noviembre 27, 2006



Claudia Koll, oggi 'cuore di mamma'

Perchè molte persone, di ambo i sessi, improvvisamente cambiano? Quando è scelta e quando invece è costrizione?
http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=1453

Cosmo de La Fuente
cosmo@cosmodelafuente.com

Con riferimento all'articolo 'Il matriarcato nel diritto di famiglia'
Ci scrive un nuovo amico:
Egregio Signore, ho letto il Suo articolo interessante e toccante, proprio nel periodo in cui ho sicuramente più bisogno di notizie in merito alla possibilità dell'affido condiviso.E, ovviamente, non posso che deprimermi maggiormente leggendo.Infatti, alla iniziale mia "baldanzosità" derivante dalla nuova legge sull'affido condiviso, sta in questi giorni sopraggiungendo una sempre maggiore metabolizzazione del fatto che tale legge, forse perchè molto "a largo spettro", non venga applicata pedissequamente.Sono in attesa di produrre un ricorso contro la mia ex-compagna, la quale vive a casa della madre con mia figlia, che mi consente di vedere un'oretta tre volte la settimana.Più di tutto, del Suo articolo mi ha colpito la parola chiave del titolo: MATRIARCATO, che è quello che impera nella casa dove attualmente sta la mia ex-compagna con mia figlia, dove è la nonna materna che comanda, da vero matriarca, sostituendosi al padre (e alla madre).Premetto che la bimba ha solo 10 mesi. Ma non è anche vero che la "crescita condivisa" dovrebbe iniziare da subito?Ho presentato al mio legale una dettagliata relazione sulla situazione, che sarebbe troppo lungo e riduttivo sintetizzare qui...Ma lo stesso mio legale l'ha punto per punto smontata e sminuita, forse per cominciare a "prepararmi" psicologicamente a non avere grandi aspettative dalla applicazione di questa legge.Le sarei molto grato se volesse indirizzarmi e/o suggerirmi in tal proposito. Distinti saluti.
Emanuele Calabrò
Forza e coraggio Emanuele,
non sei da solo.
Cosmo
L’iniquità del diritto di famiglia raggiunge la sua apoteosi contemporaneamente alla celebrazione di uno pseudo matriarcato che inferisce il suo attacco mortale fin dall’inizio della separazione legale dei coniugi. All’interno delle aule di un tribunale i protagonisti sono sempre gli stessi; la vincitrice; il perdente; il/i figlio/i vittima/e ; il boia. Esiste una sequenza fissa di funzioni, come ci insegna Propp nella sua ‘morfologia della fiaba’. Ma non è fiaba…è realtà crudele. Un giudice, che il più delle volte non conosce nemmeno la famiglia di cui sta segnando le sorti, non corre rischi, è al sicuro. Egli sa a priori chi sarà il condannato: il padre. Un film di cui si conosce già la trama impietosa. Persino gli assassini della peggiore specie hanno una giuria attenta che ascolta e valuta le prove contro e a favore, ma lo sfortunato genitore non gode di questo democratico privilegio.E’ un matriarcato sui generis perché la figura del padre non è secondaria a quella della madre ma viene, addirittura, completamente cancellata dalla vita dei figli. Se il termine “matriarcato” non descrive questa situazione, come potremmo allora definire questo mostro di famiglia monogenitoriale originata dal nostro sistema infermo? Siamo di fronte a una curiosa situazione dove una legge “fantoccio” adotta un testo a dir poco ambiguo, che dà e toglie allo stesso tempo e, inesorabilmente, alla fine pretende la scomparsa in vita del padre.Dopo due anni di riflessioni e di ascolto delle storie più incredibili, mi sono fatto una mia idea. E’ più comodo fare come fanno tutti, il giudice risparmia tempo e si depura da ogni dubbio agendo come tendenzialmente si agisce. Favorire la madre e crocifiggere il padre, questo è il procedimento.La faziosità di questo sistema emerge anche in quei rari casi dove il padre è l’affidatario. Cambiano i ruoli ma la trama è la stessa, anche in quel caso, infatti, il genitore non affidatario viene completamente escluso e privato di qualsiasi diritto genitoriale. A cosa serve una legge sull’affido congiunto quando di fatto non viene mai applicata?Dobbiamo pensare a una specie di codardia giuridica? Una pusillanimità dimostrata anche dal silenzio dei media, una sorta di tabù impossibile da scalfire. I suicidi, i delitti, le crisi depressive e il dissanguamento economico del padre, malgrado siano eventi causati da questa codardia, non vengono minimamente presi in considerazione.Immerso in uno stato di demoralizzazione, sfiduciato come tutti di fronte alla realtà dei fatti e angosciato di fronte all’impotenza di chi subisce tale misfatto, ho cercato invano un colloquio col mondo politico.Perché i nostri politici non si occupano seriamente di questo dramma? Non è possibile che nessuno ci abbia pensato e poi chissà quanti di loro sono stati vittime dei tribunali di famiglia. Ho concluso che anche tra i politici si fosse diffusa la malattia della codardia. Se non riuscivo a trovare qualcuno disposto anche solo a parlarne che speranze reali c’erano di trovare chi volesse metterci le mani?. . Siamo passati attraverso tabù di ogni genere, spesso ingiusti e distruttivi, ma da quello della penalizzazione garantita del padre non si è riusciti ad uscirne fuori. Quando ormai non ci contavo più ho ricevuto risposta dall’onorevole Sandro Bondi e poi un appuntamento. Grato dell’opportunità offertami e conscio dell’importanza che avrebbero potuto avere le mie parole per milioni di persone, ho cercato di rendere il più fruttuoso possibile l’incontro esponendo tutti i dubbi e le ingiustizie subite dai genitori separati dai propri figli. Bondi, che aveva ben presente il testo della legge sull’affido condiviso, ha ascoltato attentamente il mio discorso, pressochè simile ai discorsi che si fanno nelle riunioni delle numerose associazioni. Ha convenuto sul male perpretato ai minori rimasti orfani di un genitore vivo. Un uomo attento e moderato che umilmente, ha dato ascolto a una voce che parlava di dolore generato dall’indifferenza. Pensando ai minori, nel rispetto dei diritti della madre e del padre, l’impegno da parte del portavoce di Forza Italia è stato quello di aiutarci a rendere noto questo dramma attraverso stampa e tv. Il testo della legge sarà nuovamente esaminato: E’ evidente la buona volontà dell’unico partito ancora capace di stare con i piedi per terra e di mettersi controcorrente in nome della libertà, della giustizia e della democrazia. Nessun altro mi ha preso in considerazione. Se il buon giorno si vede dal mattino c’è da domandarsi da quale parte potrebbe giungerci una speranza di giustizia. A me appare palese.
Cosmo

2 comentarios:

Anónimo dijo...

Bellissimo il tuo pezzo su La voce di Fiore. I padri sono costretti, hai ragione.
Enzo

familia futura: An eye on the world dijo...

Egregio Signore, ho letto il Suo articolo interessante e toccante, proprio nel periodo in cui ho sicuramente più bisogno di notizie in merito alla possibilità dell'affido condiviso.
E, ovviamente, non posso che deprimermi maggiormente leggendo.
Infatti, alla iniziale mia "baldanzosità" derivante dalla nuova legge sull'affido condiviso, sta in questi giorni sopraggiungendo una sempre maggiore metabolizzazione del fatto che tale legge, forse perchè molto "a largo spettro", non venga applicata pedissequamente.
Sono in attesa di produrre un ricorso contro la mia ex-compagna, la quale vive a casa della madre con mia figlia, che mi consente di vedere un'oretta tre volte la settimana.
Più di tutto, del Suo articolo mi ha colpito la parola chiave del titolo: MATRIARCATO, che è quello che impera nella casa dove attualmente sta la mia ex-compagna con mia figlia, dove è la nonna materna che comanda, da vero matriarca, sostituendosi al padre (e alla madre).
Premetto che la bimba ha solo 10 mesi. Ma non è anche vero che la "crescita condivisa" dovrebbe iniziare da subito?
Ho presentato al mio legale una dettagliata relazione sulla situazione, che sarebbe troppo lungo e riduttivo sintetizzare qui...Ma lo stesso mio legale l'ha punto per punto smontata e sminuita, forse per cominciare a "prepararmi" psicologicamente a non avere grandi aspettative dalla applicazione di questa legge.
Le sarei molto grato se volesse indirizzarmi e/o suggerirmi in tal proposito. Distinti saluti.
Emanuele Calabrò