diciembre 22, 2011
diciembre 07, 2011
Elsa Fornero: una villa a Courmayeur del valore di alcune decine di milioni di euro
Gentile Ministro, ieri sera ho saputo, da fonti molto importanti che lei nemmeno immagina, con l'aiuto, altresì, di ganci del suo vicinato, che lei possiede un patrimonio immobiliare da far paura, tra cui una villa di svariati milioni di euro a Courmayeur. Alla faccia! Cosa sono quelle lacrime se non un'esternazione della sua ipocrisia?
Piangeva forse pensando all'ICI? Con lo stipendio che noi, suoi datori di lavoro disperati, le stiamo passando, non dovrebbe piangere. Non si preoccupi, noi tiriamo la cinghia e cerchiamo di ridurre tutti i costi.
Lei continui a piangere e a fottere, piangere e fottere i pensionati e chi di soldi veramente non ne ha. Lei è docente presso la mia Università. Che vergogna!
diciembre 03, 2011
Facebook in Borsa - Borsa Italiana
Potrebbe avvenire nel secondo trimestre del prossimo anno la quotazione in borsa di Facebook. Ormai se ne parla da qualche tempo, tuttavia il Wall Street Journal conferma che il più grande social network del mondo occidentale sta preparando il suo passaggio a "public company" tra aprile e giugno 2012. E il valore di Facebook è in continuo aumento. Se a settembre, quando Mark Zuckerberg ha deciso di procrastinare di vari mesi il debutto a Wall Street, la sua società valeva circa 66 miliardi di dollari (aveva circa 750 milioni di utenti registrar), oggi il suo valore nominale si aggira intorno a 100 miliardi di dollari. Merito degli oltre 800 milioni di persone presenti, peraltro in continua ascesa. Facebook dovrebbe chiudere il 2011 con un fattorato di circa 4 miliardi di dollari e la pubblicità è in costante incremento. Certo ora si tratta di un'azienda a carattere privato, poi quando sarà "pubblica", cioè quotata in borsa, aumenteranno obblighi e impegni da rispettare nei confronti del mercato, degli investitori e degli utenti. Insomma, la faccenda potrebbe complicarsi e diventare ben più stringente in termini di ritmo innovativo da tenere e di perfezionamento di numerosi aspetti, come per esempio la sicurezza dei dati personali. Quando si entra in borsa conta solo una cosa: evitare qualsiasi tipo di evento che possa ridurre il valore delle azioni
noviembre 16, 2011
Mario Monti, economista, un vero 'fratello'
Nessuno ha la bacchetta magica, come si suol dire. Mario Monti rappresenta in questo momento la possibilità di salvarci. Non potevamo sperare di meglio nel cambio perchè si tratta di un vero professionista che, come abbiamo visto, ha pensato bene di inserire, nei vari ministeri, professionisti appropriati per ogni settore.
Un fratello a cui stanno a cuore, veramente le sorti del nostro paese che si trova a un passo dal baratro. Se non ci siamo ancora dentro, spero che si riesca a venirne fuori.
Interessante la versione del Grando Oriente d'Italia Democratico, di cui allego link
Rasputin di Louis Nero; a Giaveno
Martedì 22 Novembre h. 21 il regista Louis Nero presenterà RASPUTIN al Cinema San Lorenzo di Giaveno (TO), Via Ospedale 8.
Con il fiato sospeso ragazzi!
Andiamo a vederlo. Louis è un 'genio' giovane e accattivante.
Vita, morte e miracoli di una delle figure più misteriose e inquietanti del Novecento; Rasputin è un film coraggioso e ambizioso, in cui la storia è affidata ad una visione nuova e coinvolgente. Un film completamente fuori dalla moda e dalle mode, a metà tra docu-drama, biografia, ma soprattutto pittura e video-arte. Prodotto e distribuito dall’indipendente L’Altrofilm
Cosmo
noviembre 15, 2011
Rischio guerra nucleare. Lo dice Chavez il demonio
Caracas, 15 nov. (TMNews) - Per il presidente venezuelano Hugo Chavez esiste il rischio di una "guerra nucleare" in Medio Oriente. Queste parole arrivano in seguito alle rinnovate tensioni tra Iran e Occidente in tema di nucleare.
"In questo momento c'è il rischio di una guerra nucleare" che "potrebbe segnare la fine del mondo", ha detto Chavez, alleato di Teheran. "I primi colpevoli (di questo rischio) sono i governi degli Stati Uniti e dei suoi alleati, tra cui Israele, che possiedono numerose bombe atomiche", ha aggiunto.
"In questo momento c'è il rischio di una guerra nucleare" che "potrebbe segnare la fine del mondo", ha detto Chavez, alleato di Teheran. "I primi colpevoli (di questo rischio) sono i governi degli Stati Uniti e dei suoi alleati, tra cui Israele, che possiedono numerose bombe atomiche", ha aggiunto.
noviembre 09, 2011
Italia in rovina,Emir Kusturica insegna: siamo tutti 'maiali' che tentano di sopravvivere
Come il maiale del film 'Gatto nero Gatto bianco' di Emir Kusturica. Siamo alla lotta per la sopravvivenza. Chi riuscirà a sanare l'Italia? Nessuno di quelli che lotta a favore della distruzione ha in mano un progetto per stare meglio. Noi, intanto, poveri diavoli, continuiamo a mangiare pezzi di carrozzeria arrugginita. Ci siamo ancora..continuiamo ad esistere, a costo di mangiare la spazzatura. A Napoli come a Milano. Siamo nelle mani di chi?
L'Italia è ridotta male, ma la colpa non è di questo o quel governo, il male è il sistema che premia i furbi, i ladri, gli assassini e quelli che vivono sulle spalle degli altri. I colpevoli sono i delinquenti che rubano le pensioni ad esempio, ma anche gli stupidi che si lasciano mangiare da loro. Siamo tutti maiali, che tentano di sopravvivere.
noviembre 07, 2011
Miss Mondo 2011 - Ivian Sarcos - Miss Venezuela - Le donne più belle del mondo sono venezuelane
Incoronata a Londra Miss Venezuela, Ivian Sarcos, 22 anni: ha battuto 113 candidate, in occasione del 60esimo anniversario della gara. La giovane è stata sul punto di prendere i voti e farsi suora quando aveva 16 anni e viveva nell'orfanotrofio di San Carlos a Tachira dall'età di 8 anni. Ora lavora per una rete televisiva e ha una laurea in risorse umane. La finale di Miss Mondo 2011 è stata seguita da un miliardo di telespettatori in 150 Paesi
septiembre 07, 2011
agosto 24, 2011
Il Venezuela si spegne
Chavez amato o Chavez odiato? Ormai non si capisce più niente e se prima il nome del dittatore venezuelano era accostato alla sinistra ora ne ha preso le distanze e, addirittura, ci sono quelli di destra che cominciano ad apprezzare il suo piglio dittatoriale.
Non si capisce da che parte stia chi dice che Chavez starebbe facendo molto per il suo paese e che sono molti i venezuelani che lo amano. Sono tutte balle. In Venezuela vivono, ormai, milioni di cubani e di cinesi importati e sono solo loro che possono amare un tipo del genere.
La fame si tocca con mano in Venezuela e sono troppi ormai quelli che non riescono più nemmeno ad alimentarsi.
In Venezuela si muore di fame e non dobbiamo continuare a dire il contrario. Il paese è ridotto male e la delinquenza ha raggiunto livelli incredibilmente elevati.
Speriamo che qualcosa succeda, che cambi in qualche modo.
julio 03, 2011
Il Venezuela pregusta il grande cambio. Chavez deleghi i suoi poteri.
Un leader dell’opposizione venezuelana ha chiesto che il presidente Hugo Chavez deleghi i suoi poteri dal momento che la sua prolungata convalescenza a Cuba mette a rischio la sicurezza del paese. «È chiaro che Chavez non ha la capacità di esercitare a pieno i suoi poteri…Questo è un precedente molto pericoloso e nefasto», ha detto ai giornalisti Roberto Enriquez, presidente nazionale del partito di opposizione Cristiano democratico (Copei). «La sicurezza dello stato - ha aggiunto – non può essere gestita fuori del territorio nazionale. Si sta discutendo delle questioni dello stato in installazioni di un governo straniero». Giovedì Chavez in un discorso alla nazione, dall’Avana dove ha subito un intervento chirurgico, ha annunciato di essere malato di cancro.
Ieri l’agenzia Avn ha pubblicato nuove foto in cui il presidente appare pallido e che sarebbero state scattate venerdì durante una passeggiata di una decina di minuti nella capitale cubana. In una delle foto Chavez è a colloquio con il ministro degli esteri venezuelano Nicolas Maduro. In un’intervista ieri sera tardi il ministro ha detto che il tumore è stato rimosso con un intervento nella stessa regione pelvica dalla quale in precedenza era stato asportato un ascesso. «Tutti gli organi sono stati controllati ed erano in perfetto stato, ma si è trattato di un’operazione molto seria», ha aggiunto Maduro.
E' chiaro, però, che l'attuale maggioranza si sta arrampicando sugli specchi. I venezuelani pregustano il cambiamento che riporterà al paese, si spera, la tanto agognata libertà di parola e di stampa. Basta con la repressione e con il despotismo chavista. (Mediacontact.it - Carlos)
Ieri l’agenzia Avn ha pubblicato nuove foto in cui il presidente appare pallido e che sarebbero state scattate venerdì durante una passeggiata di una decina di minuti nella capitale cubana. In una delle foto Chavez è a colloquio con il ministro degli esteri venezuelano Nicolas Maduro. In un’intervista ieri sera tardi il ministro ha detto che il tumore è stato rimosso con un intervento nella stessa regione pelvica dalla quale in precedenza era stato asportato un ascesso. «Tutti gli organi sono stati controllati ed erano in perfetto stato, ma si è trattato di un’operazione molto seria», ha aggiunto Maduro.
E' chiaro, però, che l'attuale maggioranza si sta arrampicando sugli specchi. I venezuelani pregustano il cambiamento che riporterà al paese, si spera, la tanto agognata libertà di parola e di stampa. Basta con la repressione e con il despotismo chavista. (Mediacontact.it - Carlos)
junio 30, 2011
Chavez: ultimissime da Cuba. Abbiamo verificato direttamente (Cosmo de La Fuente)
Come uomo mi dispiace per lui, anche se ha fatto del male al nostro paese. Appena di ritorno da Cuba, io, insieme a due altri redattori della Mediacontact, abbiamo potuto avere qualche notizia in più. Non è come si dice, in realtà Hugo Chavez sta molto male e pare che abbia i giorni contati.
Nessun bollettino medico, d’altronde, a seguito della sua operazione fantasma. Si dice a Cuba che Chavez sia gravemente ammalato. Cosa dire al buon Hugo, speriamo che se la cavi ma che, comunque, si decida a lasciare libero il paese che vive ormai da anni sotto la morsa della sua dittatura.
Chavez è gravemente ammalato, questa è la verità. Se è vero che c’è gente che prega per la sua salute, per lo più cubani che godono di diritti incredibili in Venezuela grazie all’aiuto da parte del caudillo di Caracas che ha arruolato cubani, cinesi, peruviani, boliviani per avere voti e appoggi in un sistema elettorale tutt’altro che anonimo; ci sono molti altri che pregano il Signore che si porti questa sorta di demonio che soffoca il paese.
Intanto tra le news di oggi, spicca questa di repubblica che è quella che si avvicina di più alla realtà, visto che abbiamo constatato con mano.
Cosa accade veramente ad Hugo Chavez all'Avana? Perché non esiste un bollettino medico ufficiale sulle sue condizioni di salute e sulla sua convalescenza? Il mistero sembra destinato ad infittirsi dopo che ieri mentre veniva diffuso un video (senza audio) nel quale Chavez chiacchierava con Fidel Castro 1 in un giardino della capitale dell'isola, funzionari governativi a Caracas annunciavano l'annullamento - causa malattia di Chavez - del vertice latinoamericano previsto per il prossimo 5 luglio a Isla Margarita, in Venezuela. Il 5 luglio non è una data qualsiasi nell'agenda di Hugo Chavez perché quest'anno corrisponde al 200° anniversario dell'indipendenza del Venezuela, quella di Simon Bolivar "el Libertador de America", cui il movimento bolivariano di Chavez si ispira. Proprio il 5 luglio veniva indicato come la data del ritorno in patria del presidente perché era il giorno che Chavez non si sarebbe voluto perdere per nessuna ragione al mondo. Tranne, evidentemente, una situazione post operatoria più complessa del previsto.
Nessun bollettino medico, d’altronde, a seguito della sua operazione fantasma. Si dice a Cuba che Chavez sia gravemente ammalato. Cosa dire al buon Hugo, speriamo che se la cavi ma che, comunque, si decida a lasciare libero il paese che vive ormai da anni sotto la morsa della sua dittatura.
Chavez è gravemente ammalato, questa è la verità. Se è vero che c’è gente che prega per la sua salute, per lo più cubani che godono di diritti incredibili in Venezuela grazie all’aiuto da parte del caudillo di Caracas che ha arruolato cubani, cinesi, peruviani, boliviani per avere voti e appoggi in un sistema elettorale tutt’altro che anonimo; ci sono molti altri che pregano il Signore che si porti questa sorta di demonio che soffoca il paese.
Intanto tra le news di oggi, spicca questa di repubblica che è quella che si avvicina di più alla realtà, visto che abbiamo constatato con mano.
Cosa accade veramente ad Hugo Chavez all'Avana? Perché non esiste un bollettino medico ufficiale sulle sue condizioni di salute e sulla sua convalescenza? Il mistero sembra destinato ad infittirsi dopo che ieri mentre veniva diffuso un video (senza audio) nel quale Chavez chiacchierava con Fidel Castro 1 in un giardino della capitale dell'isola, funzionari governativi a Caracas annunciavano l'annullamento - causa malattia di Chavez - del vertice latinoamericano previsto per il prossimo 5 luglio a Isla Margarita, in Venezuela. Il 5 luglio non è una data qualsiasi nell'agenda di Hugo Chavez perché quest'anno corrisponde al 200° anniversario dell'indipendenza del Venezuela, quella di Simon Bolivar "el Libertador de America", cui il movimento bolivariano di Chavez si ispira. Proprio il 5 luglio veniva indicato come la data del ritorno in patria del presidente perché era il giorno che Chavez non si sarebbe voluto perdere per nessuna ragione al mondo. Tranne, evidentemente, una situazione post operatoria più complessa del previsto.
Cosmo de La Fuente
junio 26, 2011
Chavez: non è il cancro, dicono, ma un problema pelvico e anale
(ANSA) - CARACAS, 26 GIU - Il presidente del Parlamento venezuelano Fernando Soto Rojas ha escluso oggi che Hugo Chavez abbia un cancro, precisando che in tal caso sarebbe 'il primo a informare il paese'. 'Chavez si sta riprendendo e grazie a Dio rientrera' nel paese il 5 luglio', ha detto Rojas ai giornalisti invitandoli a non diffondere notizie false. Rojas ha inoltre ribadito che Chavez e' stato operato nei giorni scorsi per un 'ascesso pelvico' a Cuba. 'Sara' qui con noi fra qualche giorno', ha concluso.
IL DITTATORE DI CARACAS SI APPRESTEREBBE A TORNA A CASA. SARA' VERO? FORSE SI NASCONDE QUALCOSA DI GRAVE.
Chavez gravissimo?
NEW YORK - Hugo Chavez potrebbe avere il cancro. A riferire delle «condizioni critiche» del presidente venezuelano è stato un quotidiano in lingua spagnola di Miami, citando fonti di intelligence Usa: indiscrezioni che infittiscono il mistero sul quadro clinico del leader 'bolivarianò, ormai da giorni ricoverato in una clinica a Cuba. All'ombra degli amici Fidel e Raul Castro, Chavez si sta riprendendo da un intervento chirurgico: ufficialmente, dall'operazione per un ascesso pelvico, lo scorso 10 giugno. Il suo stato di salute è però diventato un caso internazionale, soprattutto a causa dell'ermetismo di Caracas. I media Usa, sempre molto attenti al leader socialista, scrivono che il mancato rientro in patria legittima speculazioni tanto sulle sue reali condizioni di salute quanto sulla sua successione. E dal Venezuela trapelano poche notizie: l'opposizione non dice granchè, al di là dei 'rumors' più disparati che circolano su Twitter e nei blog, mentre il governo tace, o limita le proprie dichiarazioni. Nel silenzio generale spicca tuttavia la dichiarazione fatta ieri dal ministro degli Esteri Nicolas Maduro: «Stiamo accompagnando il nostro presidente in questa grande battaglia per la sua salute», si è sbilanciato il 'canciller'.
Parlando con la rete Telesur di Caracas, Maduro ha «ringraziato per la solidarietà il popolo venezuelano, di tutte le età e settori», raccontando di «preghiere ecumeniche, cattoliche ed evangeliche, in lungo e in largo nel paese». Una dichiarazione subito messa sotto la lente d'ingrandimento, non solo nelle capitali latinoamericane ma anche a Washington. Al di là della sottolineatura di rigore sulla «solidarietà del popolo», è chiaro che il presidente sta lottando contro una malattia o, comunque, con un serio problema di salute: ma quale?, si domandano milioni di venezuelani, sia quelli favorevoli al 'comandantè sia l'opposizione. Sulla scia di quanto sostenuto in questi giorni da alcune indiscrezioni, il quotidiano 'El Nuevo Herald' di Miami, dove vivono milioni di cubani anti-castristi, ha sostenuto enigmaticamente che pur non essendo «gravi», le condizioni di Chavez sono «critiche». «Ha una malattia potenzialmente mortale quale il cancro alla prostata o al colon», afferma l'Herald, che non esclude nemmeno la possibilità «di un'infezione contratta dopo un'operazione estetica fallita».
A conferma della gravità della situazione c'è il fatto - prosegue il quotidiano - che nei giorni scorsi Chavez è stato raggiunto a Cuba dalla moglie Marisabel e dalla figlia Rosines, portate - ovviamente in segreto - con un aereo militare. Di fatto c'è che, almeno per ora, il 'comandantè di Caracas non si fa vedere nè sentire: e di fronte a un black-out che dura ormai da molti giorni, non conta molto il tweet diffuso giovedì dallo stesso Chavez in occasione di una ricorrenza nazionale venezuelana o l'ottimismo sfoggiato dal fratello, Adan, che a metà settimana ha assicurato che «il presidente rientrerà nel paese tra 10-12 giorni». Il mistero, anzi, si infittisce.
da LEGGO.it
junio 10, 2011
Momentos intervista Cosmo de La Fuente
Mille volti e i segreti di un nome molto conosciuto dagli italiani
Mille volti per via delle sue numerose attività: cantante di successo; cuoco d’eccezione al Sabor Tropical e scrittore di ‘Ancora una volta ho perso il treno’ il libro che è ormai sulla bocca di tutti per via del messaggio tra le righe (sparire è possibile).
Nell’intervista rilasciata a ‘Momentos’ versione latinoamericana del Time, le sue parole suonano così.
Perché sostieni la causa di ‘Sparire si può’?
Credo nella possibilità e nel diritto di poter sparire, nel senso buono della parola. Se non riesci più a vivere la tua esistenza così com’è devi poter avere una porta di uscita. Ricominciare dall’inizio occupandosi, finalmente, della propria anima. Non dirmi ora che questa frase presenta un messaggio subliminale. I miei messaggi sono diretti all’anima.
Chi è ‘Chance segunda’?
Esattamente non lo so nemmeno io. Sono stato contattato come spesso avviene da parte di chi legge i miei libri e i miei articoli. Ne ho parlato molto certo, in maniera anche velata. Ma so soltanto che ti aiuta a vivere il tuo sogno. Altro non posso dire ovviamente.
Come vivi il tuo rapporto con i tuoi lettori?
Benissimo credo. Ricevo lettere, mail e persino telefonate, il mio numero si trova facilmente. Scambi di opinioni sui fatti della vita.
Perché in Italia?
Sono nato e cresciuto in Venezuela ma le mie origini sono italiane. Mio padre ci ha riportati qui e vivo la doppia necessità di due paesi diversi e bellissimi.
Cos’è il Sabor Tropical?
Il mio angolo di Sudamerica in Italia. Alle porte di Torino, forse prossimamente in città. Sono stato il primo a mettere su un locale venezuelano, caraibico. Nel 1991 quando nessuno ancora proponeva né la musica sudamericana e neppure i ristoranti di questo tipo.
Sei cuoco, cantante, attore o scrittore?
Sono tutto quello che mi è piaciuto fare. Cuoco per passione, cantante per caso e attore per delizia. Scrivo, che è la cosa che più mi piace. Quando mi hanno detto che per scrivere seriamente ci vuole la laurea, ho preso anche quello. Ora che sono laureato scrivo come prima.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Scappare e sistemarmi da qualche parte dove riuscire a capirmi.
Cosa ne pensi della politica italiana?
Gran casino come quella del Venezuela. Tanta delusione e qualche speranza.
E di quella venezuelana?
No comment. La libertà di parola in questo caso non esiste.
Quale altro segreto nascondi?
Se te lo dicessi che segreto sarebbe? In Italia dicono il segreto di Pulcinella. Ma dico sempre tutto ai miei lettori, quindi tra le righe, chi mi conosce, scopre tutto di me. Le parole del mio libro ‘Ancora una volta ho perso il treno’ sono facilmente rintracciabili in rete. Io sono qui per ora.
È vero che fai parte di una società segreta?
Davvero? Non lo sapevo nemmeno io. Pensa un po’. Un segreto davvero enorme se non l’ho scoperto neppure io.
A quante persone hai fatto del bene?
Non spetta a me dirlo.
A quante persone hai fatto del male?
Spero poche. Per poche che siano, comunque, sono sempre troppe. Anche soltanto una.
Chi ami?
Mio padre che è morto. Mia figlia e mia mamma. Poi sono convinto che un cordone ombelicale mi leghi a tutti quelli che continuano a pensare che ci sono argomenti interessanti da affrontare insieme. In questo momento amo anche te.
[intervista a cura di Pedro Gonzales Lozada]
junio 06, 2011
Willie de Cuba al Sabor Tropical con Cosmo de La Fuente
junio 03, 2011
Torino 18 giugno 2011: Grandiosa Fiesta per i 20 anni del Sabor Tropical
Cena, ballo, bevanda, animazione tutta la notte a soli euro 15. Festeggia i vent’anni del locale simbolo in Italia. Il primo che ha portato, insieme al suo ideatore e artista Cosmo de La Fuente, il folklore, la musica e la cucina dei Caraibi.
www.sabortropical.it
www.cosmodelafuente.com
www.sabortropical.it
www.cosmodelafuente.com
il video dei 20 anni
http://www.youtube.com/watch?v=2Qv5YRb9JJE&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=2Qv5YRb9JJE&feature=player_embedded
junio 01, 2011
Sabrina Misseri: denunciata anche perchè lavorava in nero
Un'estetista ( a parte che così grassa sarebbe stato meglio fare altro ) lavorava in nero come estetista. Come mai? Non si pagano le tasse come facciamo noi tutti? Già...c'è sempre un po' di omertà, soprattutto in certi paeselli.
Un'assassina gelosa della cugina aiutata dalla madre assassina. Quel rimbambito del padre Michele, vittima di una donna feroce e succube della sindrome di Stoccolma, continua a parlare della sua figlia assassina come di un fiore. Non pensa alla vita di una ragazzina inerme che hanno cancellato in un attimo.
Vergogna di certe famiglie in cui il male nasce da dentro e poi stiamo qui a parlare di essere umani. Quali essere umani?
mayo 27, 2011
Cosima: la zia assassina
Taranto - (Adnkronos) - Così Concetta Serrano dopo l'ultimo colpo di scena con l'arresto della sorella. Si aggrava la situazione di Sabrina Misseri. Ora è accusata di omicidio premeditato della cugina. La madre accusata di concorso in omicidio e in soppressione di cadavere, è stata portata nello stesso carcere dove sono rinchiusi sia lei che il marito Michele. Delitto Avetrana, nuova ordinanza per Sabrina e Cosima va in carcere .
Non è così raro che componenti di famiglia e parenti si macchino di atroci delitti come quello della povera Sarah Scazzi. La zia Cosima era già gelosa della sorella, da giovane e, quando ha visto che la nipotina era diventata belle e richiesta, mentre le sue figlie dei mostri grassi, ha pensato di eliminare quest'ennesima 'fortuna' (secondo lei) della sorella Concetta.
Che marcisa in galera questo elemento!
mayo 25, 2011
Joaquín Cortés: si confessa alle italiane
Mentre Joaquín Cortés parla, sembra ballare. Accompagnato da un italiano musicato in spagnolo, muove le mani con gesti precisi, solleva le braccia, batte i piedi. Approfittando di una breve visita in Italia, lo abbiamo intervistato presso l'hotel Seven Stars Galleria di Milano, e abbiamo assistito a uno spettacolo di grazia e intelligenza.
Stai presentando a Madrid il tuo ultimo spettacolo, Calé (Gitano). Di che si tratta?
È un riassunto della mia carriera, un viaggio nel passato. Dopo vent’anni mi sono chiesto: da dove vengo? dove sono arrivato? Così ho raccolto sei spettacoli e li ho rivisitati, inserendoli in Calé, che porterò presto anche qui.
Contamini il flamenco con danza classica e moderna.
Il flamenco è una cosa, la mia versione un'altra. Ho sempre cercato uno stile personale, mixando gli stili, usando gospel, jazz, araba, latina. Il flamenco purista è il mio dna culturale, ma ne ho tratto una cosa nuova. Ora sono molti i seguaci del flamenco fusion. Nella storia del flamenco, credo ci sia un prima e un dopo Cortés.
Cosa significa questa danza per te?
È un modo di sentire e comunicare. Attraverso l'espressione corporale passo una visione del mondo. È una forma di vita, per questo varia nel tempo. Modificando il flamenco ho voluto creare un discorso universale, facendolo uscire dalla nicchia.
I puristi ti hanno criticato?
All'inizio molti non ne capivano il senso. Il pubblico si è visto apparire questo ventenne, che presentava un movimento nuovo, era ovvio che all’inizio non piacesse.
Prima il flamenco era una danza femminile.
La danza è ambigua, non è né maschile né femminile. Quando ballo, nel modo in cui muovo le mani, i piedi, tutto il corpo, sono una fusione di uomo e donna.
Spesso i tuoi costumi sono disegnati da grandi stilisti.
Sono stato uno dei primi a usare costumi firmati. Giorgio Armani, per esempio, mi ha vestito in tre lavori, che verranno riproposti in Calé. Penso che la moda sia un'espressione culturale, come l'architettura, il teatro.
Sei del 1969, com’era essere gitano nella Spagna degli anni Settanta?
Ho avuto problemi, ma non perché gitano, perché studiavo danza. Ogni giorno a ricreazione facevo a botte nel cortile, per difendermi dai compagni. A scuola di danza ero l'unico maschio in mezzo a 35 bambine. Mi esercitavo da mia nonna, sul pavimento di legno e i vicini si lamentavano sempre. Ero innamorato della danza sin da piccolo, e questo mi ha fatto superare ogni difficoltà.
A che cosa hai dovuto rinunciare per il successo?
La danza è stata il primo amore e ancora oggi è l'unico che dura. Ho consacrato la mia vita e sono così contento che non lo sento come un sacrificio.
Il Parlamento europeo ti ha nominato ambasciatore del popolo gitano. Che ruolo ha l’identità gitana nel mondo globalizzato?
Il mio impegno è combattere la discriminazione verso i rom. Mi batto perché non siano considerati cittadini di serie B, perché abbiano le stesse possibilità di tutti. I pregiudizi sono la cosa che mi fa più rabbia.
Con la tua arte hai girato il mondo. Qual è il paese che ti ha più colpito?
Ricevo un'accoglienza calorosa ovunque, però dico sempre che l'Italia è la mia seconda casa, dove ho trovato persone che hanno sempre creduto in me, come il mio amico Giorgio Armani.
Hai ballato nei teatri più prestigiosi. Quale ti ha emozionato di più?
Il Royal Albert Hall di Londra è stato il primo grande tempio in cui ho ballato. Avevo 24 anni e ci fu il record di biglietti venduti per tutti i dodici giorni di spettacolo. Sono venute a vedermi tante star che avevo sempre ammirato: Mick Jagger, Eric Clapton, Sting, Bono, Madonna.
Puoi raccontarci qualche aneddoto sul dietro le quinte?
Una volta, durante un importante spettacolo a Montecarlo, è venuto in camerino Michael Jackson e mi ha chiesto di insegnarli dei passi di flamenco. Poi li ho visti in due suoi video musicali.
Il flamenco è passione, anima, sangue. Qual è l'emozione più importante?
Sapere che sto ballando per mia madre, per la mia famiglia. Mi sento volare, libero come Peter Pan, ma al tempo stesso sento forte il legame con la mia gente. Mia madre è mancata due anni fa e da allora è come se una luce si sia spenta. La danza la riaccende.
Uno dei tuoi spettacoli si intitola “Mi soledad”. Soffri davvero di solitudine?
Il lavoro mi porta spesso a stare da solo. Non è facile, ma così posso pensare alle coreografie, alla mia famiglia, ai miei progetti.
Dobbiamo pensare che il flamenco è un ballo triste?
No, è sensuale, pieno di passione e mistero. È come fare l'amore, ogni volta è diverso. E poi è rivoluzionario, è l'espressione del desiderio di libertà. Mi definisco un ribelle con una causa.
I ribelli affascinano, si sa. Le lettrici di alfemminile vogliono sapere come si fa a conquistarti.
Non c'è una regola, è un insieme di cose. Mi conquista il feeling tra due persone, quando basta uno sguardo a creare intesa.
Invece a te che cosa colpisce di più in una donna?
La personalità, perché dura per sempre. La bellezza svanisce, mentre la forza, il coraggio, restano. Mi piacciono le donne decise, che hanno consapevolezza del mondo, che amano confrontarsi alla pari.
Che cosa proprio non ti piace?
Quando mi dicono sempre sì solo per farmi contento.
Uno che sa leggere le donne come pochi è Pedro Almodóvar, col quale hai lavorato.
Pedro è un grande regista, ha creato uno stile tanto personale da diventare un riferimento. Sul set è molto esigente, ma con me è stato simpaticissimo. Mentre giravamo Il Fiore del mio segreto, stavo preparando uno spettacolo con 60 ballerini, Pasión Gitana, e appena avevo un momento libero scappavo a teatro, mentre lui cercava di trattenermi. Quanto abbiamo riso per questo!
Hai girato anche in Italia in Vaniglia e cioccolato, con Maria Grazia Cucinotta, e sei spesso qui in tournée. Che cosa ami di più dell'Italia?
La cultura, che è molto simile alla nostra. Amo il calore della gente, l’accoglienza. Mi piacciono l'arte, l'architettura, e la cucina: mangerei anche tre piatti di pasta al giorno!
E quella che non sopporti?
Ce n'è una, ma preferisco tenerla per me.
Hai collaborato con tantissime star. Dicci chi ti ha colpito di più.
Ciascuna mi ha regalato qualcosa, sono stato molto fortunato a incontrarle. Sylvie Guillem, la grande danzatrice classica, mi ha dato qualcosa di speciale. Anche Jennifer Lopez.
La tua opera è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Ti senti un esemplare in via di estinzione?
In effetti, sono un po' strano... scherzo! È davvero una grande emozione, perché anche quando non ballerò più, il mio lavoro e la mia passione saranno lì, conservati per tutti.
Intervitsa di Vito de Biasi
alfemminile.com
Stai presentando a Madrid il tuo ultimo spettacolo, Calé (Gitano). Di che si tratta?
È un riassunto della mia carriera, un viaggio nel passato. Dopo vent’anni mi sono chiesto: da dove vengo? dove sono arrivato? Così ho raccolto sei spettacoli e li ho rivisitati, inserendoli in Calé, che porterò presto anche qui.
Contamini il flamenco con danza classica e moderna.
Il flamenco è una cosa, la mia versione un'altra. Ho sempre cercato uno stile personale, mixando gli stili, usando gospel, jazz, araba, latina. Il flamenco purista è il mio dna culturale, ma ne ho tratto una cosa nuova. Ora sono molti i seguaci del flamenco fusion. Nella storia del flamenco, credo ci sia un prima e un dopo Cortés.
Cosa significa questa danza per te?
È un modo di sentire e comunicare. Attraverso l'espressione corporale passo una visione del mondo. È una forma di vita, per questo varia nel tempo. Modificando il flamenco ho voluto creare un discorso universale, facendolo uscire dalla nicchia.
I puristi ti hanno criticato?
All'inizio molti non ne capivano il senso. Il pubblico si è visto apparire questo ventenne, che presentava un movimento nuovo, era ovvio che all’inizio non piacesse.
Prima il flamenco era una danza femminile.
La danza è ambigua, non è né maschile né femminile. Quando ballo, nel modo in cui muovo le mani, i piedi, tutto il corpo, sono una fusione di uomo e donna.
Spesso i tuoi costumi sono disegnati da grandi stilisti.
Sono stato uno dei primi a usare costumi firmati. Giorgio Armani, per esempio, mi ha vestito in tre lavori, che verranno riproposti in Calé. Penso che la moda sia un'espressione culturale, come l'architettura, il teatro.
Sei del 1969, com’era essere gitano nella Spagna degli anni Settanta?
Ho avuto problemi, ma non perché gitano, perché studiavo danza. Ogni giorno a ricreazione facevo a botte nel cortile, per difendermi dai compagni. A scuola di danza ero l'unico maschio in mezzo a 35 bambine. Mi esercitavo da mia nonna, sul pavimento di legno e i vicini si lamentavano sempre. Ero innamorato della danza sin da piccolo, e questo mi ha fatto superare ogni difficoltà.
A che cosa hai dovuto rinunciare per il successo?
La danza è stata il primo amore e ancora oggi è l'unico che dura. Ho consacrato la mia vita e sono così contento che non lo sento come un sacrificio.
Il Parlamento europeo ti ha nominato ambasciatore del popolo gitano. Che ruolo ha l’identità gitana nel mondo globalizzato?
Il mio impegno è combattere la discriminazione verso i rom. Mi batto perché non siano considerati cittadini di serie B, perché abbiano le stesse possibilità di tutti. I pregiudizi sono la cosa che mi fa più rabbia.
Con la tua arte hai girato il mondo. Qual è il paese che ti ha più colpito?
Ricevo un'accoglienza calorosa ovunque, però dico sempre che l'Italia è la mia seconda casa, dove ho trovato persone che hanno sempre creduto in me, come il mio amico Giorgio Armani.
Hai ballato nei teatri più prestigiosi. Quale ti ha emozionato di più?
Il Royal Albert Hall di Londra è stato il primo grande tempio in cui ho ballato. Avevo 24 anni e ci fu il record di biglietti venduti per tutti i dodici giorni di spettacolo. Sono venute a vedermi tante star che avevo sempre ammirato: Mick Jagger, Eric Clapton, Sting, Bono, Madonna.
Puoi raccontarci qualche aneddoto sul dietro le quinte?
Una volta, durante un importante spettacolo a Montecarlo, è venuto in camerino Michael Jackson e mi ha chiesto di insegnarli dei passi di flamenco. Poi li ho visti in due suoi video musicali.
Il flamenco è passione, anima, sangue. Qual è l'emozione più importante?
Sapere che sto ballando per mia madre, per la mia famiglia. Mi sento volare, libero come Peter Pan, ma al tempo stesso sento forte il legame con la mia gente. Mia madre è mancata due anni fa e da allora è come se una luce si sia spenta. La danza la riaccende.
Uno dei tuoi spettacoli si intitola “Mi soledad”. Soffri davvero di solitudine?
Il lavoro mi porta spesso a stare da solo. Non è facile, ma così posso pensare alle coreografie, alla mia famiglia, ai miei progetti.
Dobbiamo pensare che il flamenco è un ballo triste?
No, è sensuale, pieno di passione e mistero. È come fare l'amore, ogni volta è diverso. E poi è rivoluzionario, è l'espressione del desiderio di libertà. Mi definisco un ribelle con una causa.
I ribelli affascinano, si sa. Le lettrici di alfemminile vogliono sapere come si fa a conquistarti.
Non c'è una regola, è un insieme di cose. Mi conquista il feeling tra due persone, quando basta uno sguardo a creare intesa.
Invece a te che cosa colpisce di più in una donna?
La personalità, perché dura per sempre. La bellezza svanisce, mentre la forza, il coraggio, restano. Mi piacciono le donne decise, che hanno consapevolezza del mondo, che amano confrontarsi alla pari.
Che cosa proprio non ti piace?
Quando mi dicono sempre sì solo per farmi contento.
Uno che sa leggere le donne come pochi è Pedro Almodóvar, col quale hai lavorato.
Pedro è un grande regista, ha creato uno stile tanto personale da diventare un riferimento. Sul set è molto esigente, ma con me è stato simpaticissimo. Mentre giravamo Il Fiore del mio segreto, stavo preparando uno spettacolo con 60 ballerini, Pasión Gitana, e appena avevo un momento libero scappavo a teatro, mentre lui cercava di trattenermi. Quanto abbiamo riso per questo!
Hai girato anche in Italia in Vaniglia e cioccolato, con Maria Grazia Cucinotta, e sei spesso qui in tournée. Che cosa ami di più dell'Italia?
La cultura, che è molto simile alla nostra. Amo il calore della gente, l’accoglienza. Mi piacciono l'arte, l'architettura, e la cucina: mangerei anche tre piatti di pasta al giorno!
E quella che non sopporti?
Ce n'è una, ma preferisco tenerla per me.
Hai collaborato con tantissime star. Dicci chi ti ha colpito di più.
Ciascuna mi ha regalato qualcosa, sono stato molto fortunato a incontrarle. Sylvie Guillem, la grande danzatrice classica, mi ha dato qualcosa di speciale. Anche Jennifer Lopez.
La tua opera è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Ti senti un esemplare in via di estinzione?
In effetti, sono un po' strano... scherzo! È davvero una grande emozione, perché anche quando non ballerò più, il mio lavoro e la mia passione saranno lì, conservati per tutti.
Intervitsa di Vito de Biasi
alfemminile.com
mayo 11, 2011
Referendum: importante comunicazione
Leggi fino in fondo, è un importante messaggio per te. Qualunque sia il tuo ‘credo’ politico, questa è una vera ingiustizia, comunque.
Questi qua il 13 aprile hanno votato l'impunità per il loro capo facendoci credere di averlo fatto per il bene di noi cittadini.
- noi ci becchiamo un'ipoteca sulla casa, per una multa non pagata.
- Questi qua hanno la pensione garantita di 3.100 euro al mese lavorando 5 anni.
- noi lavoreremo fino ai 65 anni per avere una pensione forse pari a metà dello
Questi qua beneficiano gratis di aereo, treno, autostrada, cinema, ristoranti, ecc.
- noi paghiamo anche la carta igienica dei figli a scuola.
Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?
Fate girare questo messaggio!!!!
E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.
Il referendum avrà quattro quesiti, uno più importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto molto stringata.
Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dà l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?
Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?
Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?
Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?
... Come per ogni referendum bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.
... per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una risposta a leggi che remano contro di noi.
RICORDA: Condividi questo post con tutti i tuoi contatti. Pubblicizziamo questi argomenti
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset, ma è necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone perchè sia valido.
Passaparola!
---------------------------------------------
Questi qua il 13 aprile hanno votato l'impunità per il loro capo facendoci credere di averlo fatto per il bene di noi cittadini.
- noi ci becchiamo un'ipoteca sulla casa, per una multa non pagata.
- Questi qua hanno la pensione garantita di 3.100 euro al mese lavorando 5 anni.
- noi lavoreremo fino ai 65 anni per avere una pensione forse pari a metà dello
Questi qua beneficiano gratis di aereo, treno, autostrada, cinema, ristoranti, ecc.
- noi paghiamo anche la carta igienica dei figli a scuola.
Il 12 e il 13 giugno pensate di andare al mare?
Fate girare questo messaggio!!!!
E' molto importante per me, per te, per i tuoi amici, per i tuoi figli e per i tuoi nipoti, presentarsi al referendum abrogativo del 12-13 giugno 2011. E' l'unico strumento, oltre alle elezioni, che ci fa sentire parte attiva di questo stato.
Il referendum avrà quattro quesiti, uno più importante dell'altro. Ve li elenco in maniera molto molto stringata.
Primo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che dà l'affidamento a soggetti privati o privati/pubblici la gestione del servizio idrico?
Secondo quesito (Acqua) Vuoi eliminare la legge che consente al gestore di avere un profitto proprio sulla tariffa dell'acqua, indipendente da un reinvestimento per la riqualificazione della rete idrica?
Terzo quesito (Centrali Nucleari) Vuoi eliminare la legge che permette la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano?
Quarto quesito (Legittimo Impedimento) Vuoi eliminare la legge che permette al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri di non comparire in udienza penale durante la loro carica?
... Come per ogni referendum bisognerà raggiungere il quorum. 25 milioni di persone, il 50% degli aventi diritto, dovrà recarsi alle urne per rendere il referendum valido.
... per far valere i nostri diritti di cittadini, capaci di dare una risposta a leggi che remano contro di noi.
RICORDA: Condividi questo post con tutti i tuoi contatti. Pubblicizziamo questi argomenti
RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM... perchè non saranno fatti passare gli spot ne' in Rai ne' a Mediaset, ma è necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone perchè sia valido.
Passaparola!
---------------------------------------------
mayo 05, 2011
Cinema e spettacolo:I mille volti di 'Cosmo de La Fuente' alias Carlos Gullì
Grazie a Mimmix, il bellissimo articolo
I mille volti di Cosmo de La Fuente, alias Carlos GULLI’
Quando anni fa Cosmo, nato a Caracas da genitori italiani emigrati, è arrivato a Torino, non avrebbe mai pensato che sarebbe diventato l’italo venezuelano più conosciuto nel nostro paese. Non solo per i successi delle sue canzoni che, a dir il vero, hanno fruttato guadagni soltanto a discografici milanesi e romani lasciando all’artista soltanto le briciole, ma proprio per il rapporto umano che, di anno in anno, Cosmo ha costruito con il suo pubblico.
Uno dei personaggi più poliedrici del mondo dello spettacolo italiano: “Soledad, Bailando Meneaito, L’amica del cuore’ sono alcune delle sue più celebri canzoni, ma Cosmo (Carlos per gli amici) ha portato in Italia, alla fine degli anni Ottanta, il gusto e il sound Sudamericano. La musica Salsa e Merengue è targata proprio Cosmo de La Fuente. Il gusto è quello del suo Sabor Tropical, tipico ristorante caraibico-venezuelano alle porte di Torino.
Cosmo è anche un bravo attore che proviene dal mondo delle telenovelas venezuelane. In Italia ha lavorato con Sollima, con Amurri, per il Cinema e nelle più importanti fiction Rai e Mediaset. Perché nelle redazioni di molti giornali arrivano decine e decine di lettere e mail in cui si chiedono informazioni su Cosmo? Non è solo per le sue perfomance artistiche, in realtà l’artista italo-venezuelano ha toccato il cuore di tutti con il suo libro ‘Ancora una volta ho perso il treno’ e per i suoi numerosi articoli, ricercatissimi, sia in rete che su carta stampata. Gli argomenti trattati da Carlos sono tra i più svariati: Chavez; genitori separati dai figli; le problematiche legate alle classi emarginate; ecc.
La carta vincente di Cosmo de La Fuente è certamente il non aver mai perso il contatto con la realtà. Laureatosi presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Torino, si è dedicato attivamente a molteplici attività che hanno mostrato, in più occasioni, le caratteristiche di un uomo dalla mente sveglia e creativa. Una rapida ricerca on line sarà sufficiente per rendersi conto di quanto sia amato l’uomo e il personaggio Cosmo de La Fuente.
P.Caruso (Mimmix)
[Mediacontact]
abril 13, 2011
L'amore universale
Dio è dentro di noi, ognuno può sentirlo e capire quand’è il momento di dedicarsi agli altri. Nessuno ha in mano la verità, perché nessuno è tornato dall’aldilà per raccontarci come stanno le cose. Solo i presuntuosi, i più poveri d’intelletto, gli ignoranti pretendono che si creda a quello che loro dicono.
La Bibbia un affascinante manoscritto di migliaia di anni fa, adatto a una popolazione ignorante che credeva negli ‘elefanti volanti’, il Corano la stessa cosa, tutte le religioni partono dallo stesso presupposto: IO SO TUTTO E GLI ALTRI NON SANNO NIENTE.
Sbagliato anche questo. Basta di imporre la propria idea, siete tutti uomini e donne, in carne, che defecano, mangiano, e che non sanno quali siano i disegni di Dio. Occorre comportarsi in maniera umana e possibilmente aiutare il prossimo perché è ovvio che un Dio c’è. Non sappiamo però nient’altro. Basta di chiesa pedofila, di papi assassini, di religiosi delinquenti e di ignoranti che credono di sapere tutto.
Manda dieci copie di questo messaggio di Cosmo de La Fuente e non porterà fortuna, perché sono cazzate, ma aiuterai il mondo a essere migliore.
La Bibbia un affascinante manoscritto di migliaia di anni fa, adatto a una popolazione ignorante che credeva negli ‘elefanti volanti’, il Corano la stessa cosa, tutte le religioni partono dallo stesso presupposto: IO SO TUTTO E GLI ALTRI NON SANNO NIENTE.
Sbagliato anche questo. Basta di imporre la propria idea, siete tutti uomini e donne, in carne, che defecano, mangiano, e che non sanno quali siano i disegni di Dio. Occorre comportarsi in maniera umana e possibilmente aiutare il prossimo perché è ovvio che un Dio c’è. Non sappiamo però nient’altro. Basta di chiesa pedofila, di papi assassini, di religiosi delinquenti e di ignoranti che credono di sapere tutto.
Manda dieci copie di questo messaggio di Cosmo de La Fuente e non porterà fortuna, perché sono cazzate, ma aiuterai il mondo a essere migliore.
marzo 03, 2011
marzo 01, 2011
Il primo convegno: I CAMBIAMENTI DELLA VITA. Per chi crede di sentirsi solo e abbandonato
Siamo sempre alla ricerca di qualcosa che possa farci sentire meglio, ma, come sanno tutti, la felicità non si raggiunge mai. Recentemente è morto il papà di un mio amico, già provato per una separazione dall'ex moglie la quale, dopo essersi vendicata utilizzando il bambino, denunciando il marito per false molestie sessuali e poi rimasta impunita anche dopo aver appurato le falsità, si ritrova, il mio amico, dicevo, a vivere un lutto improvviso.
Non ho potuto non ricordare quando è morto all'improvviso mio padre, in un incidente stradale. Era la mia forza e la volontà, da quel momento ho perso la mia timidezza e ho cominciato ad essere un po' come lui: aperto, deciso e non ho più accettato i soprusi da parte di nessuno.
Basta con l'essere zerbini dei partner. Un messaggio valido per uomini e per donne.
E' difficile per noi imparare a vivere senza i legami che davano sicurezza. Siamo tutti insieme, ma fondamentalmente soli. Ce lo dice la Pausini: una vita sola non può bastare per dimenticare una storia che vale.
I particolari che si ricordano sono solo quelli belli anche se la vita era un inferno.
Forza amici, siamo in molti, siamo tutti insieme.
Il primo Convegno Umano dedicato a 'I cambiamenti della vita' Si terrà al Sabor Tropical, il 9 di giugno.
Scrivi a cosmo@cosmodelafuente.com
Cosmo de La Fuente
febrero 26, 2011
CHAVEZ ES COMO GHEDDAFI: CUIDADO VENEZOLANOS
Chávez: "¡Viva Libia y su Independencia! ¡ Gadafi enfrenta una guerra civil!"
Viernes 25 de febrero de 2011 por Redazione Politica
El canciller Nicolás Maduro durante la interpelación en la Asamblea Nacional contestó sobre el caso de Libia. Desmintió que en esa nación haya bombardeos y advirtió que "se han dado los primeros pasos para un proceso de división en ese país. En Libia se ha iniciado un proceso de guerra civil". "Repudiamos la violencia, pero hay que analizar el conflicto libio con objetividad", exhortó.
Tras ser emplazado por el diputado Gustavo Marcano a solicitar que Muammar Gaddafi devuelva a Venezuela la espada de Simón Bolívar, el canciller Nicolás Maduro respondió: "ahora sí están preocupados por Bolívar, pues les decimos, la espada de Bolívar hoy es libre. Corre libre por los pueblos de América Latina. Está dignificada".
El Canciller criticó a la oposición y cuestionó: "¿Por qué no exigen el castigo para quienes bombardean inocentes en Afganistán?". Describió la situación de Libia como un momento difícil y pidió no dejarse llevar por "informaciones diversas que no deben ser manejadas por la manipulación mediática".
Recordó que Libia desde los años 60 mantiene una relación cercana con Venezuela y que esa nación ha sido puntual para el desarrollo de la Opep, por ser un importante productor de petróleo, producto que cree ha causado el conflicto que enfrenta en esta oportunidad.
Chávez apoya a Libia
Tras la afirmación del canciller Nicolás Maduro sobre la réplica de la espada de Simón Bolívar en manos de Muammar Gaddafi, el presidente Hugo Chávez reaccionó a través de su cuenta en Twitter y expresó: "Vamos Canciller Nicolás: dales otra lección a esa ultraderecha pitiyanqui! Viva Libia y su Independencia! Kadafi enfrenta una guerra civil!!".
12.000 muertos ya en LIBIA: CUIDADO VENEZOLANOS QUE CHAVEZ SE VAYA!!!
I dittatori pazzi del mondo, tra cui Chavez, si schierano con Gheddafi
"Viva la Libia e la sua indipendenza! Gheddafi deve affrontare una guerra civile": il presidente venezuelano Hugo Chavez - principale alleato latinoamericano di Tripoli - rompe il silenzio per schierarsi a fianco del rais con un messaggio diffuso sul social network Twitter .
"Noi condanniamo la violenza, ma occorre analizzare il conflitto libico con obbiettività: si vogliono creare le condizioni per un’invasione della Libia il cui obbiettivo principale è impadronirsi del petrolio libico", ha commentato il ministro degli Esteri venezuelano, Carlos Maduro.
Oltre a Chavez anche il presidente nicaraguense Daniel Ortega e il leader cibano Fidel Castro hanno espresso la propria solidarietà a Gheddafi.
Oltre a Chavez anche il presidente nicaraguense Daniel Ortega e il leader cibano Fidel Castro hanno espresso la propria solidarietà a Gheddafi.
Cosa ne pensa la Melandri e quei giornalisti che tanto difendevano Chavez?
Chávez: "¡Viva Libia y su Independencia! ¡ Gadafi enfrenta una guerra civil!"
Viernes 25 de febrero de 2011 por Redazione Politica
Lettori unici di questo articolo: 36
El canciller Nicolás Maduro durante la interpelación en la Asamblea Nacional contestó sobre el caso de Libia. Desmintió que en esa nación haya bombardeos y advirtió que "se han dado los primeros pasos para un proceso de división en ese país. En Libia se ha iniciado un proceso de guerra civil". "Repudiamos la violencia, pero hay que analizar el conflicto libio con objetividad", exhortó.
Tras ser emplazado por el diputado Gustavo Marcano a solicitar que Muammar Gaddafi devuelva a Venezuela la espada de Simón Bolívar, el canciller Nicolás Maduro respondió: "ahora sí están preocupados por Bolívar, pues les decimos, la espada de Bolívar hoy es libre. Corre libre por los pueblos de América Latina. Está dignificada".
El Canciller criticó a la oposición y cuestionó: "¿Por qué no exigen el castigo para quienes bombardean inocentes en Afganistán?". Describió la situación de Libia como un momento difícil y pidió no dejarse llevar por "informaciones diversas que no deben ser manejadas por la manipulación mediática".
Recordó que Libia desde los años 60 mantiene una relación cercana con Venezuela y que esa nación ha sido puntual para el desarrollo de la Opep, por ser un importante productor de petróleo, producto que cree ha causado el conflicto que enfrenta en esta oportunidad.
Chávez apoya a Libia
Tras la afirmación del canciller Nicolás Maduro sobre la réplica de la espada de Simón Bolívar en manos de Muammar Gaddafi, el presidente Hugo Chávez reaccionó a través de su cuenta en Twitter y expresó: "Vamos Canciller Nicolás: dales otra lección a esa ultraderecha pitiyanqui! Viva Libia y su Independencia! Kadafi enfrenta una guerra civil!!".
12.000 muertos en LIBIA
Y CHAVEZ ESTA LOCO!! ES UN DESPOTA:QUE SE VAYA DE VENEZUELA
febrero 22, 2011
I frammenti di vita che ci aiutano a passare oltre
Sono sempre gli stessi passaggi che segnano la vita di un essere umano, dolcemente, inesorabilmente. Da essi dipende la serenità o l’infelicità di noi anime viventi. Quando l’esperienza dell’esistenza si consuma in un paese come l’Italia e alcuni altri, l’insoddisfazione e quel senso di abbandono che si prova quando non si può, non solo essere, ma neppure pensare di arrivare mai ai vertici del potere, lo svuotamento è totale. L’unico appiglio, l’ultima spiaggia è il ritorno alla semplicità.
Diciamolo prima a chi ci sta vicino: “Quanti destini che s’incrociano. Credevo fosse un 'ciao' e invece per te era un addio. Ci tocca riprendere il cammino tornando indietro, ancora un pezzo di strada insieme. Ripercorriamo a ritroso il cammino e giungiamo, uniti ancora per poco, a quel crocevia, dove ci siamo incontrati al momento della partenza. Nasce improvvisamente un legame che pare indissolubile, unico, caldissimo, ma che improvvisamente si ammala e finisce in un attimo”.
Il dolore si solidifica come un male oscuro tra i mille pensieri che affollano la mente e che cercano invano un passaggio per guadagnare l’uscita. Lo sentiamo tutti prima o poi. Un amore finisce, un rapporto si sgretola e i molteplici discorsi, le parole, le carezze, le voci del mattino volano, tutte insieme, verso luoghi sconosciuti per non far più ritorno.
Gli occhi grandi fissano il cielo, aspettano una risposta che non arriverà mai. Quanti cuori in attesa di essere capiti. Non sappiamo come si arrivi alla morte del sentimento. Forse non è morte, forse si è trasformato, forse…forse. Non lo vogliamo così, deve tornare come prima. Ci tuffiamo nella conclusione logica, a testa alta, macinando sofferenze e ingoiando il veleno che il destino, pazientemente ci ha preparato.
Correre sempre, correre ancora, tutto il giorno, per 365 giorni. Il potere dei soldi potrebbe aiutarci a dimenticare. L’imbrunire giunge ugualmente. Perché siamo saliti sul carro se abbiamo voglia di saltar giù? Perché vogliamo le strade di New York quando l’emozione più grande la proviamo guardando la vecchia panchina del giardino sotto casa; la finestra dalle grate vecchie e arrugginite; dal viottolo di paese. I piccoli particolari della nostra infanzia diventano le colonne della nostra anima. Il calore, l’immagine di una vita che ci sfugge di mano e che si lascia vivere per mezzo degli altri. Il passo svelto a cui ti costringeva tua mamma quando ti portava per mano. Piccolissimo ma tanto grande. Si va a ritroso. Da grandi si diventa piccoli se ad essere calibrata è la sensibilità dell’anima.
Voglia di fuggire via, andare per terre lontane, si, ritornare o andarci per la prima volta, ma l’importante è lasciare il letto di cocci su cui sostiamo oramai da troppo tempo. Così come il testo della mia canzone Terre Lontane, pensando a questo. Svegliarsi una mattina, trovarsi malati nel cuore, capire che vivere è soffrire, voglia di fuggire via da qui. Andare per terre lontane, cantare la voglia di volare, senza mai dover rinunciare a questa nuova carta d’identità, niente più ricordi ma novità di un sogno nuovo e di un giorno breve che mi sfiorerà. Un raggio di colore che porta in me la voglia di volare vicino a te. .. Sbattere la porta e scappare via verso nuove terre piene di allegria…..
Dimenticare la forza dei soldi, le proprietà, la famiglia per andare alla ricerca di qualcosa che si ha dentro e che non si riesce a manifestare?
Quanto tempo vivendo nella rinuncia di essere come siamo, soffocandoci per non urlare, nascondendo le nostre voglie, le malinconie e poi, ancora, le fantasie, i sogni, con gli occhi grandi dell’amore. Per quanti anni assenti giustificati perché un coniuge o un padrone qualsiasi ha contribuito a distruggere il nostro cammino mentre noi lo distruggevamo a qualcun altro? Vogliamo fuggire dalla nostra maschera, dall’immagine che vediamo riflessa allo specchio perché ci sentiamo come Dorian Gray. Siamo diversi. Lo saremmo altrove, qui non possiamo.
Non ci è dato sapere quanto ci resta da vivere. Chi ha deciso per noi? Chi è quel dio che ci impongono i religiosi viventi? Perché dovremmo seguire un programma deciso da chi, come noi, mangia, dorme, fa l’amore e muore? Com’è stretta questa vita. Ci restano ancora degli anni? Pochi, ma possiamo viverli, finalmente. Un altro paese, un altro modo di essere. Un passo, ancora un passo sotto i raggi del sole, a piedi nudi. Respirare il profumo delle piante, dei frutti tropicali del mio paese. Molliamo o non molliamo? Possiamo farcele. Sarà questo il senso della vita? Restiamo, però, accidenti.
Quando ci resta da vivere? Non lo sappiamo. Perché dobbiamo perdere la nostra esistenza? Chi ha stabilito tutto per noi? Chi lo dice che Dio è quello che ci raccontano i preti? Perché dobbiamo seguire un programma stabilito da altri? Ci va stretta questa vita. Vorremmo aver vissuto diversamente.
Poverini quelli attanagliati dal potere politico. Che vita è la loro? Se per noi c’è la speranza di fermarci ad assaporare il colore della vita, per loro il colore non c’è. Inutile chiedere l’aiuto di chi entra in quella gabbia di cemento, maleodorante, consunta e consumatrice. Vuoi che ti aiutino ad amare tuo figlio ma loro non ne comprendono la motivazione. Sono arrivati vicino a un olimpo che li assorbe senza pietà e si convincono di essere ad un passo dal cielo. Poveretti.
Tu, papà, che sei andato avanti, che riuscivi sempre a facilitarci il passaggio, cos’hai visto di bello? Quando ci precedevi nei trasferimenti in paesi lontani, ci preparavi la casa dove avremmo vissuto, riso, pianto, parlato, cantato. Stai facendo la stessa cosa anche ora o tutto finisce qui? Stiamo passando quindi. La vita. Frammenti che ci aiutano a passare oltre. Rivoglio i miei frammenti, quelli che mi aiuteranno.
Cosmo de La Fuente
Diciamolo prima a chi ci sta vicino: “Quanti destini che s’incrociano. Credevo fosse un 'ciao' e invece per te era un addio. Ci tocca riprendere il cammino tornando indietro, ancora un pezzo di strada insieme. Ripercorriamo a ritroso il cammino e giungiamo, uniti ancora per poco, a quel crocevia, dove ci siamo incontrati al momento della partenza. Nasce improvvisamente un legame che pare indissolubile, unico, caldissimo, ma che improvvisamente si ammala e finisce in un attimo”.
Il dolore si solidifica come un male oscuro tra i mille pensieri che affollano la mente e che cercano invano un passaggio per guadagnare l’uscita. Lo sentiamo tutti prima o poi. Un amore finisce, un rapporto si sgretola e i molteplici discorsi, le parole, le carezze, le voci del mattino volano, tutte insieme, verso luoghi sconosciuti per non far più ritorno.
Gli occhi grandi fissano il cielo, aspettano una risposta che non arriverà mai. Quanti cuori in attesa di essere capiti. Non sappiamo come si arrivi alla morte del sentimento. Forse non è morte, forse si è trasformato, forse…forse. Non lo vogliamo così, deve tornare come prima. Ci tuffiamo nella conclusione logica, a testa alta, macinando sofferenze e ingoiando il veleno che il destino, pazientemente ci ha preparato.
Correre sempre, correre ancora, tutto il giorno, per 365 giorni. Il potere dei soldi potrebbe aiutarci a dimenticare. L’imbrunire giunge ugualmente. Perché siamo saliti sul carro se abbiamo voglia di saltar giù? Perché vogliamo le strade di New York quando l’emozione più grande la proviamo guardando la vecchia panchina del giardino sotto casa; la finestra dalle grate vecchie e arrugginite; dal viottolo di paese. I piccoli particolari della nostra infanzia diventano le colonne della nostra anima. Il calore, l’immagine di una vita che ci sfugge di mano e che si lascia vivere per mezzo degli altri. Il passo svelto a cui ti costringeva tua mamma quando ti portava per mano. Piccolissimo ma tanto grande. Si va a ritroso. Da grandi si diventa piccoli se ad essere calibrata è la sensibilità dell’anima.
Voglia di fuggire via, andare per terre lontane, si, ritornare o andarci per la prima volta, ma l’importante è lasciare il letto di cocci su cui sostiamo oramai da troppo tempo. Così come il testo della mia canzone Terre Lontane, pensando a questo. Svegliarsi una mattina, trovarsi malati nel cuore, capire che vivere è soffrire, voglia di fuggire via da qui. Andare per terre lontane, cantare la voglia di volare, senza mai dover rinunciare a questa nuova carta d’identità, niente più ricordi ma novità di un sogno nuovo e di un giorno breve che mi sfiorerà. Un raggio di colore che porta in me la voglia di volare vicino a te. .. Sbattere la porta e scappare via verso nuove terre piene di allegria…..
Dimenticare la forza dei soldi, le proprietà, la famiglia per andare alla ricerca di qualcosa che si ha dentro e che non si riesce a manifestare?
Quanto tempo vivendo nella rinuncia di essere come siamo, soffocandoci per non urlare, nascondendo le nostre voglie, le malinconie e poi, ancora, le fantasie, i sogni, con gli occhi grandi dell’amore. Per quanti anni assenti giustificati perché un coniuge o un padrone qualsiasi ha contribuito a distruggere il nostro cammino mentre noi lo distruggevamo a qualcun altro? Vogliamo fuggire dalla nostra maschera, dall’immagine che vediamo riflessa allo specchio perché ci sentiamo come Dorian Gray. Siamo diversi. Lo saremmo altrove, qui non possiamo.
Non ci è dato sapere quanto ci resta da vivere. Chi ha deciso per noi? Chi è quel dio che ci impongono i religiosi viventi? Perché dovremmo seguire un programma deciso da chi, come noi, mangia, dorme, fa l’amore e muore? Com’è stretta questa vita. Ci restano ancora degli anni? Pochi, ma possiamo viverli, finalmente. Un altro paese, un altro modo di essere. Un passo, ancora un passo sotto i raggi del sole, a piedi nudi. Respirare il profumo delle piante, dei frutti tropicali del mio paese. Molliamo o non molliamo? Possiamo farcele. Sarà questo il senso della vita? Restiamo, però, accidenti.
Quando ci resta da vivere? Non lo sappiamo. Perché dobbiamo perdere la nostra esistenza? Chi ha stabilito tutto per noi? Chi lo dice che Dio è quello che ci raccontano i preti? Perché dobbiamo seguire un programma stabilito da altri? Ci va stretta questa vita. Vorremmo aver vissuto diversamente.
Poverini quelli attanagliati dal potere politico. Che vita è la loro? Se per noi c’è la speranza di fermarci ad assaporare il colore della vita, per loro il colore non c’è. Inutile chiedere l’aiuto di chi entra in quella gabbia di cemento, maleodorante, consunta e consumatrice. Vuoi che ti aiutino ad amare tuo figlio ma loro non ne comprendono la motivazione. Sono arrivati vicino a un olimpo che li assorbe senza pietà e si convincono di essere ad un passo dal cielo. Poveretti.
Tu, papà, che sei andato avanti, che riuscivi sempre a facilitarci il passaggio, cos’hai visto di bello? Quando ci precedevi nei trasferimenti in paesi lontani, ci preparavi la casa dove avremmo vissuto, riso, pianto, parlato, cantato. Stai facendo la stessa cosa anche ora o tutto finisce qui? Stiamo passando quindi. La vita. Frammenti che ci aiutano a passare oltre. Rivoglio i miei frammenti, quelli che mi aiuteranno.
Cosmo de La Fuente
Chavez: dittatore ignorante e analfabeta con laurea Honoris Causa.. Che ridicoli!
Chavez, el marrano, ha preguntado a su pueblo si quiere ser enemigo de los Estados Unidos?
Ha Chiesto questo ignorante, caprone, al popolo se vuol essere nemico dell'America? Lui pensa a imbottirsi di armi, parla di socialismo ed è un fascista dittatore che ha imbavagliato il Venezuela. Amico di Iran, Libia e Italia (di Berlusconi).(AGI) - Roma, 21 feb. - L'amicizia tra Muammar Gheddafi e Hugo Chavez si e' consolidata sull'anti-americanismo e su una vecchia idea cara al colonnello: la costituzione della Sato, la Nato del Sud. Negli anni il legame tra il leader libico e il presidente venezuelano che potrebbe accoglierlo in esilio e' stato suggellato da visite, onorificenze e generosi regali. "A coloro che continuano a scommettere sulla Nato possiamo dire oggi che noi scommettiamo sulla Sato", disse il leader libico nell'ottobre del 2009 sull'Isola Margherita, in Venezuela, davanti alla platea composta da 30 capi di Stato, tra cui il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe. Nel suo intervento al secondo South America-Africa Summit (Asa), Gheddafi celebro' il rafforzamento dell'asse Sudamerica-Africa, definendola "anti-imperialista", ossia anti-occidentale e soprattutto anti-americana. L'idea della Sato fu accolta con grande favore da tutti i presenti, in particolare dal padrone di casa Hugo Chavez. Il progetto fu al centro dei colloqui tra i due leader a Tripoli nell'ottobre del 2010, in occasione dei quali fu consegnata al presidente venezuelano una laurea honoris causa presso l'Accademia dell'Istruzione superiore della capitale libica. Poco meno di due mesi dopo, l'11 dicembre del 2010, Hugo Chavez, incontrando le famiglie rimaste senza casa per le alluvioni che colpirono il Venezuela, le invito' a mettere i letti nel suo ufficio. "Mi trasferiro' nella tenda nel giardino della mia residenza", disse riferendosi alla tenda beduina dono di Muammar Gheddafi, diventata la nuova sede del presidente venezuelano. In realta' la tenda gli era stata donata piu' di un anno prima, nel settembre 2009, a pochi giorni dal vertice Sudamerica-Africa. Nella cerimonia di consegna Chavez disse che "Venezuela e Libia sono unite in un unico destino, nella stessa battaglia contro un comune nemico". "Stiamo scrivendo pagine di una nuova storia, stiamo per cambiare la storia, stiamo affrontando l'imperialismo, la borghesia, il sottosviluppo e il colonialismo", aggiunse Chavez, che ricambio' il regalo dell'amico offrendogli il collare dell'Ordine del Libertador, la piu' alta onorificenza del suo Paese, insieme ad una replica della spada dell'eroe nazionale Simon Bolivar. Nell'occasione i due leader firmarono una dichiarazione comune in cui chiedevano la riforma delle Nazioni Unite che mettesse fine "all'egemonia del Consiglio di Sicurezza".
VETE YA DICTADOR
febrero 21, 2011
Geddafi e Chavez: un grande amore e niente più
Los déspotas se quieren mucho entre ellos
Gheddafi è scappato in Venezuela! Nulla da meravigliarsi, i dittatori tra di loro si amano. Chavez non è amico degli arabi perchè arabi, è amico dei terroristi, cosa ben diversa. Chi ha una mentalità di sinistra non può pensare che sia un vero socialista. Chavez si finge socialista e ha ridotto il Venezuela ad essere schiavo del suo volere. I venezuelani stanno per svegliarsi da questo torpore, da questa mancanza di libertà di pensiero, dalla censura verso internet .. Le Tv e i Giornali d'opposizione sono scomparsi, dobbiamo mantenere alta la guardia se non vogliamo regredire completamente. Chavez è amico intimo di Ahmadinejad!
I bambini venezuelani non sanno cosa significa essere nati in un paese libero.
I venezuelani che vivono in Italia e nel resto del mondo lo sanno bene.
CHAVEZ ESTA LOCO..HERMANOS VENEZOLANOS SI NO QUEREMOS QUE NUNCA MAS VENEZUELA VUELVA A SER UN PAIS LIBRE NO PODEMOS PERMITIR A ESE DESPOTA, LOCO, ASESINO DE LA LIBERTAD SIGA DESTRUYENDO A NUESTRO PAIS.
AMIDGO DE GHEDDAFI, AMIG DE AHMADINEJAD, NOS ESA QUITANDO LA LIBERTAD. SABEN QUE EN VENEZUELA INTERNET ESTA CENSURADO?
COSMO
SABEN QUE LA PRENSA NO PUEDE DECIR LO QUE PIENSA?
I bambini venezuelani non sanno cosa significa essere nati in un paese libero.
I venezuelani che vivono in Italia e nel resto del mondo lo sanno bene.
CHAVEZ ESTA LOCO..HERMANOS VENEZOLANOS SI NO QUEREMOS QUE NUNCA MAS VENEZUELA VUELVA A SER UN PAIS LIBRE NO PODEMOS PERMITIR A ESE DESPOTA, LOCO, ASESINO DE LA LIBERTAD SIGA DESTRUYENDO A NUESTRO PAIS.
AMIDGO DE GHEDDAFI, AMIG DE AHMADINEJAD, NOS ESA QUITANDO LA LIBERTAD. SABEN QUE EN VENEZUELA INTERNET ESTA CENSURADO?
COSMO
SABEN QUE LA PRENSA NO PUEDE DECIR LO QUE PIENSA?
febrero 01, 2011
Il giorno dell'indignazione, non è solo femminile
Bigenitorialità: gli uomini nella giornata nazionale dell’indignazione femminile
Il 13 febbraio molte donne si mobilitano. «Ci siamo ritrovate a condividere, innanzitutto, il disagio e lo sconcerto per l’acquiescente indifferenza con la quale gran parte del paese ha accolto fatti, rappresentazioni, discorsi fortemente lesivi della dignità delle donne” dichiarano in massa. Altri, però, sono convinti che la libertà di pensiero e l’emancipazione femminile si manifesta anche attraverso la scelta di fare l’impiegata, la casalinga o la velina.
Nel sito di agenziami si legge: (continua) CLICCA QUI
enero 24, 2011
Rivolley: il presidente Alberto Orru risponde
Provvedimenti disciplinari atlete ed allenatore 1DF per i fatti accaduti nella giornata di venerdì 14 gennaio 2011 al termine della gara di campionato Rivolley - Volley Rosta:
L'allenatore della 1 Divisione Femminile al termine della gara, su richiesta di una delle atlete in questione, consegnava le chiavi del locale docce, chiuso per guasto all'impianto fognario, come comunicato nella segnaletica affissa su ogni porta dell'impianto (ingresso palestra, ingresso spogliatoi e ingresso locali igienici) dai responsabili dell'Istituto Giulio Natta, che vietavano l'uso dell'impianto idrico per rischio di allagamento. Il provvedimento è stato più volte ribadito dalla Dirigenza a tutti gli atleti, compresa la sera dell'accaduto. Dalle testimonianze raccolte e dal sopralluogo eseguito appuravamo che tale norma era stata infranta dalle due atlete in questione, che interrogate immediatamente all'uscita dagli spogliatoi negavano l'accaduto. L'allenatore interrogato dei fatti di fronte all'evidenza dell'utilizzo delle docce minimizzava l'accaduto estraniandosi dalle sue responsabilità.
Dopo lunga discussione sui fatti accaduti il Consiglio Direttivo (composto da sei membri tutti presenti) in virtù dei poteri conferitigli all'art.19 ai punti I ed L, approva all'unanimità l'esonero dell'allenatore e l'allontanamento delle due atlete in questione per "inottemperanza alle disposizioni dello Statuto societario e dei regolamenti e delle deliberazioni adottate dagli organi dell'associazione" e "svolgimento di attività contrarie agli interessi dell'associazione" (art.9 comma 2 punti A e C). I fatti assumono aggravante per avere esposto l'associazione al rischio di revoca della concessione d'uso dell'impianto sportivo annesso all'ITIS Natta come contemplato nel Regolamento per lo sviluppo , uso e gestione degli impianti sportivi della Provincia di Torino (art. 37 punto O), adottato dalla scrivente associazione con sottoscrizione del disciplinare di concessione in uso (art.1)La restituzione della quota societaria non è dovuta in base all'art.7 dello Statuto sociale regolarmente accettato dalle atlete all'atto della richiesta di iscrizione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo relative agli esoneri sono state regolarmente spedite alle atlete con raccomandata A/R come riportato all'art.10 dello Statuto Sociale, insieme alla ricevuta della quota sociale 2010-11.
Il Presidente
Alberto Orru
La lettera risponde alle dichiarazioni di Federica Lanotte nel post
Risponde Giuseppe Lorusso
Approfitto di questo suo Blog per rispondere al sig Orrù Alberto in merito a questa sua ultima uscita, in quanto chiamato in causa.
Le chiavi che ho consegnato non erano le chiavi del locale docce ma dello spogliatoio nel quale mazzo ci sono le chiavi delle docce.
La norma di cui accenna il sig. Orrù non è stata violata da due sole ragazze ma da quasi la metà della squadra,perché si,due ragazze hanno aperto l’acqua delle docce, ma le altre hanno aperto l’acqua dei lavandini per rinfrescarsi come dovrebbe essere permesso in una struttura abilitata per fornire spazi per attività sportiva. Quindi il sig. Orrù a proprio piacimento ha deciso di adottare due pesi e due misure nel giudicare la gravità del fatto. Mi spiego meglio, se la gravità sta nel fatto che si sarebbe potuto provocare un danno allagando l’istituto con l’utilizzo dell’acqua, sia essa della doccia che del lavabo, cosa che non è successa, in quanto non si è verificato alcun danno, ad essere “cacciate” dalla società dovevano essere anche le altre 5 atlete, che hanno usufruito dell’acqua del lavabo, perché sia lo scarico della doccia che del lavabo confluiscono nelle stesse tubature, pertanto sia l’uso della doccia che quello del lavabo, a sentire il sig.Orrù, avrebbero potuto creare un danno alla società. Quindi se la cosa fosse stata fatta senza pregiudizi di sorta, le persone cacciate sarebbero state 7 e non 2 , ma casualmente il sig. Orrù e il suo direttivo, hanno deciso di sbattere fuori solo 2 persone, perhè? Io su questo avrei dei pareri, ma che tengo per me.
Inoltre sono stato accusato di minimizzare. Io ho cercato di calmare il dirigente, per la questione sollevata, in quanto quest’ultimo stava dando in escandescenza ed era in balia della collera, così ho pensato di non mettere altra enfasi su un problema che poteva risolversi in una bolla di sapone, come poi è stato. Sul principio capisco e comprendo, il problema sollevato dalla società, ma sui modi mi dispiace non condivido. Nemmeno su un posto di lavoro si viene trattati in questa maniera, figuriamoci durante una attività ricreativa e sportiva, perché poi alla fine di questo si tratta, dare spazio alle persone per praticare uno sport. Ci sarebbero poi molte cose da disquisire su tutto quello riguardante cosa dice lo statuto più altre cose elencate dal sig. Orrù, ma non importa. Quello che voglio far capire,e spero di esserci riuscito, e che c’erano tutti gli spazi, se si volevano cercare, per affrontare e risolvere la questione in maniera rispettosa, civile e obiettiva. Così non è stato e mi dispiace.
Ringraziando per lo spazio offerto
Cordiali saluti
Giuseppe Lorusso
Le chiavi che ho consegnato non erano le chiavi del locale docce ma dello spogliatoio nel quale mazzo ci sono le chiavi delle docce.
La norma di cui accenna il sig. Orrù non è stata violata da due sole ragazze ma da quasi la metà della squadra,perché si,due ragazze hanno aperto l’acqua delle docce, ma le altre hanno aperto l’acqua dei lavandini per rinfrescarsi come dovrebbe essere permesso in una struttura abilitata per fornire spazi per attività sportiva. Quindi il sig. Orrù a proprio piacimento ha deciso di adottare due pesi e due misure nel giudicare la gravità del fatto. Mi spiego meglio, se la gravità sta nel fatto che si sarebbe potuto provocare un danno allagando l’istituto con l’utilizzo dell’acqua, sia essa della doccia che del lavabo, cosa che non è successa, in quanto non si è verificato alcun danno, ad essere “cacciate” dalla società dovevano essere anche le altre 5 atlete, che hanno usufruito dell’acqua del lavabo, perché sia lo scarico della doccia che del lavabo confluiscono nelle stesse tubature, pertanto sia l’uso della doccia che quello del lavabo, a sentire il sig.Orrù, avrebbero potuto creare un danno alla società. Quindi se la cosa fosse stata fatta senza pregiudizi di sorta, le persone cacciate sarebbero state 7 e non 2 , ma casualmente il sig. Orrù e il suo direttivo, hanno deciso di sbattere fuori solo 2 persone, perhè? Io su questo avrei dei pareri, ma che tengo per me.
Inoltre sono stato accusato di minimizzare. Io ho cercato di calmare il dirigente, per la questione sollevata, in quanto quest’ultimo stava dando in escandescenza ed era in balia della collera, così ho pensato di non mettere altra enfasi su un problema che poteva risolversi in una bolla di sapone, come poi è stato. Sul principio capisco e comprendo, il problema sollevato dalla società, ma sui modi mi dispiace non condivido. Nemmeno su un posto di lavoro si viene trattati in questa maniera, figuriamoci durante una attività ricreativa e sportiva, perché poi alla fine di questo si tratta, dare spazio alle persone per praticare uno sport. Ci sarebbero poi molte cose da disquisire su tutto quello riguardante cosa dice lo statuto più altre cose elencate dal sig. Orrù, ma non importa. Quello che voglio far capire,e spero di esserci riuscito, e che c’erano tutti gli spazi, se si volevano cercare, per affrontare e risolvere la questione in maniera rispettosa, civile e obiettiva. Così non è stato e mi dispiace.
Ringraziando per lo spazio offerto
Cordiali saluti
Giuseppe Lorusso
enero 21, 2011
Rivoli (Torino): l'associazione di pallavolo Rivolley, secondo il raccondo delle protagoniste, avrebbe cacciato due giocatrici senza validi motivi
[Mediacontact]Cosa fare se le docce e i bagni della palestra non funzionano e non si vogliono fare i lavori di riparazione? Semplice: basta cacciare i giocatori e le giocatrici che lo rendono noto. È quanto sarebbe accaduto negli impianti sportivi occupati dalla società Rivolley di Rivoli in provincia di Torino. Le vittime di questo che appare come un sopruso, sono Federica Lanotte e Erika Ravera.
“A seguito di una discussione, in cui venivano accusate ingiustamente di aver usato l’acqua delle docce dell’impianto dove ci alleniamo, la dirigenza, con un consiglio straordinario (formato solo da 4 di loro e nemmeno dal 50%) ci ha comunicato che eravamo state cacciate – racconta amaramente Federica – accusandoci del fatto che avremmo potuto allagare la palestra viste le condizioni delle docce. Noi, però, non solo non abbiamo fatto le docce e lunedì, tre giorni dopo, i bagni erano magicamente tornati agibili”.
Un atto punitivo che non trova ragioni valide e che ha dell’incredibile secondo quanto dichiarato dalle ragazze. “Siamo state cacciate perché abbiamo fatto scorrere un po’ d’acqua gialla e sporca dai lavandini, come hanno fatto tutte le nostre compagne, per bagnare dei fazzolettini e asciugarci il sudore. Ci hanno detto, però, che ci cacciavano anche per la nostra arroganza, quella, cioè, di riferire solo quello che realmente è accaduto” conclude la giocatrice.
Le due ragazze sono decise ad andare oltre perché vittime di un’ingiustizia poiché non solo non gli è stato permesso di scusarsi o di proferire parola in modo da giustificarsi, ma hanno dovuto subire un’aggressione verbale senza precedenti.
“Non ci vogliono nemmeno dare il verbale di quest’ assemblea ‘fantasma’ durante la quale avrebbero deciso di cacciarci – continua Federica – ma la cosa peggiore, di cui siamo venuti a conoscenza soltanto ora, è che i dirigenti votanti sono una delle giocatrici costrette a stare in panchina e suo marito. Come se non bastasse non vogliono nemmeno darci la copia della ricevuta della quota versata a settembre e tanto meno renderci i soldi”.
Il trambusto è avvenuto nella palestra della scuola Natta di Rivoli. Vengono annullati quattro mesi di successi di una squadra in testa al girone di prima divisione femminile. Alcune ragazze della squadra per solidarietà e per aver assistito ai fatti, sarebbero andate via dalla squadra. Per quale motivo due anni di lavoro e di vittorie e al lavoro dell’allenatore Pino Lorusso a qualcuno piaceva cancellare questa squadra?
Una cosa è certa, secono Federica: " Questa storia non finirà qui. Non è logico e neppure educato trattare in questo modo due giocatrici che prima di essere atlete sono persone per bene che hanno regolarmente pagato la loro quota associativa".
Cosmo de La Fuente (continua)
Cosmo de La Fuente (continua)
A questo pezzo e alle dichiarazioni della signorina Federica, risponderà presto il sig. Alberto Orru, presidente della ASD Rivolley, il quale ha anticipato che oltre a delle inesattezze, ci sarebbero dichiarazioni lontane dalla realtà da parte delle due ragazze.
CdF
La risposta del presidente Alberto Orru appare come nuovo post nella giornata del 24 gennaio oltre che qui di seguito.
Provvedimenti disciplinari atlete ed allenatore 1DF per i fatti accaduti nella giornata di venerdì 14 gennaio
2011 al termine della gara di campionato Rivolley - Volley Rosta:
L'allenatore della 1 Divisione Femminile al termine della gara, su richiesta di una delle atlete in questione,
consegnava le chiavi del locale docce, chiuso per guasto all'impianto fognario, come comunicato nella
segnaletica affissa su ogni porta dell'impianto (ingresso palestra, ingresso spogliatoi e ingresso locali
igienici) dai responsabili dell'Istituto Giulio Natta, che vietavano l'uso dell'impianto idrico per rischio di
allagamento. Il provvedimento è stato più volte ribadito dalla Dirigenza a tutti gli atleti, compresa la sera
dell'accaduto. Dalle testimonianze raccolte e dal sopralluogo eseguito appuravamo che tale norma era stata
infranta dalle due atlete in questione, che interrogate immediatamente all'uscita dagli spogliatoi negavano
l'accaduto. L'allenatore interrogato dei fatti di fronte all'evidenza dell'utilizzo delle docce minimizzava
l'accaduto estraniandosi dalle sue responsabilità.
Dopo lunga discussione sui fatti accaduti il Consiglio Direttivo (composto da sei membri tutti presenti) in virtù
dei poteri conferitigli all'art.19 ai punti I ed L, approva all'unanimità l'esonero dell'allenatore e
l'allontanamento delle due atlete in questione per "inottemperanza alle disposizioni dello Statuto societario e
dei regolamenti e delle deliberazioni adottate dagli organi dell'associazione" e "svolgimento di attività
contrarie agli interessi dell'associazione" (art.9 comma 2 punti A e C).
I fatti assumono aggravante per avere esposto l'associazione al rischio di revoca della concessione d'uso
dell'impianto sportivo annesso all'ITIS Natta come contemplato nel Regolamento per lo sviluppo , uso e
gestione degli impianti sportivi della Provincia di Torino (art. 37 punto O), adottato dalla scrivente
associazione con sottoscrizione del disciplinare di concessione in uso (art.1)
La restituzione della quota societaria non è dovuta in base all'art.7 dello Statuto sociale regolarmente
accettato dalle atlete all'atto della richiesta di iscrizione.
Le deliberazioni del Consiglio Direttivo relative agli esoneri sono state regolarmente spedite alle atlete con
raccomandata A/R come riportato all'art.10 dello Statuto Sociale, insieme alla ricevuta della quota sociale 2010-11.
Il Presidente
Alberto Orru
enero 11, 2011
Chavez, il dittatore ignorante, vuol fare ironia
Qualche giorno fa il presidente venezuelano Chavez aveva ironizzato sugli Usa, prossimi a designare un nuovo ambasciatore a Caracas: "Spero che designino Stone. Suggerirò un candidato… Sean Penn. Abbiamo molti amici negli Stati Uniti, per esempio Noam Chomsky, o anche Bill Clinton". Ieri, nella conferenza stampa con i giornalisti al Dipartimento di Stato, il portavoce Crowley si è soffermato sul tema, anche perché gli è stato chiesto se Washington ha intenzione di ricevere la visita di un gruppo di leader dell'opposizione a Chavez che saranno negli Usa nei prossimi giorni. Su questo Crowley non ha risposto ("I don’t know. We’ll see what we can find out"), ma poi si è intrattenuto sulla scelta dell'ambasciatore. Ovviamente per dire che nessuno dei candidati di Chavez è stato preso sul serio dal suo ufficio ("Apprezziamo i suggerimenti di Chavez, ma non stiamo cercando altri candidati per l'incarico di ambasciatore Usa a Caracas"), visto che "Larry Palmer era ed è il candidato giusto, qualificato e adatto a migliorare le relazioni con il Venezuela". Palmer non va bene a Chavez, ma Crowley ribadisce che da quel nome non si muovono. Ovviamente la questione è "affare della Casa Bianca", ma per rispondere ai suggerimenti di Chavez "rispondiamo che non stiamo cercando altri candidati". E dunque "siete disposti a stare senza ambasciatore?", chiede un giornalista. "Siamo pronti a rimanere a questo stadio per un tempo indefinito", risponde Crowley. Crowley ha anche chiarito che la scelta di tenere o no un ambasciatore in un Paese non amico non significa qualcosa di particolare. "Se abbiamo un ambasciatore non vuol dire che facciamo concessioni a un Paese", visto che l'ambasciatore c'è per "servire e proteggere i nostri valori". "Pensiamo che Palmer può essere un ambasciatore, speriamo che il Venezuela lo accetti".
enero 02, 2011
Morgan: papà separato dalla propria figlia
Suscribirse a:
Entradas (Atom)