Spesso l’invidia svela quanto si possa essere
infelici e deboli alla ricerca di aiuto. La costante attenzione su quello che
fanno gli altri, o una persona in particolare, se si trasforma in malessere, è
solo il sintomo di noia profonda che invade chi la prova.
Una cosa è certa, siamo liberi di esprimere il
nostro parere, se riteniamo che possa essere utile allo scopo di
sensibilizzare, essendo propositivi, spronando chi potrebbe ottenere dei risultati
e non lo fa; siamo liberi soprattutto se lo facciamo senza offesa e dalle
nostre pagine, a casa nostra e non per questo l’invidioso, che normalmente si
dichiara sostenitore dello stesso obiettivo dell’invidiato, nel vano tentativo
di rendergli il percorso difficile, parla a sproposito o agisce grossolanamente,
rischiando di piazzarsi all’opposizione, ovvero tra quelli che sono “veramente”
dall’altra parte. Questi ultimi, però, sono credibili poiché sono dichiaratamente
da “quella” parte mentre noi da “questa”.
In buona sostanza gli invidiosi, nel
tentativo di nuocere, accrescono l’importanza dell’invidiato rendendogli la
strada molto più interessante. Ma qualcosa va chiarito.
Eppure sarebbe facile per lui non soffrire,
basterebbe guardare da un’altra parte, ma è più forte di lui, gira e rigira, come un'anima in pena, nella zona di sofferenza, rodendosi il fegato e non portando nessun aiuto alla causa di
cui si dice sostenitore. Per quanto riguarda il mio lavoro di sensibilizzazione sul Venezuela, vorrei ribadire che Il mondo è fatto di noi, i media siamo noi, le nostri
singole voci, se chiediamo ai giornali di parlare ovviamente lo possiamo
chiedere anche a chi, avendo un ascendente sul pubblico, resta immobile e non
lo fa. Tre possono essere i casi: 1) non è interessato; 2) sta dall’altra
parte, 3) non se la sente. Siamo liberi
di "notarlo", così come protestiamo quando sappiamo che qualcuno, dall’altra
parte, appoggia chi noi vogliamo si allontanasse dal nostro Venezuela.
Chi potrebbe ottenere ottimi risultati e non lo
fa potrebbe soltanto aver bisogno di un incoraggiamento per poi dare un apporto importante. Resta,
ovviamente, libero/a di non fare nulla, come io resto libero di dirlo.
Unico dubbio che mi resta: ma questa gente (l'invidiosa) è realmente
interessata al successo del risultato? Ho i miei dubbi.
Secondo un’interessante e vecchio articolo di
Vittoria Nervi gli invidiosi utilizzerebbero regolarmente delle parole, al
momento di elargire ‘finti’ consigli all’invidiato:
vacci piano; controllati, aspetta con calma,
fai un passo indietro, gioca sul sicuro, accontentati. E’ proprio vero! In molti commenti li ritrovo!
Non possiamo negarlo, l’invidia fa
parte di un bagaglio emotivo che a volte può, addirittura, essere utile a
scaricare lo stress. Secondo una ricerca dell’Istituto Nazionale giapponese, è
scientificamente provato che a livello cerebrale si attivano delle aree legate
al piacere di fronte alla sfortuna di chi s’invidia. Sarebbe simile al
godimento che si prova mangiando della cioccolata che favorisce la produzione
di serotonina, un ormone che ha un’azione stimolante sul sistema nervoso e sull’umore.
Per certi, vedere una certa persona in difficoltà, è un vero e proprio
godimento. Una situazione difficile da gestire, che logora chi la sente. Sempre
studiando questa scrittrice, mi piace sottolineare che :
L’invidia nei confronti di qualcuno è proprio
una brutta bestia che denota una bassa autostima. Chi ne viene roso spesso
assume atteggiamenti che sta criticando in un altro e lancia due frecce
avvelenate che, in sostanza, contengono questi messaggi:
1) Ti sono
ostile perché hai più di me (ad esempio soldi, o successo, o notorietà, o
amicizie, o simpatizzanti,ecc.)
2) Mi
vendico di te sparlando di te alle spalle, mettendoti in cattiva luce.
a)
Se hai fiducia in te e sai quelo che vuoi vieni descritto come un arrogante che se la
tira.
b)
Se sai quello che fai e hai obiettivi ben chiari da raggiungere
dicono che sei chiuso in te stesso.
c)
Se segui le tue linee ti dicono che pensi di essere chissà chi.
d)
Se credi nella gentilezza e nel condividere con gli altri,
sostengono che sei ingenuo.
e)
Se hai speranze e qualche sogno ti diranno di tenere i piedi per
terra.
Mi dispiace un po’ per l’invidioso
perché ha sempre paura di mettersi in discussione e non riescono a cambiare,
proiettano i loro rimpianti e i loro insuccessi su di te. Parlano di rispetto e
sono loro che, per forza di cose, perdono lo stile.
Mi piace finire con la frase di Gandhi :
prima ti ignorano, poi ti
prendono in giro, in seguito ti combattono e, alla fine, vinci tu.
(#Cosmo)
#VenezuelaLibre