Senza dover entrare alla discriminazione ideologica che si fa del "padre" possiamo parlare liberamente di "linguapadre"
Lo studio effettuato per l'Università di Torino ha permesso che già nel 2013 si coniasse il neologismo.
Da uno studio dell'italiano e tesi
"Italiano Linguapadre e Linguamadre in venezuelani di origini italiane"
Prof.ssa Carla Marello - Dr. Carlos Gullì - Università degli Studi di Torino -
informazioni sullo studio carlos.cosmo.gulli@gmail.com
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Articolo fonte
"Lo sapete che è
stato coniato il termine linguapadre? Artefice ne è Carlos Cosmo Gullì in
collaborazione con la professoressa
Carla Marello. Cosmo Gulli insegna alla Facoltà di Lingue e Letterature
Straniere di Torino. Sembra che il neologismo sia il risultato di una battaglia
contro la discriminazione linguistica dovuta all’uso della parola madrelingua,
nel senso di “Lingua della propria patria”.
Il termine
madrelingua deriva dal latino e siccome il latino era la lingua madre delle
altre lingue romanze, il termine venne usato per indicare la lingua che viene
appresa nei primi anni di vita. Possiamo dire che il percorso socio-linguistico
che sta alla base del neologismo linguapadre è la discriminazione linguistica
percepita dall’autore. Secondo Carlos Cosmo Gullì il termine linguamadre
dovrebbe essere sostituito con la dicitura “lingua di famiglia”, cioè lingua
usata all’interno della famiglia, mentre nel caso di famiglie con figli di
padre italiano, e madre non italiana, nati e residenti all’estero e che imparano
l’italiano in un secondo momento, si dovrebbe usare il termine “linguapadre”.
Questo in riferimento solamente alla lingua dei genitori.
Ma la cosa non è semplice
e si fa più complicata se con il termine ‘linguamadre’ ci si riferisce alla
lingua del paese in cui viviamo, alla lingua di ogni individuo, che non ha
nulla a che fare con la lingua della propria mamma. E ancora una volta siamo di
fronte ad una discriminazione linguistica, dice l’autore, nei confronti della
figura del padre, considerato di serie B. Cosmo Gullì ha scelto esplicitamente
di coniare un ternime completamente nuovo ‘Linguapadre’, che si differenzia da
‘Padrelingua’, l’altro termine che sarebbe stato possibile. Il termine
Padrelingua gli appariva discriminatorio nei confronti del termine esistente di
‘Madrelingua’. Quest’ultimo può essere considerato come una sorta di sessismo
al contrario. Presto potremmo trovare il termine linguapadre nei nuovi
vocabolari italiani, insieme a tutte le
new entry, cioé le parole segnalate all’Accademia della Crusca"
Paolo Caruso
Paolo Caruso
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