marzo 19, 2009

La storia di Erika (terza parte)





















6 sono le istanze dei nostri legali al tribunale senza mai risposta.Il giudice che ha disposto l’allontanamento non ci ha mai visti (E.M.).Abbiamo chiesto la revoca, il le CTU ma non siamo mai più stati convocati sino a quando abbiamo fatto istanza al presidente del tribunale e il 20 di marzo siamo convocati ma ancora dal giudice onorario del 1 luglio!Non se ne esce più da questa situazione,siamo allo stremo delle forze,continuamente trattati come i più cretini del mondo,completamente tenuti in ostaggio.Abbiamo altri 3 figli che vivono una realtà incredibile:i più grandi sono terrorizzati dal sistema e lo siamo anche noi.Non è uno stato di diritto il nostro:ci sono incompetenti che fanno parte di nuove caste di intoccabili che non vengono controllati che manipolano la realtà a piacimento e dimostrano di far finta di lavorare.Abbiamo la triste certezza che ci siano sotto grandi interessi di tipo economico:il comune a cui è affidata la piccola Casalzuigno è in rosso ma sponsorizza alla Comunità che da LAVORO A 3 EDUCATORI UN IMPORTO PARI A 164 EURO AL GIORNO QUASI 60 MILA EURO ALL’ANNO(NON CI COSTANO TANTO I FIGLI!)IN COMUNITà CI SONO 5 BIMBI!!!un fatturato,costo per la società ,incredibile,pagato da noi con le tasse in quest’Italia che non si regge più in piedi.Infine consideriamo la situazione complessa di alcuni minori per i quali l’allontanamento è talvolta inevitabile ma la nostra piccola né subiva maltrattamenti tantomeno era in pericolo di vita:a documentarlo ci sono certificati medici numerosi e la nostra storia di vita fatta di impegno quotidiano e incensurata!Se poi era agli occhi miopi degli assistenti sociali dubbia la nostra situazione famigliare,nulla vietava ai servizi preposti controlli e verifiche,ma a casa però con la sua realtà dalla quale per l’ennesima volta la bimba è stata sradicata!Gli allontanamenti così superficiali aggiungono solo dolore al dolore.Un’esperieza così drammatica ci fa vivere in allerta col sospetto di essere costantemente spiati,con la paura,in una realtà chiusa e ottusa di paese dove il solo alzare la voce o farsi sentire dai passanti è vissuto con vero terrore.Siamo seguiti costantemente dallo psicologo perché è davvero dura tirare avanti.
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