per i rapporti pubblicati sui principali media secondo cui il regime di Nicolás Maduro ha consegnato 9 tonnellate di oro dalle riserve internazionali all'Iran in cambio di un aiuto per riparare le raffinerie la cui tecnologia sconosciuto.
Il Venezuela protagonizza un brusco calo nella produzione di petrolio e derivati. Le raffinerie hanno preso fuoco e i pozzi sono stati resi inutili a causa di un malfunzionamento, ma soprattutto per il degrado a cui sono state abbandonate dall’incompetenza del regime che, finora, ha preferito sostentarsi dal narcotraffico internazionale.
Per la cattura di Nicolás Maduro, gli Stati Uniti offrono una ricompensa di $ 15 milioni e $ 10 milioni per molti dei suoi massimi funzionari. Sono tutti accusati di traffico di droga, terrorismo, riciclaggio di denaro, violazione dei diritti umani e crimini contro l'umanità, tra gli altri crimini.
Intanto i cittadini venezuelani, che certo non hanno il tempo di occuparsi di geopolitica perché, come già detto, è alla ricerca disperata di cibo e acqua, vivono nella disperazione. 
L’impossibilità di spostarsi, causato per la mancanza di benzina, rende problematico ai dializzati e a chi deve usufruire trattamenti chemioterapici, di raggiungere ambulatori e ospedali.
Un tassista, che ha preferito non identificarsi per paura di ritorsioni, racconta che per una settimana è stato in fila per fare rifornimento di carburante e che non si muoverà fino a raggiungere l'obiettivo. "Ci hanno affamati, sudore e lacrime", ha detto. Si arriva a 30 ore di coda.
La polizia nazionale – al servizio di Maduro – detiene una sorta di traffico della benzina. La poca disponibile la tiene per sé, scavalcando le interminabili code e, se ne resta un po’, la vendono a pressi insostenibili. Non si dimentichi che uno stipendio medio venezuelano è di 5$ al mese e un litro di benzina, venduta a oltre un dollaro, è una spesa che quasi nessuno potrebbe sostenere.
Come si può ancora parlare di negoziati e dialoghi con una tirannia che ha dichiarato guerra al popolo? Come si fa da una parte criticarne il modus operandi e –sottobanco- stringere affari con questi personaggi nefasti. Parrebbe che non ci sia una reale volontà di aiutare un popolo disperato.
Come si fa a non essere radicali di fronte a tante ingiustizie?

@cosmodelafuente  (Twitter)

Fonti: