Siamo alle solite! Quando c’è di
mezzo un uomo, a fronte anche soltanto di un sospetto di reato che nulla ha a
che vedere con la sua paternità, deve essere, comunque, penalizzato. Parolisi è sospettato di essere l’assassino di
Melania, ma questo non posso stabilirlo io, anche perché chi se ne occupa c’è.
Se è lui colpevole di un omicidio di quel tipo deve pagare e stare in galera a
vita. Non posso dire che si tratta di una persona a modo, certo: traditore,
maialone, bugiardo e chi più ne ha più ne metta. Chi siamo e cosa rappresentiamo, noi padri, colpevoli di essere il 'maschio' prima di qualsiasi altra colpa.
Non mi risulta che Parolisi,
però, si sia macchiato di qualche atteggiamento sbagliato nei confronti di sua
figlia e neppure la famiglia di origine. Non capisco allora come in questo
Paese esistono sempre due metri di valutazione che, guarda caso, si
rispecchiano sempre nella dualità maschio femmina.
Perché assassine, condannate,
come la Franzoni può continuare a vedere i suoi figli (accusata di averne
ucciso uno), mentre Parolisi, che non ha fatto mai male a sua figlia, non può
più vederla? Perché in questo Paese esistono ancora cittadini di serie B e
cittadini di serie A?
Non dimentichiamo il caso di
Faccini, di cui mi sono occupato per sua richiesta,il carabiniere che uccise ex moglie, amante della stesa e madre,
disperato e ormai impazzito dalla rabbia dopo che per l’ennesima volta un
avvocato della premiata ditta ‘divorzificio’ e la madre di suo figlio
continuavano a dirgli che ormai aveva perso la Patria potestà.
La mamma è sempre la mamma,
recita una sorta di proverbietto trito e ritrito, anche se è un assassina di
figli, il padre, invece, malgrado sia solo sospettato e non dei propri figli, è
sempre il mostro. Questo nel paesi
dei luoghi comuni. Chi si occuperà del diritto ad essere 'padre'?
Silenzio. Non fidatevi ancora di nessuno.
Cosmo de La Fuente