junio 07, 2006

Un assassino chiede perdono




[Cosmo de La Fuente]

Quali siano i motivi per cui una mente venga colta da raptus di follia e scateni l’ira omicida di una persona, non ci è dato saperlo ma, se riflettiamo un po’,possiamo almeno provare a dare delle risposte e scovare delle motivazioni che ci aiutino a non dover guardarci intorno terrorizzati in attesa che qualcuno, improvvisamente, imbracci un’arma per ucciderci.
Se andiamo a ritroso nella vita di chi ha ucciso, osservando gli eventi della sua esistenza, potremmo rimanere stupiti dal fatto che si tratta, in apparenza, di una persona cosiddetta ‘normale’ e che parecchie sue abitudini, usi e costumi sono del tutto simili ai nostri. Non siamo allora di fronte a un mostro che uccide per il solo piacere di farlo alla stregua di ‘Jack lo squartatore ’ e, se fino ad oggi abbiamo provato a cancellare dalla memoria gli omicidi più odiosi considerandoli una sorta di prodotto di deformazioni mentali dell’uomo e che quindi non potranno mai sfiorarci, abbiamo sbagliato. E’ giusto inorridire di fronte a tali atti ed è anche sacrosanto condannarli, dall’altro è equanime porsi delle domande per tentare di capire se qualcosa o qualcuno abbia contribuito ad armare una mano assassina, una specie di mostro occulto che ha lavorato insieme al mostro di cui già conosciamo l’identità.
Questa volta non voglio parlare di quelle mamme che, per motivi ancora sconosciuti, hanno assassinato i propri bambini, anche perché trattandosi di madri siamo pronti ad avere, almeno per una frazione di secondo, un intenerimento di fronte alla donna che riteniamo vittima di chissà quale vita disastrata , costellata di frustrazioni che hanno intorbidito ,addirittura, l’indiscusso amor di madre costringendola ad uccidere i propri figli. Siamo talmente inquadrati sul matriarcato che riusciamo, anche dopo un atto del genere, a comprendere il dolore che possa provare una mamma assassina, quasi come se il killer fosse un’altra persona.
Voglio parlare solo di un caso, anche se ce ne sono moltissimi, un fatto di cronaca nera che, secondo me, è un po’ l’esempio di come la mente umana non riesca, a volte, a non valicare il confine tra il giusto e l’ingiusto.
L’assurda e l’infinita penalizzazione nei confronti del padre è la concausa per cui molti uomini ricorrono ad atti estremi come il suicidio e, nei casi peggiori, all’omicidio. Antonio, ormai in carcere da tre anni perché condannato all’ergastolo, mi ha chiesto di aiutarlo a stilare e pubblicare la sua lettera di richiesta di perdono. Ha capito di aver sbagliato perché non solo ha tolto la vita a tre persone ma ha, in un certo senso, rovinato per sempre quella del suo bambino, in nome del quale, dice, si era vestito d’assassino. Colpevole lo è, lo sappiamo tutti, ed è giusto che paghi. Mi domando se per caso in questa triste vicenda esiste qualcuno, che, sfruttando la continua penalizzazione del padre, ha contribuito a consolidare questo stato di frustrazione favorendo questa strage annunciata. Se, come si sostiene, Antonio aveva già delle turbe psichiche, non sarebbe stato più giusto non fargli arrivare quel giorno un fax con il quale gli veniva comunicato l’avvio della pratica di perdita di paternità? Se sei di fronte a un individuo soggetto a debolezze psicologiche non è meglio non esasperarlo? Antonio deve pagare, lo sa anche lui. Da dietro le sbarre, dopo aver letto alcuni miei pezzi dove parlo dell’amore di padre, si è messo in contatto con me. Se oggi parlo di lui è per via di un suo specifico desiderio, di una sua supplica,quasi come se fosse l’ultima sigaretta di un condannato a morte. Non mi sono buttato a capofitto sulla sua storia, so perfettamente che è una brutta vicenda che non viene accettata dall’opinione pubblica, ma, allo stesso tempo, ho pensato che avrei potuto accontentarlo nel suo umano desiderio e che potrebbe servire da monito ad altri. Antonio è colpevole, ha tolto la vita a una madre e ad altre due persone, deve pagare. Riusciamo insieme a scovare dove si celi l’altro mostro? Quello che non si vede, quello che ha sguazzato nel mare dell’indifferenza. Cosa ne pensate? Che nome e che faccia ha il mostro occulto?
Ho voluto che fosse proprio Antonio a parlare, ho soltanto modificato, dopo averglielo domandato, alcune frasi che risultavano leggermente contorte e quindi di non facile comprensione. La lettera che segue è quella di Antonio Faccini, l’ex carabiniere che alcuni anni fa ha ucciso tre persone: la suocera, la moglie e il suo nuovo compagno.Il soggetto conteso era un bambino di tre anni.





Cari direttori, redattori e giornalisti, che vi occupate d’informazione e intrattenimento, che spesso sbattete il mostro in prima pagina, vogliate gentilmente leggere questa mia lettera. Vi supplico di leggerla e,se potete, di calarvi nei panni di un uomo che prima di diventare assassino è stato una persona come voi. 
Vi prego di leggere le mie parole e quelle di Cosmo de La Fuente. Se qualcuno vuol farmi sapere qualcosa può rivolgersi a lui, sarà più facile interagire.
Vogliate pubblicare questa mia riflessione e questa mia richiesta di perdono.
Vi ringrazio di cuore, 
un mostro…un padre
Antonio Faccini


[antonio]

Caro Cosmo de La Fuente, sento di non aver il diritto di parlare ma credo che soltanto un padre ‘normale’ come te, che ha raccontato della sofferenza di uomini separati dai propri figli, che ha espresso con sensibilità il sentimento maschile senza timore di venire sbeffeggiato e senza pudore, possa capire, almeno in parte, quale sia il mio perenne calvario. Ho pianto quando hai parlato dell’amore che ti lega ai tuoi genitori e di quello per tua figlia. Ora, che ti scrivo da tempo, mi rivolgo a te e ti chiedo di aiutarmi ad esternare quella parte di me di cui nessuno parla. Solo tu puoi farlo. Anche un mostro può amare.
Il mondo mi definisce ‘mostro’, me lo sono chiesto anch’io milioni di volte se lo sono e tale mi sono sentito. E’ tardi ormai, ma ho preso coscienza del gravissimo errore che ho commesso. A qualunque assassino viene concesso di parlare, vorrei soltanto che il mondo sapesse che in fondo non sono un demonio ma un debole che, colpito da disperazione, ha ucciso tre persone.
Chiedo perdono al mondo per quello che ho fatto ;chiedo perdono alla mamma di mio figlio, alla donna che ho amato e dalla quale non sono riuscito ad accettare l’improvvisa decisione di negarmi per sempre quella creatura frutto del nostro amore; chiedo perdono in ginocchio, soprattutto, al mio cucciolo che forse non saprà mai quanto l’amo.
Ho quasi 41 anni e per 20 ho servito l’Arma dei Carabinieri. Dal 2003 sono in carcere per il grave errore che ho commesso. So di meritare la condanna che mi è stata inflitta, non mi spaventa aver perso la libertà, è giusto che sia così. Quello che mi spaventa è il dolore per non poter mai più vedere mio figlio.
Caro Cosmo, prima di arrivare all’orrendo fatto, ho chiesto aiuto a tutti, anche ai magistrati, ma nessuno è riuscito ad aiutare un padre che non voleva perdere definitivamente il proprio figlio. Perché, da sempre, una donna ‘violenta’ viene perdonata e un uomo definito tale viene marchiato a fuoco? Almeno come carcerato condannato vorrei essere trattato come le donne carcerate per reati simili perché a loro viene concesso almeno di vedere i propri figli.
Preferirei la pena di morte se, anche per solo dieci minuti, potessi vedere il mio bambino, carezzare le sue guance.
Tu che ti rivolgi come padre mi fai emozionare, nel mio petto batte un cuore .
Mia moglie era bellissima, proprio come mio figlio, ci siamo conosciuti nel 1986, l’ho sposata nel 1991, quel giorno eravamo radiosi: lei meravigliosa e io vestito in alta uniforme. Eravamo talmente innamorati che nemmeno l’ostruzione fatta dalle nostre rispettive madri era riuscita a scalfire il nostro sentimento. Nel 1999 è nato il nostro bambino Alessandro. La felicità dura poco, lo so, ben presto la mia adorata moglie s’innamorò del figlio di un’amica di sua madre e andò a vivere con lui. Qui sono cominciati i problemi, nei pochi momenti che riuscivo a vederlo il bambino mi diceva che aveva un nuovo papà e che lo picchiava quando faceva la pipì a letto. Il mio rancore diventava sempre più grande ma soffrivo in silenzio.
Già prima che mia moglie se ne andasse avevo cominciato ad avvertire che qualcosa non andava. Lo capivo dal suo comportamento e dalle parole di mia suocera che, quando mi parlava al telefono, mi trattava duramente e si rivolgeva a me con tono ironico. Stavano studiando come togliermi il bambino e non farmelo vedere mai più. Quando ne parlai con mia moglie, che ancora viveva con me, mi disse di non credere alle parole di sua madre.
La mamma di mia moglie continuava a dirmi che prima o poi sua figlia sarebbe tornata da lei e che si sarebbe presa anche il bambino. Mi odiava. Avevo solo il conforto di convivere con il piccolo che mi adorava, che piangeva quando doveva allontanarsi da me anche per pochi minuti.

PAG.3

Mia moglie lavorava in ospedale , quando rientrava a casa non mi guardava nemmeno e un giorno seppi che ne aveva un altro. Accettai anche questo fintanto che non mi comunicò che se ne sarebbe andata da sua madre portandosi il bambino e che non me lo avrebbe fatto più vedere perché, mi disse: “i figli, tanto, restano sempre con la mamma”. Solo l’idea di non vedere mai più il bimbo mi sconvolse e per un anno non feci che piangere. Per diciotto mesi rimasi in cura psichiatrica, non riuscivo ad accettare il distacco da mio figlio, ma questo, in tribunale, non contò nulla. Nemmeno nel processo a mio carico con l’imputazione di omicidio.
In tribunale, quando si parlava di affidamento esclusivo, persi la calma e mostrai la mia parte peggiore: mi arrabbiai, urlai e minacciai che se mi avessero allontanato dal bambino avrei perso la testa.
Vedevo mio figlio ogni quindici giorni e quando era il momento di riportarlo dalla madre, che viveva col suo compagno e mia suocera, piangeva disperato e mi diceva: “papà non portarmi da loro, mi picchiano”. Il mio cuore era gonfio di tristezza e un giorno che lo accompagnai a casa mi nascosi nella legnaia per vedere cosa succedeva e scoprii inorridito che la nonna lo picchiava con un cucchiaio di legno. Decisi di non intervenire per evitare altri problemi. Due giorni dopo, però, lo portai in ospedale, ma il referto sparì.
Il 19 marzo 2003, grazie ad un’ordinanza del Giudice, al bambino venne concesso di stare con me per il giorno del padre, ma mia moglie era arrabbiata e al telefono mi disse: ‘goditelo pure, presto non lo vedrai più’. Mi disse che avrei perso la Patria Potestà e cose del genere. Non volli discutere, anche perché ero felice di stare una giornata con mio figlio.
Il 2 Aprile ricevetti un fax con il quale mi si comunicava che avevano intrapreso la pratica per togliermi la Patria Potestà, pensai a un ‘pesce d’aprile’. Telefonai a mia moglie che mi confermò tutto, aggiungendo che suo figlio aveva oramai un altro padre migliore di me. Non so descriverti cosa provai, urlai e piansi ma sentii il bisogno di andare da mio figlio e senza nemmeno riuscire a ragionare, corsi a prendermelo senza dimenticare, ahimé, di portarmi la pistola.
Quando quella porta si aprì il bambino corse da me e si allacciò alla mia gamba, ero disperato e non ci pensai due volte a esplodere un colpo contro mia suocera, l’uccisi. Tentai di uccidere anche mio cognato ma non riuscii a centrare il bersaglio. Andai in camera trovai mia moglie col suo compagno e uccisi anche loro. Tolsi la vita alla donna che avevo tanto amato e che non capivo come poteva infierire su di me in questo modo.
Scappai con mio figlio e lo portai a casa di mia sorella ad Almese e poi, senza fare resistenza alcuna, mi costituii ai colleghi carabinieri di Rivoli.
Cosmo, anche tu penserai che sono un mostro, ma ti giuro che chi mi conosce non può credere che io abbia commesso un crimine così grande. Sono colpevole, non intendo sottrarmi a questa colpa né cercare pietà in quanto assassino. Voglio soltanto che tutti sappiano che credevo di essere un uomo normale, che desiderava poter continuare ad amare il proprio figlio e se io sono colpevole di aver commesso quel brutto delitto, un po’ di colpa ce l’ha anche la parzialità del nostro sistema che mi ha vietato di essere padre.
Vivo nella speranza di poter rivedere mio figlio per qualche minuto, spero che Dio voglia concedermi il suo perdono. Chiedo perdono a mia moglie, alle persone che hanno sofferto per causa mia e a tutti gli italiani che hanno sentito attraverso i media che un loro connazionale ha commesso un crimine di questo tipo.

Perdonatemi se ci riuscite. Amo mio figlio con tutto il mio cuore e sogno, dalla croce del mio dolore,di poterlo vedere ancora. Chiedo a te di diffondere la mia lettera e che, usando la tua sensibilità ed espressività, tu possa riuscire a trasformare in parole quello che sono. Le tue parole spesso mi hanno lenito il dolore che provo e il rimorso che mi attanaglia. Grazie a te Cosmo, grazie a chi vorrà rendere pubblica questa lettera, così com’è, come un ultimo grido d’amore di un individuo che ha sbagliato.
Antonio Faccini

[cosmo]

Riflettiamo su quanto accaduto. Nessuno mai deve arrogarsi il diritto di togliere la vita ad un altro essere umano e se lo fa deve essere punito severamente; nessuno potrà mai accettare che tre vite umane siano state spente dalla mano di Antonio. Comprendo anche il dolore del fratello della moglie di Antonio che, in un attimo, ha perso sia la sorella che la madre. Come padre ringrazio il cielo di non essermi mai trovato di fronte ad una situazione del genere, perché sicuramente non avrei ucciso nessuno, ma non sono sicuro al 100% che non avrei perso il lume della ragione.
Ho ritenuto giusto che Antonio potesse comunicare con questa lettera. Speriamo che il bambino possa dimenticare l’atrocità a cui ha assistito, perché l’unica vittima è proprio lui.

familiafutura@gmail.com

50 comentarios:

Anónimo dijo...

Sono d'accordo, non si dovrebbe mai arrivare a tanto, la vita umana non si tocca. Non si tocca nemmeno il sacrosanto diritto ad essere padre o madre.

Anónimo dijo...

E' scioccante quanto si legge, ma sinceramente, non ho molta pietà per un assassino. Troppo comodo pentirsi e dire che era stato esasperato dalla società. Non credo che ci siano tutti questi padri disperati in giro. Per quanto ne so io quelli che conosco sono tutt'altro che possibili genitori affidatari.
Quando gli uomini dimostreranno di essere in grado, cosa che dubito, di allevare dei figli allora mi ricrederò, per il momento non è così.
Ora quel bambino è senza madre!

Teresa (Viterbo)

Anónimo dijo...

Penso che tu abbia i paraocchi Teresa, è vero che ci sono padri che si comportano male, ma è anche vero che la maggior parte ama i propri figli.
E'soltanto una credenza popolare che soltanto la madre possa allevare i figli e il padre serva solo a portare i soldi.
Per quanto riguarda Antonio anch'io penso che abbia esagerato, ma dal racconto si evince che ha avuto problemi psichiatrici e che gli altri non hanno esitato a esasperarlo fino a quel punto.
Grazie Cosmo per averne parlato.

Anónimo dijo...

Lasciamo perdere il commento di Teresa che pare sia frutto della stupidità più assoluta. Non è possibile dire che il padre sia sempre quello sbagliato, per partito preso e senza nessuna considerazione.
Io sono passato per una vicenda simile, per fortuna ne sono uscito fuori 'vivo' anche se non ho ancora ottenuto nulla riguardo la possibilità di frequentare mio figlio.
Vittima di false accuse, come succede sempre, ho dovuto rassegnarmi, ma questo non significa che io non abbia sofferto. Mi rimanevano due soluzioni, spararmi oppure andare avanti e io ho scelto la seconda.
Non ho nessuna fiducia in tutte queste associazioni, ne ho frequentata (per pochissimo)una di Roma di cui, ovviamente, non faccio il nome e poi, parlando con altri si viene a scoprire che molte di queste associazioni hanno solo voglia di mettersi in mostra e si fanno la lotta uno contro l'altra. Aggiungiamo confusione a confusione. Siamo già nella cacca e questi fondatori si beccano tra di loro facendo a gara chi fa di più, chi manifesta meglio, chi ha più voce in capitolo. Se il problema stesse a cuore a loro, come a noi, sicuramente non ci sarebbero queste inutili guerre.
Preferisco andar avanti da solo a questo punto.
Apprezzo molto questo blog, ma non so quanto potrà cambiare il nostro sistema.
Scusate lo sfogo
Andrea F.

Anónimo dijo...

Teresa non vedrai mai padri come dici tu...sai perchè? perchè hai deciso che non esistono.

Anónimo dijo...

Questo è il mio pensiero Giuseppe! Non ho conosciuto padri perfetti. Per quanto riguarda Antonio so che, comunque, aveva problemi psichiatrici. Ho letto alcuni articoli riferiti a lui. Certo che ora, attraverso questo blog di Cosmo, riusciamo ad avere un quadro più specifico.
Peccato che non possa parlare anche la moglie di Antonio.
Scusatemi se risulto antipatica.

Anónimo dijo...

Senti Teresa non credere che le madri siano tutte delle sante.
Antonio ha agito male ma diciamo che la suocera e l'ex moglie hanno veramente dato il massimo per portarlo al peggio.
Io so di certo che esistono padri eccezionali.

Anónimo dijo...

Ho dimenticato di firmarmi.
Il messaggio precedente è mio

Armando Lafata

Unknown dijo...

Cara Teresa Said, intuisco dal tuo cognome mussulmano che tu possa essere un tantino integralista. Lascia aperta la possibilita' che il mondo sia un po piu' ampio di quella fettina che conosci tu. Nel caso di Antonio, e' sconcertante che ti sia sfuggito il piccolo particolare della notta che picchiava suo figlio, impedendo a lui di proteggerlo per puro sadismo. Tu hai un figlio? Se sei una madre degna di questo nome, saresti saltata fuori dalla legnaia prendendo a sberle quella donna, intimandole di non permettersi mai piu' di picchiare tuo figlio. Ma evidentemente non sei una mamma e non riesci neppure a immaginare quello che avresti provato nei panni di Antonio. Una mamma che ama suo figlio saprebbe benissimo che in quel caso non avrebbe mai accettato di lasciare suo figlio nelle mani dello stato e avrebbe lottato con le unghie e con i denti per suo figlio, come mi hanno detto testualmente tantissime mamme. Una vera madre non penserebbe mai di sottrarre per vendetta il padre a suo figlio.

Unknown dijo...
Este blog ha sido eliminado por un administrador de blog.
Anónimo dijo...

Non sopporto quelle donne e quegli uomini che parlano soltanto perchè hanno la lingua in bocca.
Il mio compagno vive una situazione difficile con la sua ex moglie eppure è un padre eccezionale.
Antonio ha sbagliato, ma lo Stato ha sbagliato molto in questa storia.
Ornella

Anónimo dijo...

Non c'è Stato, non c'è nulla.
Che schifo!

Sandrino

Anónimo dijo...

Sono un tuo assiduo lettore Cosmo, ti apprezzo molto, anche per quello che fai per tutti i padri e i genitori. Soprattutto per i bambini!
Sei grande
Aldo

Anónimo dijo...

Anch'io penso che, con tutte le ragioni del mondo, non si dovrebbe arrivare a tanto.
Non tutte le donne sono carnefici.

Unknown dijo...

BASTAVA COSI POCO FARGLI FARE IL PADRE.

vero. ma evidentemente a molti conviene continuare cosi

Anónimo dijo...

Nessuno riesce a capire come chi ci è passato.
VOrrei anch'io stare con mio figlio ma me lo impedisce.
Giorgio

Anónimo dijo...

PER ANTONIO FACCINI sono una madre e nonna ho letto la tua storia e sono rimasta allibita .premetto che sono contro la pena di morte e quindi nessuno e dico nessuno ha il diritto di uccidere . detto questo tu ti consideri un mostro e questo non è vero volutamenta diabolicamente hanno fatto si che tu lo diventassi e di colpevoli ce ne sono tanti.in primo luogo lo stato con le sue leggi gli avvocati i giudici ciechi e sordi ,dici che nessuno ti ha aiutato e ci credo ti hanno ucciso 2 volte la prima quando ti si è prospettata la possibilita di non vedere piu tuo figlio la seconda quando disperatamente contro la tua volonta ti hanno indotto a fare quello che hai fatto hanno ucciso anche te.è facile dire è un'assassino solo perche sei tu che materialmente hai ucciso ma il vero colpevole è LO STATO CON LE SUE LEGGI INGIUSTE A PROVOCARE SIMILI TRAGEDIE SONO LORO I VERI ASSASSINI.NEL TUO DOLORE DI UOMO PADRE TI SONO VICINA CON TANTO AFFETTO NONNA ENTONI .P.S SE QUALCUNO IN QUESTO FORUM HA LA POSSIBILITA DI CHIEDERE AD ANTONIO SE GLI FA PIACERE AVVIARE UNA CORRISPONDENZA CON ME CREDO CHE UNA PAROLA DI CONFORTO SE LA MERITI NONNNA ENTONI

entoni

Anónimo dijo...

Caro Cosmo, sono una ‘figlia’ e sono di Roma. Ti seguo da un po’ di tempo, ho letto tutte le lettere che ti hanno scritto su Sorrisi e Canzoni e, malgrado all’inizio credevo che fossi uno dei soliti artisti, ho dovuto ricredermi quando ho visto con quanto impegno ti sei dedicato alla causa dei padri separati, ingiustamente, dai propri figli. Anche per me vale il discorso che i luoghi comuni sono la cosa più stupida che possa esistere e che la penalizzazione del padre sia una assurda crudeltà legalizzata. La mia storia è incentrata proprio su questo. Ho 26 anni e, come già ti ho scritto altre volte, vedendo pubblicata la mia lettera solo in parte, odio fortissimamente mia madre. Lo so che pensi che non sia giusto, ma credimi l’ha voluto lei. Adoravo mio padre e all’età di undici anni i miei si sono separati. Ricordo con la morte nel cuore quando mio padre se n’è andato via. Mia mamma odiava mio padre e ha fatto di tutto per non farci frequentare e spesso ha tentato di parlarmi male di lui. Io fingevo di ascoltarla e dentro il mio cuore piangevo e desideravo vederlo e sentirmi rassicurata da lui, mentre il mio astio per lei cresceva a dismisura. Ben presto mio padre fu costretto, si COSTRETTO, e mi rivolgo anche a quell’insensibile di Teresa che ha commentato su questo blog, ad allontanarsi da me. Quando ho avuto 18 anni sono corsa da lui, ma era ammalato e poco dopo è morto. Quando scrissi a Sorrisi una lettera simile a questa fu censurata, chissà come mai.
Maledetta mamma che so che leggi sempre questo blog insieme a Vincenzo, voglio dirti che ti odio profondamente, e che spero con tutta me stessa che i tuoi ultimi anni siano mostruosi e pieni di rimorsi e che tu non possa vivere mai in pace con il tuo secondo marito. Maledetta tu e maledette tutte quelle donne che si comportano come te. Cosa credete di fare separandoci dai nostri padri? Pensate forse che il richiamo del sangue non conti? Pensate che noi figli siamo proprietà soltanto delle madri? Mi hai rovinata cara mamma, come figlia, come moglie e come madre. Non voglio figli, per me è stato brutto essere una figlia, solo ed esclusivamente per colpa tua.
Ho paura di diventare madre perché potrei diventare come te. Come mai la ex moglie di Vincenzo non ha ostacolato il suo rapporto con i suoi figli? Vergognati! Cosa bisogna pensare allora, che Antonio Faccini abbia soltanto fatto bene a uccidere quelle persone che progetavano di allontanarlo per sempre da suo figlio? Non posso condannare Antonio, io lo lascerei libero di abbracciare suo figlio.
Grazie Cosmo per darci un po’ di voce, parlo a nome mio e di chissà quanti figli separati dal padre per colpe altrui. Ti prego continua a farlo anche come ho visto che hai fatto anche nelle vesti di coronel milza.
L.A.

Anónimo dijo...

Come vi permettete di dire che io ho i paraocchi, cosa ne sapete della mia vita. E tu L.A. come osi parlare così di tua madre? Lo sai che la madre è l'essere più importante? Lo sabi che puoi fidarti solo di lei? Che schifo pensare che una figlia possa parlare in questo modo della madre.
Siamo noi a partorire!!
Scusatemi se mi sono scaldata un po' ma certe cose non le sopporto.

Anónimo dijo...

... purtroppo non tutto ciò che luccica è oro... bisognerebbe poter sentire anche chi stà dall'altra parte e purtroppo non può più dare spiegazioni. Con il senno di poi tutti sono capaci a non commettere errori...E'FACILE COSI'..... ma gli ASSASSINI NON VANNO PERDONATI. E chi soffre è solo un bambino innocente.....

Anónimo dijo...

non volevo toccare questo argomerno ma visto che si continua a non capire che quando ti uccidono un figlio è come se uccidessero te stesso .nel momento in cui ti viene detto crudelmente (goditelo pure per un giorno tanto non lo rivredai mai piu lui un'altro papa c'e la gia)è come dirgli tuo figlio per te è morto e io come mamma non so come reagirei a una notizia cosi atroce.mi domando perche si parla senza pensare la cronaca è piena di delitti commessi su bambini e penso a tutte quelle donne che ammazzano i loro figli ma a differenza di alcuni di voi pronti a condannare e basta io anche per loro cerco di capire il perche. non condanno per il semplice motivo che le ritengo delle vittime le quali porteranno per sempre il dolore di aver commesso un'omicidio,una parte di loro non potra mai vivere sono morte anche loro insieme ai loro figli.e mi domando possibile che nessuno si era accorto di niente perche non sonostate aiutate?vi sieti chiesti come mai tanta donne sono in carcere a scontare la loro pena?c'e una sola donna in'italia che seppur condannata è fuori e addirittura fa baby sitter. questa è la giustizia italiana se fosse applicata uguale per tutti e se fosse una vera giustizia tante tragedie potrebbero non essere commesse.non è giustizia allontanare o togliere un figlio ne a un padre ne a una madre entoni

Anónimo dijo...

Caro o cara 'anonimo'
E' vero che gli assassini non vanno perdonati, penso però, insieme alla sua colpa c'è anche la colpa di un sistema di m....
gli assassini sono sicuramente due.

Anónimo dijo...

siamo noi a partorire è vero la mamma è la cosa piu importante anche quando appena nato alcune mamme li abbandonano nella spszzatura o li fanno morire legati in un sacchetto di plastica ecc.TERESA PRIMA DI APRIRE BOCCA RIFLETTI NON TUTTE LE DONNE DIVENTANO MADRI PARTORENTO NON TUTTI I PAPA DIVENTANO PADRI QUANDO CON IL LORO SEME METTONO AL MONDO UN FIGLIO.ENTONI

Anónimo dijo...

Presentatemeli tutti questi padri bravissimi, mi piacerebbe conoscerli.
Il mio ex è stato proprio una schifezza con me e con i suoi figli.

Maria (Napoli)

Anónimo dijo...

ti accontento subito visto che sei di napoli ti puoi mettere in contatto con l'associazione PAPASEPARATI....ONLUS LI TROVERAI non solo papa sparati che lottano per i loro figli ma sicuramente saranno felici di conoscerti e di darti tutta la loro solidarieta vai e sono sicura che conoscerai tante storie che ti aiuteranno a capire meglio che non tutti i papa sono come tuo marito e per questo motivo hai tutta la mia solidarieta per essere stata sfortunata a incontrare un'uomo del genere con affetto nonna entoni

Anónimo dijo...

In che modo ci possiamo aiutare, abbiamo detto in tutti i modi che un figlio non va sottratto ad un padre, che la cultura deve cambiare. E' stata approvata una legge e nonostante tutto si sente che c'e' una legge nuova che di fatto non cambia nulla.

In che modo possiamo aiutarci se non aggregarci sempre più e difendere chi vive situazioni di profonda disperazione, ancora più profonda quando vedi che chi ha il dovere di fare giustizia ti volta le spalle.

www.papaseparatilombardia.org

Unknown dijo...

per l.a. di Roma che ha scritto:

"Maledetta mamma che so che leggi sempre questo blog insieme a Vincenzo, voglio dirti che ti odio profondamente, e che spero con tutta me stessa che i tuoi ultimi anni siano mostruosi e pieni di rimorsi e che tu non possa vivere mai in pace con il tuo secondo marito."

"Adoravo mio padre e all’età di undici anni i miei si sono separati. Ricordo con la morte nel cuore quando mio padre se n’è andato via. Mia mamma odiava mio padre e ha fatto di tutto per non farci frequentare e spesso ha tentato di parlarmi male di lui. Io fingevo di ascoltarla e dentro il mio cuore piangevo e desideravo vederlo e sentirmi rassicurata da lui, mentre il mio astio per lei cresceva a dismisura. Ben presto mio padre fu costretto, si COSTRETTO, e mi rivolgo anche a quell’insensibile di Teresa che ha commentato su questo blog, ad allontanarsi da me. Quando ho avuto 18 anni sono corsa da lui, ma era ammalato e poco dopo è morto."

Mi fa male leggere le tue parole, mi penetrano nel cuore come una lama incandescente. Non so se io dovro' morire prima che mia figlia possa sentirsi libera di stare vicino a me. Non so se la mia sorte sara' quella di tuo padre. Ma se quello fosse il mio destino, non vorrei mai che mia figlia covasse tanto astio, tanto odio da non voler diventare mamma, per paura di essere come sua madre.

Mai dobbiamo cedere al male, lasciando spazio a risentimenti cosi' distruttivi.. Questo lasciarsi prendere dall'odio e' stato fatale per Antonio e per le tre persone travolte dalla sua ira. Che per quanto malvage, non dovevano essere uccise. Lasciarsi trascinare nel risentimento fa vincere il male.

Hai avuto una vita crudele, piena di sofferenza, vivendo nel rancore e nell'odio invece di ricevere amore e vedere la comprensione e la solidarieta' tra i tuoi genitori. Mi fa soffrire pensarci, come soffro pensando alla famiglia che non riesco a dare a mia figlia, alle vita di amore che io ho avuto la fortuna di ricevere e che non riesco a trasmettere a chi piu' amo al mondo.

Immagino che non sia possibile consolarti, ma se tu hai amato tuo padre devi viviere. Non si puo' vivere senza amore e tu lo sai bene. Certe volte il destino e' strano. Sono certo che tu saprai amare come nessun altro al mondo, se solo saprai capire quanta sofferenza inutile le persone si causano senza motivo, per non saper accettare, accogliere, perdonare.

Vivi e fai un figlio con chi veramente sapra' accettarti pienamente per chi sei e per quello che hai conosciuto. Che tutto questo male insensato acquisti un senso grazie alla tua capacita' di perdonare e di imparare a superare le tue ferite, donandoti con amore a tuo figlio e a tuo marito. Credo che tu debba avere diritto a trovare che ti sapra' donare tutto l'amore che fino a questo istante ti e' stato negato.

Ti abbraccio e ti stringo forte.
L.A. sei con tutti noi.

Anónimo dijo...

Sono una donna di 57 anni e mi rendo conto che le donne, sempre più spesso, hanno solo sete di vendetta. Il femminismo da strapazzo le ha portate a comportarsi come delle belve. Per quello ci sono sempre più single, per non dire zitelle, e donne separate. Tornate ad essere com'eravamo noi, un po' più donne e smettetela di fare solo la guerra.
Cosmo volevo dirti che sei bravissimo e mi piace moltissimo il tuo stile.

Anónimo dijo...

Non credo che lo Stato potrà aiutare Antonio, non ho fiducia nelle istituzioni e nemmeno nella politica. Coloro che hanno creduto di far qualcosa candidandosi, parlo di quei due o tre padri, hanno solo perso il loro tempo. Non fanno altro che litigare. Abbiamo bisogno di gente come te, che vada nel fondo del cuore delle persone e riesca a far capire che un padre è importante come una madre. Non servono le armate e le lotte cruente, non serve nemmeno la politica, serve una sana sensibilizzazione.
Per Teresa e Maria: fate solo di tutta l'erba un fascio, ve lo dico con un proverbio visto che vi piacciono i luoghi comuni.
Per L.A. ho letto la lettera che avevi scritto a Cosmo su SOrrisi e Canzoni, è bellissima e drammatica allo stesso tempo. Sono convinto che sarai un'ottima madre!
Cosmo ti ringrazio anch'io!
Marco Di Biase

Anónimo dijo...

La lettera di l.a. si è propagata e molti miei amici mi hanno indicato questo bellissimo blog. Ciao Cosmo, di te conosco la tua musica e la tua voce, ho scoperto che parli anche alla famiglia, per chi ce l'ha. Io sono figlio di separati come milioni di altri figli, come molti miei compagni. Ho 17 anni e in casa mia, parlare di mio padre,è tabù. Ho provato vergogna a volergli bene perchè a mia mamma non piace che io ami mio padre.
Questa società è una merda.
Non lascio il mio nome vero, non sono tranquillo. Ti scrivo in privato.Vado anche a trovare mio padre di nascosto, mentre mia madre è in ufficio. Scappo.
E' la prima volta che ne parlo.
Pierino la peste

Anónimo dijo...

Ci serve una legge vera che cambi questo stato di cose!
Antonio non è solo colpevole, è anche vittima. Nino.

Anónimo dijo...

Cosa ne pensi Cosmo del fatto che mio marito non ha voluto saperne di suo figlio? Ha chiuso con il matrimonio e anche con suo figlio, per sua scelta. Magari ci sono dei padri ok ma credo siano pochi. Mi dispiace per Antonio il carabiniere perchè penso non sia iusto quello che gli hanno fatto. Ora tre sono morti,la sua vita è rovinata e quella del bambino a pezzi. Che cose tristi!
P.S. Ti ho visto a vivere. Irene

Anónimo dijo...

Non possiamo generalizzare, comunque il delitto di questo signore non può e non deve essere sminuito nella sua gravità.

Anónimo dijo...

Nel dire siamo tutti bravi e decisi, nel fare invece tutta un'altra cosa.
Alcune donne sono convinte che il solo fatto di essere madri dia loro il diritto di vita e di morte sui figli. Che presunzione e quanta ignoranza. Teresa è sicuramente una di queste donne.

Anónimo dijo...

Lo ammetto, sono tutto sommato un fortunato.
Riesco a dirlo solo ora, dopo aver letto lettera e commenti, dopo due anni in cui mi si è impedito di vedere i miei figli grazie ad una serie di false accuse montate dalla mia ex moglie coadiuvata da avvocati senza morale.
Sono stato ad un passo dall'essere compagno di cella del carabiniere, grazie proprio a persone come Teresa, che della propria stupidità e presunzione hanno fatto bandiera.
Ho sofferto di depressione, insonnia, manie che si manifestavano con pensieri costanti di morte e violenza, per mesi; solo chi ci è passato può sapere in che stato si riduce la mente, e non ho trovato nessuno che rispondesse alle mie richieste di aiuto. Come tanti, troppi, altri, sono stato lasciato solo ad affrontare questa cosa, ad un passo dal perdere la ragione, senza che le istituzioni a cui ho chiesto aiuto (servizi sociali, NPI, ospedali, servizi di assistenza psichiatrica) muovessero un dito.
Sono fortunato perchè ho trovato la forza per resistere, amici che mi hanno sostenuto. Ma possiamo lasciare che la gente muoia o uccida per poca fortuna? Specie se pensiamo che alcune istituzioni hanno proprio il dovere di intervenire.
Teresa, tu dici che noi non sappiamo allevare i figli? Io l'ho fatto dalla loro nascita con i complimenti di maestre di asilo, pediatri e tutti quanti vedevano cosa facevo.
E' bastata una serie di maldicenze, create ad arte, e nessuna vera accusa specifica per togliermi tutto, anche la possibilità di vedere ciò che di più caro ho al mondo.
Ma sono ugualmente fortunato, perchè dopo due anni di iter, la verità è venuta a galla, e si prospetta molto seriamente la perdita dell'affidamento per la mia ex (tanto per rappresentare quanto sia una "buona madre").
A volte essere senza madre può essere una benedizione per i figli.

Anónimo dijo...

Ennesima storia di ordinaria follia, a pagare sono sempre i più deboli ( intendo il piccolo ) nel nostro beneamato belpaese di pulcinella sembra che non ci si muova mai in prospettiva preventiva ma sempre verso la direzione curativa ( per modo di dire ) credo che a pagare non dovrebbero essere solo gli attori di tale disgrazia ma anche coloro che preposti alla tutela dei diritti e/o doveri dei genitori non affidatari non si adoperino con coraggio ad emettere sentenze che limitino l'esasperazione delle situazioni, quando ti viene tolta la possibilità di stare con tuo figlio è come vivere un lutto quotidianamente e rendre orfani di padre vivo i nostri figli. Il gesto di Antonio và condannato ma solo dei cechi o menefreghisti non potevano immagginare quello che sarebbe successo. in questo paese di fenomeni è molto più facile e sbrigativo condannare ad ergastolo ( giustamente ) per omicidio in quanto pratica già decisa dagli eventi che minacciare un genitore affidatario non corretto di sospendergli questo diritto/dovere a favore dell'altro genitore al fine di verificare quale di essi sia il più idoneo. Cos'è per scuotere le belle anime addormentate dai programmi televisivi si deve sequestrare un figlio ad un magistrato ? Eh si perche loro se dovessero avere direttamente un problema cosi se lo risolverebbero sicuramente. Ma non disperiamo prima o poi.......
Lorenzo.Z

Anónimo dijo...

Ciao ANtonio capisco che sofferenza provi,anch'io sono padre e solo a pensarci mi viene da piangere..se non vedessi mia figlia..Hai ragione su questo non c'e dubbio..e sappi che Gesu' a te ti ha gia' perdonato ,ma a chi non ti fa vedere il tuo bambino penso che non lo perdonera' mai..anzi uno schiaffo forse glielo dara' anche Dio quando avra' modo di trovarsi di fronte certe persone....ciao e grazie ancora che viv..servono persone buopne e sensibili come te al mondo....dopo tutto quello che hai passato ed essendo anche carabiniere quindi una persona onesta,se hai fatto quel brutto gesto..è colpa loro non certo tua..Ciao...non scrivo il mio nome e cognome...perche' quando dici la verita' ed hai ragione in questo mondo di furbi e bugiardi ti danno tutti torto e magari mi vengono tutti contro....Ciao

Anónimo dijo...

Cara Teresa Vergognati anzi se non eri nata era molto meglio.-...vergognati il demonio ti sta aiutando molto....Ricordati che la il bene esiste e vince sempre sul male...quindi arrivera' il giorno che devi chiedere perdono..si sei tu che hai partorito ma non dovevi madri come te servono solo a dividere...Sii seria oggi abbiam bisogno di unirci...e tu non puoi stare con noi...sono anch'io figlio di genitori separati...ma voglio solo unione e tu non fai certo da buon esempio anzi....VErgognati...arrestate lei che se lo merita di piu'.....

Anónimo dijo...

Ho conosciuto Antonio nel 2004, periodo in cui stava nel carcere militare, sono stato per un breve periodo il suo insegnante di Informatica.
Sono daccordo con chi ha detto che in fondo bastava poco per fargli fare il padre, perchè in fondo lui è questo che voleva.
Gli auguro di trovare almeno un pò di tranquillità.

Anónimo dijo...

Si può distruggere il corpo di una persona come si può distruggere la sua anima, togliendole dignità e affetti.
Questo padre è l'unico a pagare
eppure tanti che potevano fare qualcosa, non hanno voluto capire la sua esasperazione.
Di papà esasperati come lui ce ne sono tantissimi.
Vogliamo i nostri figli!

Anónimo dijo...

Ammazzare l'anima è praticamente gratis!

Anónimo dijo...

Ho pianto mentre leggevo la lettera di Antonio Faccini.
Antonio, non sei un mostro.
Io sono un padre separato che ne ha passate tante ed ancora non è finita.
Sono stato tradito,messo in carcere per una accusa infamante,allontanato dai miei figli.
L'accusa è decaduta perchè infondata,sono fuori ma sento che stò morendo.
Tu Antonio mi hai salvato perchè io padre esasperato ti ho trovato sulla mia strada e tu grande amico mio mi hai fatto capire che avrei sbagliato.
Sergio Nardelli di Taranto

Anónimo dijo...

Sono un padre anch'io sto affrontando il calvario della separazione e insieme a me mio figlio.Premetto che la separazione non l'ho voluta io ma mia moglie che e convinta insieme alla sua famiglia, che mio figlio crescera bene senza di me e difatti fa di tutto per ostacolare quei pochi momenti che io e lui passiamo insieme.Voglio raccontare un piccolo episodio.Telefonai a lei per chiedergli di avvisare la scuola perche sarei andato a prenderlo visto che dall'inizio dell'anno non c'ero andato mi senti rispondere che non me lo avrebbero dato riattaccai corsi alla scuola per farmi dire per quale oscuro motivo loro non mi avrebbero dato mio figlio dopo qualche discussione sono finalmente riuscito ad abbracciare mio figlio.Voi mi direte ma che cosa vuoi dire con questo?Voglio dire semplicemente ma e possibile che nel 2006 era della scienza piu assoluta si ricorra a questi mezzi per ferire un padre come possono alcune persone (parlo delle maestre delle assistenti agli asili nido prestarsi a queste cattiverie)come possono direttori di scuole pubbliche interagire in un modo tanto invasivo tra un padre ed il proprio figlio? Non voglio dilungarmi voglio solo dire di essere solidale con tutti quei padri che soffrono la lontananza dai propri figli un saluto particolare a quella ragazza L. A cerca di vivere la tua vita serenamente il tuo papa dal cielo ti guarda e ti sorride abbi fede. Francesco Santaniello

Anónimo dijo...

skip to main | skip to sidebar padri in pena

domenica 12 novembre 2006
padrinpena

Sono un padre anch'io sto affrontando il calvario della separazione e insieme a me mio figlio.Premetto che la separazione non l'ho voluta io ma mia moglie che e convinta insieme alla sua famiglia, che mio figlio crescera bene senza di me e difatti fa di tutto per ostacolare quei pochi momenti che io e lui passiamo insieme.Voglio raccontare un piccolo episodio.Telefonai a lei per chiedergli di avvisare la scuola perche sarei andato a prenderlo visto che dall'inizio dell'anno non c'ero andato mi senti rispondere che non me lo avrebbero dato riattaccai corsi alla scuola per farmi dire per quale oscuro motivo loro non mi avrebbero dato mio figlio dopo qualche discussione sono finalmente riuscito ad abbracciare mio figlio.Voi mi direte ma che cosa vuoi dire con questo?Voglio dire semplicemente ma e possibile che nel 2006 era della scienza piu assoluta si ricorra a questi mezzi per ferire un padre come possono alcune persone (parlo delle maestre delle assistenti agli asili nido prestarsi a queste cattiverie)come possono direttori di scuole pubbliche interagire in un modo tanto invasivo tra un padre ed il proprio figlio? Non voglio dilungarmi voglio solo dire di essere solidale con tutti quei padri che soffrono la lontananza dai propri figli un saluto particolare a quella ragazza L. A cerca di vivere la tua vita serenamente il tuo papa dal cielo ti guarda e ti sorride abbi fede. Francesco Santaniello

Pubblicato il francesco alle 0.16 0 commenti



Iscriviti al: Post (Atom) Archivio blog
▼ 2006 (1)
▼ novembre (1)
padrinpena
Informazioni personali
francesco
Visualizza il mio profilo completo

Anónimo dijo...

Ora che ho personalmente conosciuto Antonio Faccini devo aggiungere che affermare che non è un mostro sicuramente non è offensivo per le vittime, tenerlo in carcere è però molto offensivo per una società che si definisce civile.

Anónimo dijo...

Ora che ho personalmente conosciuto Antonio Faccini devo aggiungere che affermare che non è un mostro sicuramente non è offensivo per le vittime, tenerlo in carcere è però molto offensivo per una società che si definisce civile.

Anónimo dijo...

sono un padre separato che ha fatto la scelta opposta a quella di Antonio: la mia bambina tre anni fa è stata sottratta dalla madre, ed ho fatto di tutto per difenderla rimanendo entro la legge. Che però è lenta, ed intanto i periti del Tribunale hanno stabilito che la madre le ha causato un danno biologico.

Spero che i colleghi di Antonio prima o poi potranno andare a salvare la mia bambina.

Come Antonio anche io mi sento in colpa

Anónimo dijo...

ciao antonio!!!!!!!!!sicuramente ti sarai dimenticato di me.ma io non dimentichero mai un uomo molto generoso e onesto e umile come te.io sono un vigilante che ho fatto servizio nel carcere di santa maria capua vetere nel 2003.nn dimentichero mai il primo giorno in cui tu sei arrivato nn finivi mai di piangere e mi hai sempre detto che se hai fatto questo e solo per amore di tuo figlio.eri una persona molto disponibile su tutto in 8 mesi che o fatto servizio nel carcere nn o mai trovato mai una persona come te.cmq antonio io sono il caporale gigante egidio nn so se tu ricorderai dopo 8 anni ancora di me.ma io di sicuro nn mi dimentichero mai di te.le persone speciali nn si dimenticano mai....nn mollare mai ANTONIO

Anónimo dijo...

Ciao Antonio, anche io vivo la tua stessa situazione, la mia ex compagna mi vuole fare passare per violento, per impedire di vedere mia figlia che mi adora e sono stato come una madre per lei, in quanto lei è stata sempre presa dal suo egoismo e narcisismo.
Mi istiga, minaccia, dice un mondo di bugie per passare come una vittima, nonostante si sia rifatta una vita insiste. Bugie e bugie ...
Non siamo tutelati da nessuno.
Appuntato scelto

Anónimo dijo...

Cari signori io ho conosciuto bene Antonio perché ero a quei tempi e sono ancora un Carabiniere; e precisamente eravamo in servizio alla Compagnia Carabinieri di Menaggio sul lago di Como. Antonio era davvero un bravo ragazzo anche se gli piaceva fare un pochino il cascamorto con le ragazze; probabilmente la moglie avrà saputo di questo e ha deciso di servirgli pan per focaccia. Io quando venni a sapere l'accaduto ero incredulo . Posso dire che l'esasperazione è una brutta bestia e che in ogni caso il suo estremo gesto non lo ha di certo aiutato a rimanere più vicino all'amato figliolo anzi ha sortito completamente l'effetto opposto. Brigadiere Carabinieri Gianluca Sisto ora in servizio a Taranto. P.S. a proposito la consorte di Antonio era davvero una bella donna ed a modo e mi permetto di affermare che NON meritava tutto questo. Il dado è tratto