1.100 euro al mese.
E’ il sogno di un italiano medio
ed è l’aumento di stipendio di ogni Parlamentare.
L'aumento è
stato approvato all'unanimità dal governo Monti, che noi ci permettiamo di
ribattezzare come il Governo Pinocchio.
Un Governo che promette “lacrime
e sangue per tutti” salvo dimenticarsi di rettificare “per tutti voi cittadini
italiani di ceto basso, non certo per noi altri”.
E’ chiara la faccenda?
1.100 euro che fanno la
differenza per chi non li ha e li vede come un miraggio ed una speranza o per
chi se li intasca e non gli bastano mai. Perché alla fine della storia di denaro
ce n’è, in Italia, ma non certo per il popolino.
La situazione è seria e
tragica. Chi gestisce il Paese con il nostro consenso fornito dal VOTO (e anche
non, dal momento che il Governo Pinocchio non è stato nemmeno approvato da noi
cittadini), dovrebbe ricordare di avere una MISSIONE da svolgere e non avere
avuto il culo di essere approdato nel mondo dorato, nell’isola dei balocchi, nel
castello incantato o nel deposito di Zio Paperone.
Eppure il Paese del bengodi
esiste davvero, con buona pace di pensionati, impiegati, invalidi e dei tanti,
troppi cassaintegrati e disoccupati che abitano le nostre città.
Il Governo Pinocchio ha
decretato tagli a tutti i comparti sociali, mannaiate vessatorie contro ed ai
danni della cittadinanza. Ma, puntuale come una cambiale in scadenza, ecco che
ogni anno i già troppo gonfi stipendi di pochi (circa 1000 pseudopolitici)
contro una nazione di 60milioni di persone, si gonfiano ancor più. E vengono
pagati puntualmente a differenza dei nostri scarsi e miseri stipendi che non
bastano nemmeno a mantenere una singola persona, figuriamoci una famiglia.
Sappiate che ogni fazione
politica vota ogni anno all’unanimità il proprio aumento di stipendio: nessun
assenteista in questo caso, non c’era da dubitarne. E sappiate che
gli stipendi Parlamentari non possono subire pignoramenti o tassazioni.
Lo scorso anno, la Parlamentare
Gabriella Carlucci (PDL) si
lamentò alquanto del “misero stipendio Parlamentare” perché a suo dire,
le tante spese di rappresentanza (...) le prosciugavano le tasche ogni mese. Una
poveretta costretta ad arrancare giorno dopo giorno fra un aereo in prima classe
o di Stato e le tante “incombenze” di una carriera troppo facile per essere
rispettata come tale.
Si perde il lume della ragione
ad avere troppo e troppo facilmente. Si perde il contatto con la realtà, si
mistificano verità. Si perde il conto delle volte in cui ci si concede una
agevolazione in più, rispetto alla Massa che langue e perde speranza di vita
ogni giorno.
Come ci si può aspettare che
poi questa gentaglia che ha il coraggio e la faccia di culo di dire “lavoriamo
per il bene del Paese” faccia davvero qualcosa per il Paese? Chi glielo fa
fare?
La popolazione serve al momento
opportuno, serve quando necessitano voti o espressioni di simpatia verso questo
o quel partito. Per il resto, che la popolazione vada a cagare, che loro hanno
ben altro da fare. “Lavorano” per il Paese, loro. Si, per affossarlo,
ridicolizzarlo, scandalizzarlo.
C’è persino chi si veste della
pelle dell’orso, nasconde i propri scandali sotto la copertina e si erige a
salvatore della Patria, così, giusto per prendere per il culo tutti una volta di
più.
Non c’è senso morale, come già
gridava Cicerone ai suoi tempi “oh tempora, oh mores”!
Manca il senso della vergogna,
manca una reale volontà di servire il Paese. Qui in Italia, il primo che si
sveglia al mattino e decide di far di tutto per entrare in Politica, lo fa al
solo scopo di ribaltare la propria esistenza: ottenere tutto, a danno dei
cittadini.
Che magari lo votano pure,
brogli ricorrenti a parte.