noviembre 28, 2018

La via Crucis degli italiani in Venezuela


In Venezuela, anche gli italiani, sono senza farmaci, alla ricerca del cibo e circondati da bande delittuose senza coscienza, che possono ammazzare anche per un paio di scarpe.
Quando provi a chiamare in Venezuela le  interruzioni sulle linee telefoniche sono frquenti, certo puoi provarci con Whatsapp ma è tutto più difficile.
Tutto è cominciato con Chávez quando, nel momento migliore del Petrolio non ha programmato il futuro del Venezuela, con l’arrivo di Maduro, poi, la situazione è andata via via deteriorandosi fino a portare il paese più ricco dell’America latina alla miseria più assoluta.
Cibarsi dalla spazzatura, morire per denutrizione o per una semplice appendicite è diventata la normalità, anche per molti italiani che vivono in questo paese.
Il grido d’allarme non può non essere non ascoltato. L'iperinflazione galoppante raggiungerà, secondo il FMI, il 1.000.000%. 

Persino accedere ai servizi consolari italiani è diventato un caos e chi ha bisogno di una pratica, anche se urgente, va incontro a tempi d’attesa indecenti.
Nell’immagine allegata all’articolo, si vede la fila d’italiani, in attesa, per rinnovare il loro passaporto a Maracaibo. Questo succede un po' in tutte le città.
Come se non bastassero la avversità, le code, la fame e quant’altro, gli italiani che hanno lavorato per anni in Venezuela non percepiscono la pensione, lo denuncia anche il capogruppo in commissione Esteri di Fratelli d’Italia, Andrea Delmastro in una nota che ha intitolato “il regime venezuelano di Maduro non paga le pensioni che gli italiani hanno maturato lavorando in Venezuela”.

La dittatura venezuelana, giorno per giorno, diventa sempre di più un problema planetario, secondo gli Stati Uniti, anche terroristicamente parlando. 
Il regime sottopone alla miseria la popolazione ma si sa che conta con  una parte di supposti "oppositori" i quali fingendosi tali collaborano in realtà con l'attuale governo di Maduro.
L’uscita dal dramma venezuelano appare imminente, ma il punto definitivo di rottura si fa desiderare. Nel frattempo i "camminanti" migliaia e migliaia di persone fuggono dalla miseria che è diventata il primo motivo di morte nel paese.
Il Venezuela è stata la casa accogliente per molti e la comunità italiana è stata una delle più importanti del paese, al link  l’articolo “Italianiin Venezuela” con storia, dati e nomi degli italiani che hanno contribuito alla crescita del paese che era considerato “la Svizzera dell’America Latina” e che oggi, secondo ultimi dati FAO è il paese con il maggior numero di persone affette da denutrizione.
Le associazioni italo-venezuelane in Italia, come la nostra, denunciano il grave disagio a cui vanno incontro i connazionali che in Venezuela, caduto nel baratro, non riescono nemmeno a rinnovare un passaporto e sono vittime di furbastri che per accelerare gli appuntamenti, chiedono fino a 500/600 euro. In un paese dove con uno stipendio minimo mensile compri soltanto due polli...se riesci a trovarli. Ci aspettiamo che l'Italia intervenga al più presto.

@cosmodelafuete –Carlos Gullì
[familiafutura.com] 
Associazione italo-venezuelana FamiliaFutura

noviembre 27, 2018

Una travesía Venezolana: la búsqueda de un nuevo hogar




Una travesía Venezolana: la búsqueda de un nuevo hogar
Un grupo de estudiantes de la Universidad de Virginia ha pasado el semestre planeando y creando la exhibición. 
Los ojos de Gabriela Corredor se llenaban de lágrimas mientras guiaba a los visitantes por la exhibición en el jardín de “Peabody Hall” de la Universidad de Virginia. En el centro de la carpa se encontraban dos colchones sucios, mientras toallas rasgadas, ropa rota, zapatos sin cordones, una jarra de agua vacía y lo más desgarrador, unos animales de peluche decoraban el resto de la exhibición. Los estudiantes a cargo de la exhibición son miembros de la organización estudiantil "Towards a Better Latin America" (Por Una Mejor Latinoamérica, o TBLA por sus siglas en inglés) y estuvieron planeando este proyecto desde el comienzo del semestre. La campaña titulada "Una Travesía Venezolana: La Búsqueda por un Nuevo Hogar," muestra la actual crisis humanitaria y migratoria de Venezuela, una crisis que estos estudiantes titulan como la "Siria Occidental." 

La exposición muestra la situación actual de millones de venezolanos que debido a la pobreza, falta de medicinas, servicios básicos e incluso comida han buscado refugio en el país vecino de Brasil. Para Corredor, estudiante venezolana y presidente de la organización, la crisis le resulta familiar, ya que parte de su familia aún se encuentra en Venezuela."Queríamos recrear la situación, porque cuando ves algo en papel, puede conmoverte, pero cuando realmente lo vives físicamente..." dijo Corredor, mientras su voz se apagaba. El objetivo principal de la campaña es educar a las personas sobre lo que se está viviendo en Venezuela. 
Con dicho fin, las paredes de la carpa están cubiertas con fotos, cuadros, mapas y textos que cuentan la historia de esta crisis desde su inicio hasta la situación actual. En el exterior de la carpa, una de las paredes está pintada con la bandera de Venezuela y en lugar de las habituales estrellas estan las letras “SOS.” La exhibición toma la forma de una carpa; Corredor dice que en realidad una carpa como esa se consideraría un lujo para muchos migrantes venezolanos, que a menudo duermen en las calles o en espacios estrechos, sin techo ."En muchos casos, estas personas son enfermeros, médicos e ingenieros," dijo la vicepresidenta del grupo, Maria Elena. "Estas personas tuvieron que dejar todo en Venezuela, porque no encontraban comida o medicina para sus familias. Y aunque vivan en estas condiciones, dicen que es mejor que estar de regreso en Venezuela.

"¿Puedes imaginar? Si esto es mejor, ¿cuál será su realidad en casa?” pregunta Granera.
Aunque los padres de Corredor se mudaron a Chile hace unos diez años, sus abuelas y demás parientes siguen en Venezuela.

"Me dicen que el salario mínimo de un mes es equivalente a dos tazas grandes de café en Starbucks," dijo Corredor. "Eso es una locura."Cuando Corredor habló sobre el trabajo en equipo que se requirió para armar la exposición, sus ojos se llenaron de lágrimas una vez más."Son tantas personas de distintos países que nos unimos," dijo Corredor, "y se les ve trabajando con tanta pasión, como si estuvieran trabajando por su propio país. Ese es el regalo más hermoso que te puede brindar un amigo.""Es esa la unión de Latinoamérica que quiero que se vea representada en la universidad."
 Para conocer más sobre cómo puedes ayudar, visite la página de Towards a Better Latin America.

[Foto: Fourth-year students Maria Elena, left, and Gabriela Corredor spearheaded the student organization’s fall project].
Escrito Por: Whitey Reid, UVA TODAY 
Fotografías Por: Dan Addison, Comunicaciones de la Universidad de Virginia [Traducido Por: Paola Pinzon, Universidad de Virginia]

Un viaggio venezuelano, alla ricerca di una nuova casa 

Un gruppo di studenti dell'Università della Virginia ha trascorso un semestre per pianificare e organizzare una mostra. Gli occhi di Gabriela Corredor si riempiono di lacrime mentre guida i visitatori della mostra nel giardino di “Peabody Hall” dell’Università. Nel centro della tenda sono stati disposti materassi sporchi, asciugamani strappati, abiti vecchi, scarpe senza lacci, una brocca senza acqua e animali di peluche sparsi.

Gli studenti, organizzatori di questa mostra sono membri dell’organizzazione studentesca “Towards a Better Latin America” (Per una migliore America latina) e fin dal principio del semestre hanno lavorato su questo progetto  intitolato “Il viaggio venezuelano alla ricerca di nuova casa”, che vuol rappresentare la crisi umanitaria e la diaspora venezuelana, una crisi che gli studenti definiscono la ‘Siria Occidentale’.
L’esposizione simboleggia l’attuale situazione di milioni di venezuelani che, a causa della povertà, la mancanza di medicine e di cibo, cercano rifugio in Brasile. Per Corredor, studentessa venezuelana e presidente dell’organizzazione, la crisi le risulta familiare, parte della sua famiglia, infatti, si trova ancora in Venezuela. “Volevamo ricreare la situazione, perché quando vedi raccontato sulla carta ti commuove ma è diverso da quando lo vedi nella fisicamente” dice, mentre la sua voce s’incrina.

L’obiettivo principale della campagna è quello di informare riguardo quello che sta vivendo il Venezuela. A questo scopo le pareti del  gazebo sono ricoperte da fotografie, quadri, cartine e testi che raccontano questa crisi umanitaria dal suo inizio fino ai giorni nostri.  Sulla parete esterna del gazebo è dipinta la bandiera del Venezuela con la scritta "SOS" al posto delle stelle.
Corredor dice che in verità questo gazebo sarebbe un lusso per molti emigranti venezuelani, che spesso dormono per la strada e in spazi ridotti, senza tetto. “In molti casi, queste persone sono professionisti, infermiere, medici e ingegneri” interviene Maria Elena, vicepresidente del gruppo. “Queste persone hanno dovuto lasciare tutto in Venezuela,  non trovavano più cibo e medicine per per la famiglia. Malgrado vivano ora in queste condizioni, fuori dal proprio paese, dichiarano di star bene rispetto a come si sta in Venezuela”.
“Se tale situazione è migliore, riesci ad immaginare qual è la realtà in casa?” domanda Maria Elena.
I genitori di Corredor sono andati a vivere in Cile circa dieci anni fa, le sue nonne e i suoi parenti, però, vivono ancora in Venezuela.
“Mi dicono che il salario minimo di un mese equivale a due tazze grandi di caffe di Starbucks” continua Corredor, “E’ una pazzia”. Quando Gabriela Corredor racconta del lavoro che hanno fatto per la mostra i suoi occhi si sono riempiti di lacrime un’altra volta.  “Sono tante le persone di diversi paesi che ci hanno aiutato nella mostra” dice, “hanno lavorato molto come se si trattasse del proprio paese. E’ stato il più bel regalo che ti può offrire un amico, la ‘vera unione latinoamericana’, quella che ho voluto rappresentare in questa università”

[Foto: Maria Elena, sinistra, and Gabriela Corredor organizzatrice della mostra]
Testo di: Whitey Reid, UVA TODAY 
Foto: Dan Addison, Ufficio Comunicazione dell'Università della Virginia  [Tradotto da Carlos Gullì - familiafutura.com]


What's inside the tent on Peabody Hall's lawn? Stop by and find out

Gabriela Corredor’s eyes welled with tears as she took visitors on a tour of a makeshift tent in the middle of the lawn in front of the University of Virginia’s Peabody Hall.
There, in the center of the structure, were two dirty mattresses. Sitting on top were torn towels, ripped clothing, shoes with no laces, an empty water jug and – most heartbreakingly – a pair of children’s stuffed animals. They’re all part of an exhibit that the fourth-year student and fellow members of the student organization Towards a Better Latin America have been planning since the beginning of the semester.
Entitled “A Venezuelan Journey: The Search for a New Home,” the exhibit, which runs through Wednesday, showcases the current humanitarian and migration crisis in Venezuela – calling it “the Western Syria” – in which a large number of Venezuelans, suddenly impoverished due to rampant inflation and facing a nationwide shortage of medical supplies, have fled to neighboring Brazil.
As a Venezuela native who still has family in the country, Corredor, the organization’s president, knows the crisis all too well.

We wanted to recreate the situation because when you see something on paper, it can move you, but when you actually see it physically …” said Corredor, her voice trailing off. The display’s No. 1 objective is to educate people about the problem. To that end, the inner walls resemble a museum’s, with photos, charts, maps and text telling the story of how the crisis came to be. On the outside of the tent is a large mural of a Venezuelan flag. In place of the customary stars is a hand-scrawled message: “SOS.”While the exhibit is displayed inside a tent, Corredor said a tent would actually be considered a luxury for many Venezuelan migrants, who often have several family members residing in cramped, uncovered spaces in the streets.
“In many cases, these are nurses, doctors, engineers who are living like this,” the group’s vice president, Maria Elena, said. “They had to leave everything in Venezuela because they couldn’t find food or medicine for their families. So even though they are living like this, they say it’s better than Venezuela.
“Can you imagine? If this is better, what’s their reality back home?”
The exhibit resulted from the collaborative effort of Towards a Better Latin America members studying architecture, engineering, media studies, economics and politics, among other majors.
We never could have done this on our own,” said Corredor, referring to herself and Maria Elena. “Everybody came together and we divided and conquered.”While Corredor is personally connected to the crisis, she said it was only after a number of the organization’s Brazilian members told them how dire the situation truly is that she and Granera decided to move forward with the endeavor.
“They say that it is really horrible, that the people there aren’t welcoming Venezuelans and there wasn’t any funding to help these people – so we saw that as a great opportunity to help,” said Maria Elena, who is from Nicaraqua.Working with the Office of the United Nations High Commissioner for Refugees – which is helping thousands of Venezuelans currently living in the streets of Brazil – Towards a Better Latin America has established a $10,000 fundraising goal. The funds will go toward the purchase of shelter homes designed by the Ikea Foundation for Better Shelter, a Sweden-based humanitarian innovation project and social enterprise.
“We know this isn’t a long-term solution,” Corredor said, “but when we asked them what was the No. 1 thing that was needed, they said it was shelter to get people off the streets.”
Corredor’s own immediate family moved from Venezuela to Chile about 10 years ago, but she still has a grandmother and other relatives there.
“They say minimum wage for a month is equal to two Starbucks grande lattes,” Corredor said. “That is absolutely insane.”When Corredor discussed the teamwork that was needed for the tent to be erected, her eyes again became watery.
“It’s a lot of people from different countries all coming together,” she said, “and you see them working with such passion – as if it were their own country. That is the most beautiful gift that you can ask from a friend.
“I think that is the union of Latin America that I so much want to see at this University.”



Mediacontact - 
[University News Associate Office of University Communications]

noviembre 25, 2018

Violenza sulle donne, nel ricordo delle sorelle "mariposas"





Violenza su donne: Onu, "per troppo tempo l'impunità, il silenzio e la vergogna hanno reso endemica questa violazione dei diritti umani".

(da New York) “Orange the World: #HearMeToo – Coloriamo il mondo d’arancio, ascolta anche me” è il tema lanciato dalle Nazioni Unite per la campagna 2018 contro la violenza sulle donne, nella giornata internazionale a loro dedicata. L’intento è di mobilitare le agenzie Onu, ma anche scuole, università, politica, settore privato e società civile nel porre fine alle violenze di genere, ma anche per prevenirle con una particolare attenzione all’ascolto e all’accoglienza delle donne sopravvissute a questa tragedia sociale. Oggi nel mondo una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale durante la propria vita, e spesso autore della violenza è il partner. Quasi 750 milioni di donne e ragazze, nel 2018, si sono sposate prima del loro diciottesimo compleanno; mentre 200 milioni hanno subito mutilazioni genitali. Una donna su due nel mondo è uccisa da un partner o da un familiare, per gli uomini la statistica è di uno su venti. Il 71% di tutte le vittime della tratta di esseri umani nel mondo sono donne e ragazze e 3 su 4 subiscono sfruttamento sessuale. La violenza contro le donne è una causa grave di morte e somma le morti per incidenti stradali e malaria.

E' doveroso ricordare la data del 25 novembre 1960 quando le sorelle Mirabal, attiviste politiche dominicane, vengono assassinate per ordine del dittatore Rafael Leónida Trujillo. Le sorelle andavano a trovare i mariti in prigione. Furono bloccate da agenti del regime, torturate, massacrate, strangolate e gettate in un precipizio.
Questa data è quella che ha dato la data della giornata contro la violenza sulle donne, scelta in loro ricordo e loro onore.
Oggi si ricordano come #mariposas (farfalle).
[Carlos Gullì]

noviembre 24, 2018

Children of Venezuela, Christmas message (+ video)


Children of Venezuela
Il messaggio di Natale per i bambini venezuelani.








Prodotto da FamiliaFutura come sostegno a Meals4Hope dedicato ai bambini del Venezuela.  Un messaggio d’amore e di speranza per il 2019, per un paese che attraversa la peggiore crisi umanitaria della sua storia.

La Asociación Familia Futura production le dedica el mensaje Navideño a los niños venezolanos. Un mensaje de amor y esperanza para el 2019- En apoyo a la Asociación Meals4Hope.

Familia Futura  focus its Christmas messagge to venezuelan children.  It is a message of love and hope for 2019. This co-production has been realized in Turin, Italy by “familiafutura videomakers”




[familiafutura.com news]
  Roberta Della Penna

noviembre 22, 2018

VENEZUELA, el desesperado llamado de la madre de Stefano "Ayúdennos a salvar a nuestro hijo" (+ video)




Venezuela, 21 Novembre 2018
 [familiafutura]
 más informaciones escribe a familiafutura@gmail.com

-   
Atn. Su Santidad Papa Francisco 
Asunto: Asistencia Médica Humanitaria (Stefano Latouche). 
-   Fundaciones Humanitarias
-   A todos los que puedan ayudar

Ante todo reciban un muy cordial saludo, Nosotros Leandro Latouche y Karla Castillo, Venezolanos que residimos en VENEZUELA somos los afortunados padres de dos hermosos niños, el menor de ellos llamado Stefano, de 28 meses de edad, quien fue diagnosticado mediante Biopsia Muscular  y confirmado con Estudio Genético con ATROFIA MUSCULAR ESPINAL TIPO 1 (Catalogada dentro del grupo de enfermedades raras y la primera causante de muerte en niños menores de dos años) en el mes de Octubre del año 2016.
Stefano es un maravilloso niño, muy despierto y atento a todo cuanto ocurre a su alrededor, de hecho; de no ser por la deficiencia muscular generada por la patología, Stefano sería un niño perfectamente normal, en vista de que todas sus órganos y funciones fisiológicas se desenvuelven de manera normal (aproximadamente 16 estudios específicos lo avalan)
Desde el día de su diagnóstico hemos estado haciendo hasta lo imposible para acceder al “UNICO” tratamiento a nivel mundial (SPINRAZA) que existe en la actualidad para tratar la patología y poder garantizarle una vida prospera y segura en compañía de sus seres queridos. 
Tristemente debido al alto costo del medicamento (a razón de 125.000,00 USD cada ampolla, entendiendo que para el primer año de tratamiento necesitaría la aplicación de 06 ampollas para un total de 750.000,00 USD) nos ha sido literalmente imposible acceder al mismo, sin mencionar las abrumadoras carencias que en materia de salud y seguridad social enfrenta nuestro país en este momento, creo pertinente mencionar que ni siquiera está aprobada la comercialización del medicamento para  VENEZUELA, razón por la cual acudimos de manera desesperada a usted para solicitarles muy respetuosamente considere la posibilidad de brindarnos “ASISTENCIA MEDICA HUMANITARIA” para poder acceder al tratamiento (SPINRAZA) para nuestro hermoso bebe y le sea aplicado en el Hospital Pediátrico Bambino Gesú en la ciudad de Roma. Dicha institución actualmente ha realizado más de 100 aplicaciones del tratamiento de manera exitosa. 
En tal sentido y guiados por nuestra más profunda fe católica, acudimos a Uds. para solicitarles encarecidamente consideren nuestra desesperada solicitud y nos sea otorgado el beneficio de traslado y aplicación del tratamiento (Spinraza) imprescindible para “literalmente” salvar la vida de nuestro hermoso hijo, además de que nos apoyen y acompañen en nuestra maravillosa labor de padres, para así garantizarle a nuestro hijo una vida prospera y maravillosa cargada de Fe, Ilusión y Esperanza. En este momento ustedes representan la “UNICA” esperanza para salvar la vida del bebe, razón por la cual toda nuestra fe los acompaña, aunado al más profundo compromiso de padres amorosos dispuestos a garantizarles a nuestros hijos una vida llena de armonía y amor de la mano de sus seres queridos.
Sin más por el momento y agradeciendo profundamente su atención y buenos oficios.


Atte. Leandro Latouche / Karla Castillo
Valencia - Venezuela




Venezuela, Il disperato appello dei genitori di Stefano: "aiutateci a salvare il nostro bambino" (video)




Il disperato appello di Karla e Leandro, genitori del piccolo Stefano, alla ricerca di chi possa aiutarli a salvare il loro bambino. Nel paese dove vivono, il Venezuela, è impossibile per la gravissima crisi umanitaria che ha colpito il paese. Le cure ci sono, anche in Italia.
(Per aiutare Stefano scrivi a familiafutura@gmail.com -  oggetto: Aiutiamo Stefano)



(La lettera, referti medici e la foto)
Venezuela, 21 Novembre 2018

-          
Alla SANTA SEDE
                 Sua Santità Papa Francesco
-          Medici senza Frontiere
-          Fondazioni
-          A tutti coloro che possono aiutare

Urgente assistenza medica per Stefano Latouche
Ci rivolgiamo all’Associazione Familia Futura affinché renda pubblico il nostro appello.


Siamo i genitori di  Leandro Latouche e Karla Castillo, venezuelani che risiedono in Venezuela, genitori di due bellissimi bambini. Il più piccolo, si chiama Stefano, e ha 28 mesi. A Stefano, purtroppo, gli è stato diagnosticato, a seguito di una biopsia muscolare con conferma dello studio genetico effettuato, un’atrofia muscolare spinale di tipo 1 SMA
(presente nella lista delle malattie rare, prima causa di morte nei bambini sotto i due anni.

Stefano è un bimbo meraviglioso, sempre molto attento a tutto ciò lo circonda. Se non fosse per la carenza muscolare causata dalla malattia, Stefano sarebbe un bambino perfettamente normale, dato che tutti i suoi organi e le funzioni fisiologiche funzionano normalmente (circa 16 studi specifici lo hanno confermato).
Dal giorno della diagnosi abbiamo fatto tutto il possibile per accedere al trattamento "UNICO" in tutto il mondo (SPINRAZA) che attualmente esiste per trattare la malattia, per garantire una vita prospera e sicura insieme alla sua famiglia.
Purtroppo a causa del costo elevato del farmaco, 125.000,00 $ al flacone, tenendo conto che per il primo anno di applicazione del trattamento avrebbe bisogno di n.6 fiale per un totale di 750.000,00 USD) è stato letteralmente impossibile per noi accedervi, per non parlare, poi,  delle terribili carenze in materia di salute e di sicurezza sociale nel nostro paese in questo momento e, a questo proposito vorremmo anche sottolineare che non è nemmeno stata approvata l'autorizzazione al commercio di tale farmaco in  Venezuela.  Questo è il motivo per cui, disperati ci rivolgiamo a all’associazione Familia Futura, di diffondere il nostro appello,  la supplica di tenderci una mano "UN AIUTO UMANITARIO DI ASSISTENZA MEDICA" per poter usufruire di questo trattamento (SPINRAZA) per il nostro bambino. Tale trattamento  viene effettuato presso l’ Ospedale “Bambino Gesù” di Roma, già somministrato con successo su altri bambini.

Vogliate  prendere in considerazione la nostra disperata richiesta in modo che ci sia  concesso il trasferimento per l'applicazione di un trattamento medico (Spinraza) veramente essenziale per  salvare la vita del nostro bambino. I nostri genitori, i nonni di Stefano, ci aiutano e partecipano alla nostra lotta.  Siete la nostra unica speranza di salvare la vita di nostro figlio.

Chiudiamo questa lettera disperata, ringraziandoVi per l’attenzione ricevuta, dal profondo del nostro cuore.




Leandro Latouche / Karla Castillo

Valencia-Venezuela

[familiafutura]




noviembre 20, 2018

Cercansi sponsors per cortometraggio


Il team di Familia Futura dell’area production, ha lanciato un progetto di imminente realizzazione. Si tratta di corto della durata di 30 minuti, film-documentario verità, destinato a far scalpore per via della testimonianza diretta dello scrittore di un libro sulla realtà sociale di un paese dell'America latina. Un video racconto che terrà col fiato sospeso, con immagini struggenti e momenti di vita in Venezuela, con rivelazioni inaspettate, la cruda realtà alternata a immagini nostalgiche di un paese che fu e che oggi è sull'orlo del baratro.
In video un comunicatore attivista e un docente universitario fuggito dalla persecuzione del regime.
Il corto verrà proposto afestival nazionali e internazionali. Prenderanno parte ai lavori di messa in opera: un regista; il direttore della fotografia; tecnici del montaggio; il  conosciuto attivista e lo scrittore del libro da cui si ispira il film.

Pronta la sceneggiatura, il copione, il set e le location.
La produzione è alla ricerca di sponsors che vogliano partecipare alle spese per la realizzazione di tale progetto che aspira ad alta professionalità e alla diffusione nazionale e internazionale.
Prodotto in lingua italiana, verrà sottotitolato in spagnolo.

Comuni, enti pubblici e istituzionali che vogliano concedere patrocinio; aziende private o pubbliche che vogliano partecipare ai costi per il tema trattato, saranno presenti tra i crediti del corto attraverso i loro loghi e nelle varie presentazioni.

Rivolgersi a:  familiafutura@gmail.com    (oggetto: corto A1)

#SponsorMe 
#Sponsors


Luna Nuova: "Villardora: c’è "Familia Futura" per gli immigrati del Sud America"



Link all'articolo on line 



Un occhio attento a quanto sta accadendo in Venezuela, tristemente famoso per il suo attuale stato di estrema crisi umanitaria. 
Il Presidente dell'associazione vive nella città metropolitana di Torino, da quarant'anni, nato in Venezuela, si è trasferito con la famiglia a Villar Dora all'età di 13 anni.

[Luna Nuova]Ha trovato casa a Villardora, in via Cuminie 23, lungo l’ex statale 24, la nuova associazione culturale “Familia Futura”, nata su iniziativa di un gruppo di cittadini italiani e italo-venezuelani sostenitori del rispetto dei diritti umani e promotori della libera informazione: l’obiettivo è quello di offrire informazioni e sostegno agli immigrati provenienti dai paesi sudamericani, spesso in fuga da crisi umanitarie, che giungono in Piemonte.


Roberta Della Penna
familiafutua.com

noviembre 18, 2018

CIDH dictaminó que el Estado venezolano es responsable por daños sufridos por Linda Loaiza


La Corte Interamericana de Derechos Humanos (CorteIDH) encontró responsable al Estado venezolano por una serie de negligencias y violaciones de derechos en el caso de Linda Loaiza López Soto, quien fue secuestrada, torturada, mutilada y violada en 2001.
La Corte Interamericana consideró que en el caso hubo "una violación de varias disposiciones de la Convención Americana sobre Derechos Humanos, la Convención Interamericana para prevenir y sancionar la tortura y la Convención Interamericana para Prevenir, Sancionar y Erradicar la Violencia contra la Mujer".
La joven fue secuestrada por un hombre el 27 de marzo de 2001 cuando tenía 18 años, hasta que, casi cuatro meses después, el 19 de julio de ese año fue rescatada por las autoridades en pésimas condiciones de salud, reseñó EFE.
[via NTN24]
La sentencia de la CIDH indica que el Estado es responsable por la violación de los derechos a la integridad personal, prohibición de la tortura y otros tratos crueles, inhumanos o degradantes, garantías judiciales, dignidad, autonomía y vida privada, igualdad ante la ley y protección judicial, en relación con las obligaciones de respetar y garantizar los derechos, de no discriminar, y de adoptar medidas de derecho interno, en los términos de la Convención Americana sobre Derechos Humanos, en relación a la Convención Interamericana para Prevenir, Sancionar y Erradicar la Violencia contra la Mujer y de la Convención Interamericana para Prevenir y Sancionar la Tortura, en perjuicio de Linda Loaiza López Soto.
Tras el rescate se inició un proceso penal contra el agresor. Se llevaron a cabo dos juicios

orales, ya que el primero fue anulado. A raíz del segundo proceso penal, el agresor fue
condenado por los delitos de privación de la libertad y lesiones gravísimas, pero absuelto por el delito de violación. En la actualidad, se encuentra pendiente la revisión del proceso en lo atinente al delito de violación.
En la sentencia notificada el día de hoy, la Corte Interamericana determinó que el Estado fue responsable por la reacción insuficiente y negligente de los funcionarios públicos que, al menos desde el 26 de mayo de 2001 (día en que la hermana de la Sra. López Soto interpuso una denuncia ante la policía), tenían conocimiento del riesgo. La Corte destacó que dichos funcionarios públicos no solo no adoptaron las medidas que razonablemente eran de esperarse,incumpliendo con la debida diligencia para prevenir e interrumpir el curso de causalidad de los acontecimientos, sino que además su accionar causó alerta al agresor.
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La Comisión Interamericana Diritti Umani ha accusato lo Stato del Venezuela di una serie di negligenze e violazioni dei Diritti Umani nel caso di Loaiza Lóper Soto, sequestrata, torturata, mutilata e violentata nel 2001, quando aveva soltanto 18 anni.
Perché si ritiene responsabile lo Stato? Non dichiarare la tortura fuorilegge e i trattamenti crudeli.
L'aggressore è stato condannato  per delitto di privazione di libertà personale, ma assolto per il delitto di violenza sessuale. Lo Stato ha reagito in maniera insufficiente, accuse aggravate dal fatto che la sorella donna rapita aveva precedentemente denunciato alla polizia, la possibilità che succedesse quanto è poi accaduto. I funzionari pubblici non solo non hanno adottato le misure previste per questo tipo di crimine, anche perché in qualche modo l'aggressore ne è venuto a conoscenza.
[familiafutura]

https://www.analitica.com/actualidad/actualidad-nacional/cidh-dictamino-que-el-estado-venezolano-es-responsable-por-danos-sufridos-por-linda-loaiza/ 



noviembre 17, 2018

Aiutaci ad aiutare - Help us help others




Our aim is to strengthen all our communication instruments that serve human rights, aiming at raising awareness of public opinion. Protecting the civilian population - this is the real emergency.

Nuestro objetivo es impulsar los Derechos Humanos a través de todos nuestros instrumentos de comunicación.

Il nostro obiettivo è quello di promuovere i Diritti Umani attraverso tutti i mezzi di comunicazione, sensibilizzando l'opinione pubblica sull'importanza del rispetto dei Diritti dell'uomo.

noviembre 16, 2018

Ricordando la Laurea Honoris Causa a Mario Vargas Llosa









E' sempre con grande piacere ricordare l'importante evento della Consegna della Laurea Honoris Causa, il 7 giugno 2014, al Premio Nobel Mario Vargas Llosa, ringrazio ancora i colleghi e i colleghi dell'Ufficio Comunicazione dell'Università di Torino che mi hanno dato la possibilità di occuparmi di un evento così importante e di presentarlo. Ringrazio anche di avermi permesso d'invitare tra il pubblico una rappresentanza di venezuelani nonostante i posti dell'aula magna non fossero sufficienti e l'evento fosse a porte chiuse. Grazie ancora.
Di seguito il video ufficiale dell'evento
[video] conferimento Laurea HC
[foto] Mario Vargas Llosa, avvertito da me della presenza dei venezuelani, scende simpaticamente per avvicinarsi al pubblico presente. 
Importante(Privacy e Copyright) [Video proprietà UNITO, Foto Carlos Gullì per Unito].

Link al video ufficiale dell'evento

🇻🇪Siempre muy emocionante recordar el 7 de Junio 2014 cuando la Universidad de Turin, en donde trabajaba, me dio la posibilidad de colaborar con la organización del evento en donde otorgaron Honoris Causa al grande Mario Vargas Llosa. A pesar de que fuera a puertas cerradas me permitieron reservar puestos en los asientos reservados al público, para la comunidad venezolana. Al final del discurso pude decirle que Venezolanos esperaban su saludo y el se acercó.

Carlos Gullì
familiafutura 

noviembre 15, 2018

Gran encuentro de Venezolanos en Bruselas




[VENEUROPA] La Asociación *VenEuropa* te invita al *Gran Encuentro de Venezolanos* que tendrá lugar este Sábado *24 de Noviembre de 15.00 a 19.00* en *Bruselas*. Los venezolanos que residimos hace ya algunos años en el país tenemos muchos deseos de conocer a los compatriotas que han ido llegando en los últimos 2 años, y darles la bienvenida . Una oportunidad para presentarnos, conversar, y compartir nuestra venezolanidad en estas tierras lejanas. *¡TE ESPERAMOS CON TUS FAMILIARES Y AMIGOS*
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La inscripción es obligatoria, escribe a *info@veneuropa.eu* con tu nombre y apellido y el de las personas que te acompañarán
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Venezuela, Beatriz: la esperanza de un transplante pulmón se desvaneció



El día que salió de Venezuela había 32 personas en silla de rueda esperando para ser montadas en el avión de Air Europa con destino Barajas, según le dijo la azafata que la subió a la aeronave. “Éramos un hospital volando”, recuerda Beatriz sobre aquella noche del 6 de julio de 2017 en el Aeropuerto Internacional de Maiquetía, en Caracas. A sus 51 años dejaba atrás el país donde había residido toda su vida. Allí había sido profesora de Historia de la Arquitectura y empresaria de la bisutería. Portaba su pasaporte francés, nacionalidad que heredó de su padre, y todos sus ahorros. 
En Venezuela contrajo hace 15 años un asma bronquial que le hacía toser hasta sangrar y que no había podido tratar por la falta de medicina. Con el paso de los años le diagnosticaron una fibrosis pulmonar, que solo podía ser curada con un trasplante, pero un nuevo pulmón era un sueño imposible si permanecía en el país sudamericano, donde el sistema de salud ha colapsado por completo.
El fenómeno de los emigrantes enfermos de Venezuela ha sido denunciado por organizaciones internacionales. Amnistía Internacional advirtió en marzo que “miles están huyendo de una situación agónica que ha convertido enfermedades curables en cuestiones de vida o muerte”. Hay escasez de medicinas, vacunas y suministros médicos tan básicos como gasas estériles, jeringuillas o alcohol, según la Federación Farmacéutica de Venezuela, Fefarven.
Antes de tomar su avión a España, había vendido su casa de cuatro habitaciones en Barquisimeto, llegó a España con unos 13.000 euros en mano. Sus últimos recuerdos antes de salir de Venezuela el año pasado son de la miseria absoluta. Como otros venezolanos de toda condición económica se pasaba el día buscando comida y medicinas. “La enfermedad de Beatriz no tiene otra cura que un trasplante de pulmón pero en su caso está contraindicado”, por sus problemas de corazón, dice una de las doctoras que la ha tratado en Madrid, Diana Chiluiza. Su corazón también está muy debilitado como consecuencia del sobresfuerzo por la falta de oxígeno en los pulmones. “Por poner una analogía su corazón es como el de una persona de 90 años”.
Como otros venezolanos en albergues de Madrid, Begoña siente remordimiento a la hora de ser crítica con la ayuda que ha recibido. Piensa que el sistema benefactor español es “extremadamente generoso”, a pesar de todo: “Aquí tengo comida, techo y calefacción. En Venezuela estuviera muerta hace rato”.



Quando Beatriz lasciò il Venezuela c’erano anche altre 32 persone su sedia a rotelle, aspettavano d’imbarcasi sul volo Air Europa per Madrid. “Eravamo un ospedale volante” ricorda, riferendosi a quella sera del 6 luglio 2017 nell’aeroporto di Maiquetía a Caracas. A 51 anni lasciava il paese in cui è vissuta da sempre. È stata professoressa di Storia dell’Architettura e imprenditrice di bigiotteria. Portava via il  passaporto francese ereditato da suo padre e tutti i suoi risparmi.
Ammalatasi di asma bronchiale che le procurava una tosse fortissima al punto di farla sanguinare, non ha potuto curarsi in Venezuela per mancanza di farmaci. Con il trascorrere degli anni le hanno diagnosticato una fibrosi polmonare, che poteva essere curata solo con un trapianto, ma un polmone nuovo era solo un sogno restando in Venezuela, dove la sanità è completamente collassata.

Il fenomeno degli emigranti venezuelani ammalati è stato segnalato da organizzazioni internazionali. Amnesty International ha allertato che sono migliaia coloro che fuggono da una situazione disperata che ha trasformato malattie incurabili in questioni di vita o di morte. La carenza di medicine, vaccini e forniture mediche come semplici garze sterili, disinfettanti, è ormai la realtà secondo la Federazione Farmaceutica del Venezuela, Fefarven.
Prima di partire per andare in Spagna, Beatriz ha venduto la sua casa di Barquisimeto, è arriva a destinazione con 13.000 € tra le mani. I suoi ultimi ricordi prima di lasciare il Venezuela sono quelli di una completa miseria. Come altri venezuelani trascorreva la giornata alla ricerca di cibo e medicine. Uno dei medici spagnoli dice che la malattia di Beatriz non ha altra cura che un trapiando di polmone che nel suo caso è controindicato per gravi problemi cardiaci. 
Grata al sistema sanitario spagnolo per avergli dato cibo, riscaldamento e un tetto. In Venezuela sarebbe morta da un pezzo.
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noviembre 13, 2018

America Latina: una grande famiglia. Gli auguri italovenezuelani di un 2019 all'insegna della pace e la libertà [#Video]


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Che il 2019 si un anno d'amore, di pace, di sviluppo e libertà.
America Latina..una grande famiglia!

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América Latina…. ¡Amor sin condiciones! Venezuela, hoy, nos necesita a todos. ¡qué el 2019 sea un año de Amor, Paz, Desarrollo y Libertad. América latina es “Una gran familia”
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