enero 24, 2011

Rivolley: il presidente Alberto Orru risponde


Provvedimenti disciplinari atlete ed allenatore 1DF per i fatti accaduti nella giornata di venerdì 14 gennaio 2011 al termine della gara di campionato Rivolley - Volley Rosta:
L'allenatore della 1 Divisione Femminile al termine della gara, su richiesta di una delle atlete in questione, consegnava le chiavi del locale docce, chiuso per guasto all'impianto fognario, come comunicato nella segnaletica affissa su ogni porta dell'impianto (ingresso palestra, ingresso spogliatoi e ingresso locali igienici) dai responsabili dell'Istituto Giulio Natta, che vietavano l'uso dell'impianto idrico per rischio di allagamento. Il provvedimento è stato più volte ribadito dalla Dirigenza a tutti gli atleti, compresa la sera dell'accaduto. Dalle testimonianze raccolte e dal sopralluogo eseguito appuravamo che tale norma era stata infranta dalle due atlete in questione, che interrogate immediatamente all'uscita dagli spogliatoi negavano l'accaduto. L'allenatore interrogato dei fatti di fronte all'evidenza dell'utilizzo delle docce minimizzava l'accaduto estraniandosi dalle sue responsabilità.
Dopo lunga discussione sui fatti accaduti il Consiglio Direttivo (composto da sei membri tutti presenti) in virtù dei poteri conferitigli all'art.19 ai punti I ed L, approva all'unanimità l'esonero dell'allenatore e l'allontanamento delle due atlete in questione per "inottemperanza alle disposizioni dello Statuto societario e dei regolamenti e delle deliberazioni adottate dagli organi dell'associazione" e "svolgimento di attività contrarie agli interessi dell'associazione" (art.9 comma 2 punti A e C). I fatti assumono aggravante per avere esposto l'associazione al rischio di revoca della concessione d'uso dell'impianto sportivo annesso all'ITIS Natta come contemplato nel Regolamento per lo sviluppo , uso e gestione degli impianti sportivi della Provincia di Torino (art. 37 punto O), adottato dalla scrivente associazione con sottoscrizione del disciplinare di concessione in uso (art.1)La restituzione della quota societaria non è dovuta in base all'art.7 dello Statuto sociale regolarmente accettato dalle atlete all'atto della richiesta di iscrizione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo relative agli esoneri sono state regolarmente spedite alle atlete con raccomandata A/R come riportato all'art.10 dello Statuto Sociale, insieme alla ricevuta della quota sociale 2010-11.
Il Presidente
Alberto Orru

La lettera risponde alle dichiarazioni di Federica Lanotte nel post

Risponde Giuseppe Lorusso

Approfitto di questo suo Blog per rispondere al sig Orrù Alberto in merito a questa sua ultima uscita, in quanto chiamato in causa.
Le chiavi che ho consegnato non erano le chiavi del locale docce ma dello spogliatoio nel quale mazzo ci sono le chiavi delle docce.
La norma di cui accenna il sig. Orrù non è stata violata da due sole ragazze ma da quasi la metà della squadra,perché si,due ragazze hanno aperto l’acqua delle docce, ma le altre hanno aperto l’acqua dei lavandini per rinfrescarsi come dovrebbe essere permesso in una struttura abilitata per fornire spazi per attività sportiva. Quindi il sig. Orrù a proprio piacimento ha deciso di adottare due pesi e due misure nel giudicare la gravità del fatto. Mi spiego meglio, se la gravità sta nel fatto che si sarebbe potuto provocare un danno allagando l’istituto con l’utilizzo dell’acqua, sia essa della doccia che del lavabo, cosa che non è successa, in quanto non si è verificato alcun danno, ad essere “cacciate” dalla società dovevano essere anche le altre 5 atlete, che hanno usufruito dell’acqua del lavabo, perché sia lo scarico della doccia che del lavabo confluiscono nelle stesse tubature, pertanto sia l’uso della doccia che quello del lavabo, a sentire il sig.Orrù, avrebbero potuto creare un danno alla società. Quindi se la cosa fosse stata fatta senza pregiudizi di sorta, le persone cacciate sarebbero state 7 e non 2 , ma casualmente il sig. Orrù e il suo direttivo, hanno deciso di sbattere fuori solo 2 persone, perhè? Io su questo avrei dei pareri, ma che tengo per me.
Inoltre sono stato accusato di minimizzare. Io ho cercato di calmare il dirigente, per la questione sollevata, in quanto quest’ultimo stava dando in escandescenza ed era in balia della collera, così ho pensato di non mettere altra enfasi su un problema che poteva risolversi in una bolla di sapone, come poi è stato. Sul principio capisco e comprendo, il problema sollevato dalla società, ma sui modi mi dispiace non condivido. Nemmeno su un posto di lavoro si viene trattati in questa maniera, figuriamoci durante una attività ricreativa e sportiva, perché poi alla fine di questo si tratta, dare spazio alle persone per praticare uno sport. Ci sarebbero poi molte cose da disquisire su tutto quello riguardante cosa dice lo statuto più altre cose elencate dal sig. Orrù, ma non importa. Quello che voglio far capire,e spero di esserci riuscito, e che c’erano tutti gli spazi, se si volevano cercare, per affrontare e risolvere la questione in maniera rispettosa, civile e obiettiva. Così non è stato e mi dispiace.
Ringraziando per lo spazio offerto
Cordiali saluti
Giuseppe Lorusso

enero 21, 2011

Rivoli (Torino): l'associazione di pallavolo Rivolley, secondo il raccondo delle protagoniste, avrebbe cacciato due giocatrici senza validi motivi



[Mediacontact]Cosa fare se le docce e i bagni della palestra non funzionano e non si vogliono fare i lavori di riparazione? Semplice: basta cacciare i giocatori e le giocatrici che lo rendono noto. È quanto sarebbe accaduto negli impianti sportivi occupati dalla società Rivolley di Rivoli in provincia di Torino. Le vittime di questo che appare come un sopruso, sono Federica Lanotte e Erika Ravera.


A seguito di una discussione, in cui venivano accusate ingiustamente di aver usato l’acqua delle docce dell’impianto dove ci alleniamo, la dirigenza, con un consiglio straordinario (formato solo da 4 di loro e nemmeno dal 50%) ci ha comunicato che eravamo state cacciate – racconta amaramente Federica – accusandoci del fatto che avremmo potuto allagare la palestra viste le condizioni delle docce. Noi, però, non solo non abbiamo fatto le docce e lunedì, tre giorni dopo, i bagni erano magicamente tornati agibili”.


Un atto punitivo che non trova ragioni valide e che ha dell’incredibile secondo quanto dichiarato dalle ragazze. “Siamo state cacciate perché abbiamo fatto scorrere un po’ d’acqua gialla e sporca dai lavandini, come hanno fatto tutte le nostre compagne, per bagnare dei fazzolettini e asciugarci il sudore. Ci hanno detto, però, che ci cacciavano anche per la nostra arroganza, quella, cioè, di riferire solo quello che realmente è accaduto” conclude la giocatrice.
Le due ragazze sono decise ad andare oltre perché vittime di un’ingiustizia poiché non solo non gli è stato permesso di scusarsi o di proferire parola in modo da giustificarsi, ma hanno dovuto subire un’aggressione verbale senza precedenti.


Non ci vogliono nemmeno dare il verbale di quest’ assemblea ‘fantasma’ durante la quale avrebbero deciso di cacciarci – continua Federica – ma la cosa peggiore, di cui siamo venuti a conoscenza soltanto ora, è che i dirigenti votanti sono una delle giocatrici costrette a stare in panchina e suo marito. Come se non bastasse non vogliono nemmeno darci la copia della ricevuta della quota versata a settembre e tanto meno renderci i soldi”.
Il trambusto è avvenuto nella palestra della scuola Natta di Rivoli. Vengono annullati quattro mesi di successi di una squadra in testa al girone di prima divisione femminile. Alcune ragazze della squadra per solidarietà e per aver assistito ai fatti, sarebbero andate via dalla squadra. Per quale motivo due anni di lavoro e di vittorie e al lavoro dell’allenatore Pino Lorusso a qualcuno piaceva cancellare questa squadra?

Una cosa è certa, secono Federica: " Questa storia non finirà qui. Non è logico e neppure educato trattare in questo modo due giocatrici che prima di essere atlete sono persone per bene che hanno regolarmente pagato la loro quota associativa".
Cosmo de La Fuente (continua)
A questo pezzo e alle dichiarazioni della signorina Federica, risponderà presto il sig. Alberto Orru, presidente della ASD Rivolley, il quale ha anticipato che oltre a delle inesattezze, ci sarebbero dichiarazioni lontane dalla realtà da parte delle due ragazze.
CdF

La risposta del presidente Alberto Orru appare come nuovo post nella giornata del 24 gennaio oltre che qui di seguito.
Provvedimenti disciplinari atlete ed allenatore 1DF per i fatti accaduti nella giornata di venerdì 14 gennaio
2011 al termine della gara di campionato Rivolley - Volley Rosta:
L'allenatore della 1 Divisione Femminile al termine della gara, su richiesta di una delle atlete in questione,
consegnava le chiavi del locale docce, chiuso per guasto all'impianto fognario, come comunicato nella
segnaletica affissa su ogni porta dell'impianto (ingresso palestra, ingresso spogliatoi e ingresso locali
igienici) dai responsabili dell'Istituto Giulio Natta, che vietavano l'uso dell'impianto idrico per rischio di
allagamento. Il provvedimento è stato più volte ribadito dalla Dirigenza a tutti gli atleti, compresa la sera
dell'accaduto. Dalle testimonianze raccolte e dal sopralluogo eseguito appuravamo che tale norma era stata
infranta dalle due atlete in questione, che interrogate immediatamente all'uscita dagli spogliatoi negavano
l'accaduto. L'allenatore interrogato dei fatti di fronte all'evidenza dell'utilizzo delle docce minimizzava
l'accaduto estraniandosi dalle sue responsabilità.
Dopo lunga discussione sui fatti accaduti il Consiglio Direttivo (composto da sei membri tutti presenti) in virtù
dei poteri conferitigli all'art.19 ai punti I ed L, approva all'unanimità l'esonero dell'allenatore e
l'allontanamento delle due atlete in questione per "inottemperanza alle disposizioni dello Statuto societario e
dei regolamenti e delle deliberazioni adottate dagli organi dell'associazione" e "svolgimento di attività
contrarie agli interessi dell'associazione" (art.9 comma 2 punti A e C).
I fatti assumono aggravante per avere esposto l'associazione al rischio di revoca della concessione d'uso
dell'impianto sportivo annesso all'ITIS Natta come contemplato nel Regolamento per lo sviluppo , uso e
gestione degli impianti sportivi della Provincia di Torino (art. 37 punto O), adottato dalla scrivente
associazione con sottoscrizione del disciplinare di concessione in uso (art.1)
La restituzione della quota societaria non è dovuta in base all'art.7 dello Statuto sociale regolarmente
accettato dalle atlete all'atto della richiesta di iscrizione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo relative agli esoneri sono state regolarmente spedite alle atlete con
raccomandata A/R come riportato all'art.10 dello Statuto Sociale, insieme alla ricevuta della quota sociale 2010-11.
Il Presidente
Alberto Orru

enero 11, 2011

Chavez, il dittatore ignorante, vuol fare ironia


Qualche giorno fa il presidente venezuelano Chavez aveva ironizzato sugli Usa, prossimi a designare un nuovo ambasciatore a Caracas: "Spero che designino Stone. Suggerirò un candidato… Sean Penn. Abbiamo molti amici negli Stati Uniti, per esempio Noam Chomsky, o anche Bill Clinton". Ieri, nella conferenza stampa con i giornalisti al Dipartimento di Stato, il portavoce Crowley si è soffermato sul tema, anche perché gli è stato chiesto se Washington ha intenzione di ricevere la visita di un gruppo di leader dell'opposizione a Chavez che saranno negli Usa nei prossimi giorni. Su questo Crowley non ha risposto ("I don’t know. We’ll see what we can find out"), ma poi si è intrattenuto sulla scelta dell'ambasciatore. Ovviamente per dire che nessuno dei candidati di Chavez è stato preso sul serio dal suo ufficio ("Apprezziamo i suggerimenti di Chavez, ma non stiamo cercando altri candidati per l'incarico di ambasciatore Usa a Caracas"), visto che "Larry Palmer era ed è il candidato giusto, qualificato e adatto a migliorare le relazioni con il Venezuela". Palmer non va bene a Chavez, ma Crowley ribadisce che da quel nome non si muovono. Ovviamente la questione è "affare della Casa Bianca", ma per rispondere ai suggerimenti di Chavez "rispondiamo che non stiamo cercando altri candidati". E dunque "siete disposti a stare senza ambasciatore?", chiede un giornalista. "Siamo pronti a rimanere a questo stadio per un tempo indefinito", risponde Crowley. Crowley ha anche chiarito che la scelta di tenere o no un ambasciatore in un Paese non amico non significa qualcosa di particolare. "Se abbiamo un ambasciatore non vuol dire che facciamo concessioni a un Paese", visto che l'ambasciatore c'è per "servire e proteggere i nostri valori". "Pensiamo che Palmer può essere un ambasciatore, speriamo che il Venezuela lo accetti".