marzo 13, 2013

Una pagina di storia sulla nostra pelle


                                                                  Michele Castelli

Prima di riportare il messaggio del grande Simón Bolivar, voglio trascrivere il messaggio che mi ha inviato il mio professore di italiano, il primo,  che vive in Venezuela dal 1970, un vero ‘socialista’, senza il cui insegnamento non sarei riuscito a intraprendere la mia carriera universitaria in Italia che mi ha portato a realizzare una tesi con la docente e linguista più interessante in Italia, Carla Marello. Lui è Michele Castelli. Un altisonante nome italiano che ci fa onore. Avrei tenuto gelosamente le sue parole, ma ho pensato che avrei fatto del bene alla gente permettendo di conoscere il pensiero di questo uomo eccezionale. Impariamo.

Ecco le sue parole:

(…)Caro Carlos,
Complimenti, innanzitutto per la tua nuova laurea e per il tema della tesi. Una novità per me quella tua dicitura di "linguapadre", è la prima volta che la sento e che la leggo. Di solito i linguisti parliamo di linguamadre anche in funzione di quel detto latino: mater certa est pater numquam...
Seguo con interesse ed attenzione la crisi in Italia e ti confesso che vedo sempre più analogia con ciò che succede da noi. Forse con la differenza che noi andiamo retro dal punto di vista economico e sociale con la velocità della luce... Se vedi Caracas non la riconosci. Un caos infinito è una città disumana sotto tutti i punti di vista: sporca, insicura, senza vita culturale, imbrattata di rosso. Non è il rosso del "socialismo" che io ho sempre sognato e per il quale mi sono battuto. No. È un rosso impregnato di populismo ipocrita e cinico che gioca con la speranza della povera gente. Corruzione a bizzeffe.
(…)


“La continuación de la autoridad en un mismo individuo frecuentemente ha sido el término de los gobiernos democráticos. Las repetidas elecciones son esenciales en los sistemas populares, porque nada es tan peligroso como dejar permanecer largo tiempo en un mismo ciudadano el poder. El pueblo se acostumbra a obedecerle y él se acostumbra a mandarlo, de donde se origina la usurpación y la tiranía.”

Simón Bolivar

« La continuazione dell’autorità in uno stesso individuo in maniera frequente è stata la fine dei governi democratici. Le ripetute elezioni sono essenziali nei sistemi popolari, perché non c’è niente di più pericoloso come lasciar permanere per lungo tempo il potere nello stesso cittadino. Il popolo si abitua ad obbedirgli e lui si abitua a comandarlo; da dove si origina l’usurpazione e la tirannia. » (Simón Bolívar)

Cosmo de La Fuente (Carlos)
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