Riparliamo di Giacomo (nome di fantasia), questa è la sua risposta. La prima parte era nel post "Depressioni".
Dov’è mio padre?
Quale dei due: quello vero o quello che ho sempre desiderato? Quello vero non esiste perché quell’uomo ha scelto di non esistere né per né per mio fratello.
Quello che ho idealizzato vive nel mio cuore ogni giorno mi consiglia e cerca di addolcire la mia vita amara. Amara perché sono depresso e vivo malissimo la mia omosessualità, e penso che per mio fratello sia la stessa cosa.
Un padre che non si è fatto mai vedere da noi e che, anche cercato, ha preferito eclissarsi per sempre, mentre mia madre da sola ha cercato di tirare su due figli.
Anche per quello vivo la mia omosessualità come un ulteriore peccato e una condanna per quella donna che non riesce ad accettare di avere due figli come noi, le sembra di essere la responsabile.
Mi vergogno e non mi sento bene. Riesco a sentirmi meglio quando ti scrivo e quando vado dal mio psicologo, ma poi quando rientro a casa faccio i conti con me, e sono proprio io ad essere ipercritico e severo.
Non ne ho mai parlato con nessuno oltre a mio fratello, a mia mamma e ora con te.
Non uscirò mai allo scoperto anche perché non mi interessa farlo, sono un anormale, hanno ragione quando lo dicono.
Mi sento male, malissimo e quando provo desiderio per una persona del mio stesso sesso mi vorrei far del male, picchiarmi, mordermi. Mi guardo allo specchio e mi dico: “fai schifo”.
Lo so che molti penseranno che è anche colpa di mio padre ma non so fino a che punto lui sia responsabile della nostra omosessualità.
So che se avessi avuto un padre forse avrei potuto parlare e confidarmi, cercare aiuto e sentirmi protetto in qualche maniera.
Mia mamma non ha fatto nulla per allontanarlo da noi e forse gli ha anche detto che siamo gay entrambi e questo l’avrà convinto a sparire.
Ho letto l’articolo di quel ‘papà gay’ chissà se suo figlio un giorno si vergognerà del padre e scomparirà lui per sempre. Non è giusto. Non lo abbiamo chiesto noi. Anche noi vogliamo la nostra famiglia.
Non chiedermi di parlarne in pubblico e se si racconta il peccato ma non si dice il peccatore, ti ringrazio ancora per aver mantenuto il mio anonimato. Continuo a firmarmi Giacomo, ma il nome non importa. Chissà quanti come me e mio fratello vivono questa triste situazione. Vi leggo con assiduità, ogni sera.
Un abbraccio
G
Quale dei due: quello vero o quello che ho sempre desiderato? Quello vero non esiste perché quell’uomo ha scelto di non esistere né per né per mio fratello.
Quello che ho idealizzato vive nel mio cuore ogni giorno mi consiglia e cerca di addolcire la mia vita amara. Amara perché sono depresso e vivo malissimo la mia omosessualità, e penso che per mio fratello sia la stessa cosa.
Un padre che non si è fatto mai vedere da noi e che, anche cercato, ha preferito eclissarsi per sempre, mentre mia madre da sola ha cercato di tirare su due figli.
Anche per quello vivo la mia omosessualità come un ulteriore peccato e una condanna per quella donna che non riesce ad accettare di avere due figli come noi, le sembra di essere la responsabile.
Mi vergogno e non mi sento bene. Riesco a sentirmi meglio quando ti scrivo e quando vado dal mio psicologo, ma poi quando rientro a casa faccio i conti con me, e sono proprio io ad essere ipercritico e severo.
Non ne ho mai parlato con nessuno oltre a mio fratello, a mia mamma e ora con te.
Non uscirò mai allo scoperto anche perché non mi interessa farlo, sono un anormale, hanno ragione quando lo dicono.
Mi sento male, malissimo e quando provo desiderio per una persona del mio stesso sesso mi vorrei far del male, picchiarmi, mordermi. Mi guardo allo specchio e mi dico: “fai schifo”.
Lo so che molti penseranno che è anche colpa di mio padre ma non so fino a che punto lui sia responsabile della nostra omosessualità.
So che se avessi avuto un padre forse avrei potuto parlare e confidarmi, cercare aiuto e sentirmi protetto in qualche maniera.
Mia mamma non ha fatto nulla per allontanarlo da noi e forse gli ha anche detto che siamo gay entrambi e questo l’avrà convinto a sparire.
Ho letto l’articolo di quel ‘papà gay’ chissà se suo figlio un giorno si vergognerà del padre e scomparirà lui per sempre. Non è giusto. Non lo abbiamo chiesto noi. Anche noi vogliamo la nostra famiglia.
Non chiedermi di parlarne in pubblico e se si racconta il peccato ma non si dice il peccatore, ti ringrazio ancora per aver mantenuto il mio anonimato. Continuo a firmarmi Giacomo, ma il nome non importa. Chissà quanti come me e mio fratello vivono questa triste situazione. Vi leggo con assiduità, ogni sera.
Un abbraccio
G
1 comentario:
Ho trentasette anni, due figli e, anche se non ci crederete, da poco mi sono scoperto gay. Ne ho parlato con un paio di amici, con un medico e sono arrivato a parlarne ad uno psicologo.
Mi sono separato da mia moglie tre anni fa, sono uno di quei padri a cui non è stato concesso di vivere accanto ai suoi figli. Poco per volta ho visto che i bambini, sicuramente plagiati dalla madre, non volevano nemmeno vedermi. Sono andato in depressione, ho pianto per un anno e ho perso anche il lavoro. Un amico è riuscito a portarmi fuori e con lui è successo qualcosa.
Da quel momento non ho capito più chi ero. So solo che amo i miei figli, ho di nuovo voglia di vivere e sono ormai 'certamente' omosessuale.
Ti capisco caro Giacomo, la mia, però, è la storia inversa alla tua.
Non so tuo padre che tipo sia, ma, scusa l'intromissione, gli avete concesso una possibilità oppure è scomparso senza motivo?
E' vero che non bisognerebbe mai scomparire per i figli, ma a volte la situazione e le sofferenze sono atroci e non hai via di scampo.
Grazie Cosmo.
Bruno (Cremona)
Publicar un comentario