marzo 29, 2012

Crisi economica: suicidi in aumento


La crisi economica, che colpisce i lavoratori licenziati ma anche gli imprenditori falliti, puo' uccidere. Come dimostrano le cronache degli ultimi mesi, e l'ultimo drammatico caso di un uomo che si e' dato fuoco davanti all'Agenzia delle Entrate di Bologna, aumentano i suicidi legati alla crisi.

Sui 4.000 suicidi complessivi in un anno, si stima che negli ultimi 12 mesi il fattore economico abbia pesato per piu' un terzo, quindi oltre mille persone uccise letteralmente dalla crisi. Sono le stime dello psichiatra Maurizio Pompili, responsabile del servizio Prevenzione del Suicidio dell'ospedale Sant'Andrea. "Purtroppo questi dati non ci sorprendono - spiega Pompili all'AGI - nella storia e' un fenomeno gia' visto. Ci fu un boom di suicidi nel 1870, dopo una grande crisi e l'aumento del prezzo del pane, e un'altra escalation negli anni '30 del '900, gli anni della grande depressione. Si parla di grandi crisi, ma anche piccole: di recente si e' ucciso un anziano che aveva un debito di mille euro". E' il mondo che crolla addosso alle persone piu' fragili: "Mancano i soldi, si pensa di non aver assolto il compito di mantenere se' stessi e i propri cari, e nel caso degli imprenditori c'e' anche l'angoscia per la sorte dei dipendenti. Il fallimento economico diventa un fallimento esistenziale, totale, da cui si fatica a uscire".

Al Centro di Tor Vergata giungono diverse centinaia di chiamate ogni anno, di gente che cerca di uscire dal tunnel della depressione: "Di queste, almeno un terzo sono persone spinte dalla crisi alla tendenza suicida, un dato allarmante che sta aumentando sempre di piu'". Contro il suicidio, avverte Pompili, "servono investimenti, che migliorino i servizi sul territorio che sono pochi e male organizzati. Il nostro centro ad esempio vive grazie all'impegno di operatori volontari, ma la notte siamo chiusi, mentre con le risorse adeguate potremmo offrire un servizio H24 per chi ha tendenze suicide ma anche per i familiari di suicidi, che a loro volta sono particolarmente a rischio. E poi occorre investire sulla formazione di operatori specializzati ad hoc. In questo senso lancio un appello al Governo: non possiamo lasciare sole queste persone".

(Antonio Romano)

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