junio 30, 2007
La corsa agli armamenti di Chavez e un saluto da Miami
L'appuntamento con el domingo con Carol e' spostato a domenica 8 di Luglio, con tutte le vostre lettere.
Magari ci fosse anche lei qui a Miami, l'ambiente e' molto venezuelano.
Vi lascio con un pezzo dell'amico David Puente.
Chavez e la corsa agli armamenti
Dal famoso discorso di Chavez all’Onu: “il sogno di quella pace mondiale”.
Il sogno di una pace mondiale rimane un sogno, una balla degna del miglior pinocchio.
Nel Luglio 2006 venne stipulato un contratto con la Russia di Putin per 24 caccia Sukhoi SU-30 (1,5 miliardi), 53 elicotteri vari di tipo Mil-Mi (circa 200 milioni di dollari), Kalashnikov, sistemi antiaerei Top-M1, pattugliatori navali e si dice pure un sottomarino classe Amur. Il tutto per un totale di 3,5 miliardi di dollari.Un’altro contratto siglato da Mosca con Caracas prevede la costruzione in Venezuela di una fabbrica di mitra AK-103, armi che poi saranno vendute nel continente latino.
In questi giorni il presidente Chavez è in visita al Parlamento russo, per poi dirigersi in Biellorussia e Iran (ottimi esempi di paesi “democratici”). Ma le sue non sono visite di piacere, o di sola propaganda politica… sono giornate dedicate allo shopping: di armamenti!
Di fatti Chavez vuole perfezionare con Mosca l’accordo per l’acquisto di 5 sottomarini Amur 677 di ultima generazione, per una spesa totale di ben 600 milioni di dollari (ma si dice sia solo la prima di una lunga serie di spese).
La scusa presentata dal Governo Bolivariano è quella di voler proteggere i ghiacimenti petroliferi marini, ma sarebbe una spesa comunque spropositata, quando invece si potrebbero spendere quei soldi per finire di ricostruire la Guaira e aiutare seriamente le zone povere di Caracas e dintorni, giusto per citare qualche esempio. Se andate in Venezuela e guardate dal finestrino dell’aereo verso la costa potrete ammirare una delle zone più povere del paese, oltre che tra le più pericolose (Caracas detiene veri e propri record di criminalità).
Chavez potrà fare quante missioni vuole e promuoverle nelle sue televisioni, ma spende somme spropositate per i suoi interessi politici senza aiutare realmente e con energia la cittadinanza povera del paese, oltre che combattere la criminalità che danneggia le famiglie venezuelane (per non parlare dell’aumento di consumo di droga tra i giovani). Lo dice anche Julio Borges, leader del partito venezuelano Primero Justicia: “como es posible que en un país, donde matan a 46 personas usted - rivolto a Chavez - se vaya a un viaje a Rusia, a Bielorrusia, a Irán, para seguir comprando juguetes militares, submarinos, misiles antiaéreos, y demás equipos, en lugar de combatir, en Venezuela y con el dinero de los venezolanos, la delincuencia que tanto afecta a las familias de nuestros compatriotas”.
Pubblico una serie di slide dove vengono descritti i regali fatti dal Venezuela ai paesi stranieri (tra cui gli USA), soldi spesi con i soldi dei venezuelani senza prima pensare ai venezuelani stessi:
junio 28, 2007
La cucina dei caraibi e un saluto da miami
Aida Yespica spaventatissima non si fa vedere in giro. Poverina! Strano che non vada in Venezuela e opti sempre per Miami. Godetevi questa ricetta alternativa.
A presto con nuove ed entusiasmanti sorprese.
CUCINA
Insalata di melanzane con mandorle e menta
Che piacere le insalate di melanzane, questo magnifico frutto della natura, che mi ricorda la ‘donna’ e che trova impiego in mille modi diversi.
Procuratevi mandorle e datteri, il risultato sarà molto originale e creativo, un antipasto da mille e una notte.
Ingredienti:
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 Melanzana tagliata a pezzetti
½ cipolla (pelata e tagliata a pezzetti)
2 peperoni rossi (pezzetti)
1 calabacin (sempre tagliato in piccoli quadretti)
1 cucchiaio di aceto balsamico
1 cucchiaio grande di concentrato di pomodoro
un pizzico di zucchero e di sale
peperoncino rosso piccante
pepe nero
½ tazza di mandorle rotte
½ tazza di datteri freschi e tagliuzzati
1 cucchiaio di buccia di limone grattugiata
3 cucchiai di menta fresca sminuzzata
PREPARAZIONE
Scaldare un po’ di olio in una padella, friggere i cubetti di melanzana finchè avranno assunto un colore dorato. Ritirare dal fuoco e conservare, poi, scaldare ancora un po’ di olio a fuoco medio alto. Aggiungere la cipolla, saltandola finchè diventa trasparente. Aggiungere peperone e calabacin, cucinare per 5 minuti. Aggiungere la melanzana, l’aceto, il concentrato, zucchero, sale e pepe. Una spolverata di comino in polvere e di peperoncino. Togliere dal fuoco e farlo raffreddare. Scaldare l’olio che è rimasto a fuoco medio. Friggere le mandorle e farle dorare. Aggiungre i datteri portandoli, quasi, a caramellizzare (passatemi il termine), circa 4 minuti. Lasciar raffreddare, aggiungere il limone. Mischiare le verdure, mandorle e menta in un recipiente e servire. Se a prepararlo è una donna, dovrebbe aggiungerci qualcosa che ricordi il suo modo di essere, come un profumo particolare o un gusto di cui ha parlato spesso. Non si può nascondere che la melanzana, proprio come la banana, è un simbolo fallico, rappresenta l’organo genitale femminile per i paesi del Caribe, altro che la patata. Cosa farebbe un uomo per una bella melanzana condita al punto giusto?
Cosmo de La Fuente
www.familiafutura.blogspot.com
junio 25, 2007
Pinocchio news: in Venezuela vige la democrazia
Una troupe televisiva peruviana, che si trovava a Caracas per
documentare l’oscuramento del canale televisivo RCTV, ci permette di
vedere cosa realmente è accaduto! La polizia, oltre a minacciare i
reporter stranieri, ha cercato di rubare loro la telecamera, e non
riuscendoci non hanno esistato a sparare, ferendo la giornalista Anuska
Buenaluque <http://www.larepublica.com.pe/content/view/159294/36/>
e il cameraman Michel Paredes.
Il tutto è stato trasmesso da América Televisión
<http://www.americatv.com.pe/> nel programma “CU4RTO PODER
<http://www.americatv.com.pe/cuartopoder/reportajes.asp?id_reportaje=46&p=1>”
(”Quarto potere”), facendo notare ai telespettatori (cosi come ai
clienti di un bar di Caracas) che le televisioni venezuelane non sono
libere affatto! Tutte tranne Globovision, l’unico canale privato che ha
trasmesso i disordini e le sparatorie della polizia contro i
manifestanti, mentre gli altri canali (come TVes, il nuovo canale
socialista del Governo che ha preso le frequenze di RCTV) trasmettevano
telenovelas o addirittura i discorsi del presidente Hugo Chavez. Dov’è
la vera informazione?
Gli agenti della Guardia Nacional e della Polizia Metropolitana non
hanno esistato a lanciare gas lacrimogeni e a sparare pallottole di
plastica contro i manifestanti con l’intento di disperderli, ferendo
purtroppo centinaia di persone. I più incoscienti, per lo più studenti,
hanno continuato a protestare dalla mattina alla sera per per un futuro
dove la libertà d’espressione sia tutelata, il tutto mentre i media
controllati dal Governo prendevano le adeguate misure di censura
preventiva.
Pedro Carreño, Ministro degli Interni, ha definito le proteste come
parte di una campagna con l’unico obiettivo di destabilizzare lo Stato
del Venezuela. Qualsiasi atto che va contro il Governo è chiaramente
definito con il termine di “golpista”, quando a comandare il paese è
proprio un golpista.
Ecco i video di “QU4RTO PODER”:
quarto.jpg <http://www.youtube.com/watch?v=QPfpyalVTjs> quarto2.jpg
<http://www.youtube.com/watch?v=rBxlrL2cOJA&mode=related&search=>
_David Puente
Il Venezuela di Chavez
Cerchi lavoro? Iscriviti al partito di Chavez, sennò gira al largo.
Cosa ne pensereste se improvvisamente su ‘La Repubblica’ apparisse un annuncio economico di questo tenore: ‘ Azienda multinazionale ricerca n. 1 impiegato tecnico. Requisiti: che conosca a memoria il progetto elettorale di Forza Italia e che sia disposto a promuoverne il credo’.
Qualcosa di così grave accade in Venezuela.
Chi vuol ottenere lavoro deve dimostrare di avere una formazione teorica sui concetti del socialismo e appoggiare apertamente il processo rivoluzionario del governo. David Puente, venezuelano che vive in Italia e milita nel partito di Italia dei Valori, mi ha fornito un ritaglio di giornale venezuelano che io propongo alla vostra attenzione per provare quanto sto dicendo.
Vi piacerebbe che succedesse in Italia? In Venezuela la meritocrazia non importa più a nessuno, conta solo il credo politico. Il governo del Venezuela è sulla buona strada per arrivare alla dittatura assoluta, quella che non tutela tutti i cittadini.
Siete ancora convinti che Chavez e l’attuale governo di Caracas siano da prendere ad esempio?
In Venezuela si uccide la libertà
http://www.caserta24ore.org/?p=1073&print=1
junio 23, 2007
ABORRIAMO LA PEDOFILIA: contro la giornata dell'orgoglio pedofilo
L'intervista a Don Fortunato Di Noto
"Servono leggi contro la propaganda pedofila"
Un fenomeno sotterraneo che cerca di emergere, uscire allo scoperto attraverso una propaganda degna delle migliori associazioni per la tutela dei diritti civili. Si appellano alle dichiarazioni universali ed eleggono il 23 giugno a giorno-simbolo del loro "orgoglio". Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione Meter, da anni in prima linea contro la pedopornografia on line, confessa che la lotta contro "l'ideologia pedofila" è ancor più ardua perché chi cerca di contrastare il fenomeno deve "fare i conti con i troppi limiti esistenti". Don di Noto, i pedofili non vogliono più nascondersi, anzi sembra che cerchino una legittimazione sociale. Come è possibile?"In realtà questa cosa dell''orgoglio pedofilo' rientra in una rete di iniziative simili o parallele ben più articolata. Sono centinaia se non migliaia le lobby pedofile che utilizzano Internet per scambiarsi dati, materiale pedopornografico, informazioni e fare propaganda, magari celebrando il giorno dell''orgoglio'. Sono anni che noi denunciamo questo fenomeno pericolosissimo che andrebbe combattuto subito". Le iniziative culturali e di sensibilizzazione che mirano a dare voce ai milioni di piccole vittime degli abusi sono tante. Ma oltre questo cosa si può fare ancora?"Il problema più grande nasce dal fatto che non esista una legge che criminalizzi la propaganda e la manifestazione di idee di questo genere. E questi si appellano alla libertà di espressione e di pensiero, citando dichiarazioni internazionali sui diritti civli. Non dimentichiamo quel gruppo di pedofili che ha tentato di partecipare alle elezioni in Olanda. Un partito, tra virgolette, che non ha avuto modo di partecipare alla tornata elettorale solo perché non è riuscita a raccogliere le firme. Organizzazioni pedofile che vivono e fanno proseliti alla luce del sole ce ne sono dovunque, in Germania, in Inghilterra, in Olanda: la legge glielo permette". In Italia la situazione però sembra diversa."In Italia la situazione è diversa. Dopo una denuncia che abbiamo fatto noi di Meter alla magistratura, proprio contro la diffusione di idee che inneggiavano alla pedofilia, una persona è stata condannata per apologia di pedofilia, o meglio ha patteggiato una pena di 2 anni e 9 mesi, e altri 9 sono ancora sotto processo. Si tratta di un gruppo di ideologi pedofili molto attivi qui in Italia". Il problema però è che spesso chi si serve di Internet lo fa attraverso siti che non hanno sede in Italia e quindi non sono perseguibili dalla nostra giustizia."Ormai le reti sono internazionali e spesso un pedofilo che agisce attraverso la Rete non lo si può contrastare proprio perché il sito ha sede in qualche stato estero. Noi di Meter dal 2005 ad oggi abbiamo segnalato circa 162mila siti pedofili e pedopornografici, solo dal 2003 al 2005 i siti sono stati 27844 e solo nel 2005 i siti segnalati alle polizie internazionali sono stati 5342. Per questo servirebbero delle iniziative internazionali ad ampio raggio, almeno a livello europeo. Anche perché le strategie messe in campo da questa gente sono sofisticatissime e come tali molto pericolose".
Ci spieghi meglio."Vede, anche il fatto che noi adesso ne stiamo parlando, anche se per creare coscenza e contrastare un fenomeno terribile, gli fa gioco. Loro sostengono che più se ne parla e quindi più gli si dà visibilità e più loro riusciranno a fare proseliti e a farsi conoscere così da ampliare la loro rete. Credo che siano importanti le fiaccolate, le raccolte di firme e così via... diciamo che è un'arma a doppio taglio".Ma parlarne è necessario per creare consapevolezza sia nelle famiglie che nei bambini."Sì, purtroppo si deve parlare di qualcosa di cui non di dovrebbe parlare".
junio 22, 2007
Familia Futura: un occhio sul mondo
Cucina caraibica:Maiale e banane, sexy ricetta per il piacere del palato e della libido
http://www.sabortropical.it/
Quanti ottimi piatti caraibici si possono fare con il frutto dell'amore, la banana, non si contanto. Questo piatto tipicamente venezuelano, dell'aria occidentale del paese, racchiude profumi e sapori di un paese pieno di sorprese.
COCHINO Y CAMBUR
La carne di maiale o di ‘cochino’ come noi diciamo, è sempre deliziosa. E’ più magra di quello che pensiamo, le braciole hanno bisogno di una buona cottura, non solo per esaltare il loro sapore, ma anche per misure igieniche. Si possono combinare a molti frutti ma con le banane assumono un gusto semi dolce dal tocco tropicale. In quest’occasione vi parlo di una ricetta che finisce con uno spettacolo alla fiamma grazie al ‘ron’ invecchiato, il rum venezuelano, quello più bevuto nei peggiori bar di Caracas.
Volete fare una bellissima figura per una cena importante e il vostro scopo è quello di non farvi dimenticare? Dovete conquistare velocemente qualcuno con lo scopo di finire la serata in maniera molto piccante? Se la risposta è ‘si’, stampate questa ricetta, mettete in pratica quel che vi dico oggi. Non è il risotto al cocco misterioso, quello col marchio ‘Cosmo’, ma vi assicuro che con questo piatto, se lo eseguite alla lettera, avrete degli ottimi risultati.
Ingredienti:
6 braciole di maiale di circa 1 ½ cm. di spessore
40gr di margarina vegetale
6 banane belle
3 bicchierini di ron Pampero
peperoncino di cayenna essiccato e in polvere
sale e pepe bianco
Preparazione:
In una bella padella (non di acciaio, attaccano tutto…le odio!) fate ammorbidire e fondere la margarina , quando sarà bella calda (non scura por favor) collocate le braciole e fatele dorare con calma da entrambi i lati, un po’ di sale, pepe e una spolveratina di peperoncino di cayenna. Una volta cotte tiratele via dalla padella e disponetele su un vassoietto (questa volta d’acciaio) a bagno maria, appoggiato sopra una pentola di acqua in ebollizione, in modo che restino calde.
Pelate le sei banane, magari concentrandovi anche un po’ sul volto estasiato di chi se ne ciberà, se avete un messaggio erotico da inviare, questo è il momento. Quando mangeranno la banana, sentendo quel sapore di incredibile bontà, inspiegabilmente si sentiranno attratti da voi e non si spiegheranno il pechè, ma avranno solo voglia di starvi accanto. Non si risponde di quello che potrebbe accadere sotto al tavolo. Un po’ di stregoneria culinaria non fa mai male, sappiatelo.
Pelate le banane, dicevo, e collocatele nella margarina che nel frattempo avrete riscaldato nuovamente sul gas, fatele dorare con attenzione, senza ‘scafazzarle’, cercando di lasciarle intere e di non provocargli antiestetici buchi con la forchetta. Toglietele con delicatezza, nel sughetto di margarina, quello di cottura, metteci un bel po’ di rum, scaldate il tutto e preparate il piatto di portata. Sulle braciole adagerete le banane componendo una forma di stella, con un cucchiaio versategli sopra il sughetto al rum e accendete la fiamma. Portate in tavola e, se Dio vi ha anche dotate di un bel culetto, ondeggiate con fare sensuale e indigeno. La serata sarà vostra!
P.S. si consiglia, per l’occasione, d’indossare un profumo a base di aroma di cocco, sarà il tocco finale per una noche de fuego.
Cosmo de La Fuente (www.cosmodelafuente.com)
junio 21, 2007
La cucina venezuelana
Il ristorante venezuelano più famoso d'Italia, è in vendita.
Vai a curiosare a: www.ristorantevenezuelano.blogspot.com
Malattie dei viaggiatori
CHAVEZ: chi non la pensa come lui...finisce male SCONTRO VENEZUELA CILE
In realtà la questione è la punta di un iceberg politico complessivo. Il Cile infatti, con Perù e Messico, potrebbe formare un asse latino-americano alternativo a quello chavista. Secondo il quotidiano di Santiago La Tercera, il primo ministro cileno Michelle Bachelet ha avuto diversi contatti con Condoleeza Rice, nel corso della Assemblea generale Onu della settimana scorsa. Inoltre la Agenzia stampa messicana Notimex ritiene che la Rice abbia chiesto alla Bachelet di candidare il Cile come competitor del Venezuela all'Onu. Sempre secondo Notimex, la soluzione cilena implicherebbe il ritiro della candidatura del Guatemala, ritenuta troppo debole. Altri paesi alternativi sarebbero l'Uruguay e la Costa Rica.La creazione di un fronte anti-dispotico nel sudamerica è all'ordine del giorno, ed è un segno (non rilevato dalla stampa internazionale) di un nuovo interventismo diplomatico degli Usa in quell'area geopolitica. Il quotidiano La Tercera definisce i rapporti tra Cile, Messico e Perù come "una sintonia strategica". Non a caso lo stesso Hugo Chavez ha duramente contestato la vittoria del presidente messicano Calderon sul candidato rivoluzionario-democratico Obrador. Il successo di Calderon infatti provoca pesanti problemi all'egemonismo continentale del Venezuela. Chavez sa bene che da solo non potrà esportare la sua marcia su Caracas in altri paesi americani. Dal momento che gli è necessaria l'amicizia di leader meno imbarazzanti di Castro e Morelos, continua a tessere una vasta rete di alleanze, ma anche in altri continenti non trova di meglio. I governi totalitari e mafiosi sono molti, tanto da essere la voce che domina la assemblea dell'Onu, tuttavia proprio in conseguenza delle sue amicizie, Chavez comincia ad essere snobbato anche dai governi socialdemocratici, e in sudamerica non tutti considerano positiva l'esperienza "rivoluzionaria" dei cocaleros boliviani e delle Farc in Colombia.
Proprio in ragione di questo duro scontro, si può affermare che l'equilibrio della politica latino-americana si gioca proprio a Santiago.Nel Palazzo della Moneda risiede un governo socialista che, in quanto tale, si trova perennemente al guado tra socialdemocrazia e caos rivoluzionario. In questi giorni gli studenti e le forti corporazioni dei sindacati e degli insegnanti cileni hanno indetto nuovi scioperi e manifestazioni contro la Bachelet. Il Cile finora si era schierato a favore della candidatura di Chavez, in ossequio a un vetero internazionalismo da komintern. Tuttavia il violento intervento del "generalissimo" venezuelano al Palazzo di vetro, unito alla forte opposizione interna della DC, hanno fatto saltare l'automatismo di questa opzione, che ora viene riconsiderata anche da molti socialisti. La possibile espulsione dell'ambasciatore venezuelano è il segno di questo cambiamento.Di conseguenza il governo cileno sta vagliando l'ipotesi di astenersi nella prossima votazione alla Assemblea Onu, mentre non resta esclusa la ventilata proposta della Rice, che propone la candidatura del Cile come rappresentante sudamericano, in alternativa al Venezuela.
Dì la tua: Radio Caracas Tv vittima dello Stato
David Puente IDV scrive:
E’ un vero e proprio oscuramento, una chiusura, in particolare la possibilità di trasmettere via cavo non si è ancora risolta, dovuta anche ad una serie di ostacoli che RCTV incontra nel suo cammino.Per ora il canale sta negoziando con Direct TV (satellite) e Net Uno (via cavo) e da settimana scorsa trasmette su Caracol e RCN (canali colombiani) con la speranza di uscire un giorno da questa brutta situazione. Inoltre il canale sta lottando contro la decisione di confisca della strumentazione per trasmettere via antenna.
Almeno la rete internet non è oscurata e le trasmissioni nel paese continuano su youtube: el observador en linea
Per quanto riguarda le proteste nei giorni dell’oscuramento è un falso dire che la polizia non era armata. Le prove le fornisce un fotografo venezuelano pubblicando le foto su Flickr: foto0 - foto1 - foto2 - foto3 - foto4
Continuano anche le proteste degli studenti, i quali non hanno ancora ricevuto il permesso di marciare in piazza Caracas a Caracas. Privilegio lasciato solo alle manifestazioni pro-Chavez. Le proteste non vanno solo per l’oscuramento del canale televisivo, ma anche per la possibilità del Governo di entrare nelle università cambiandone nomi e prendendone il controllo. Le Università venezuelane sono indipendenti politicamente, e hanno libertà di organizzazione propria nonostante siano pubbliche. La preoccupazione degli studenti sarebbe ritrovarsi delle università di parte, e quindi un controllo sull’educazione per i futuri venezuelani. Immaginate l’Università delle Ande che cambia nome in “Università Bolivariana Andina”….
Di fatti la nuova legge sull’educazione spaventa non poco, dato che i primi ad voler essere cambiati sono i docenti di storia e di educazione civica (Formación Ciudadana). Per Libertad Velasco, membro della commissione, l’attuale modello educativo riempirebbe gli studenti di conoscenze che non servono per la vita, mentre il nuovo risponderà ai principi della Costituzione bolivariana, riflettendo cosi l’indentità nazionale rivendicando l’idea bolivariana.
junio 20, 2007
Dì la tua: l'Italia rischia di diventare un cumulo di macerie
Giugno 2007 il Ministro dei Beni Culturali (D.S.) da e poi ritira patrocinio a mostra blasfema che si doveva tenere a Bologna;
Giugno 2006 Sindaco di Palma (D.S.) nega patrocinio a convegno sulla Famiglia Cristiana
sentiamo il dovere morale di urlare tutto il nostro ORRORE di fronte a quanto accaduto ed a quanto di ancor più grave poteva accadere.
Il Ministero guidato dall’On. Melandri, ha pensato bene di patrocinare una mostra, che si doveva tenere a Bologna, dal titolo che per disgusto e mortificazione non vogliamo nemmeno riportare. Dopo le feroci critiche il patrocinio è stato ritirato.
È inutile che il Ministro sostenga che il patrocinio era gratuito, non importa!
Si è rischiato di apporre il simbolo della Repubblica Italiana, su un’iniziativa che offende credenti e non credenti, offende la Madre di Dio, La Nostra Vergine Maria.
Vorremmo capire con quale leggerezza sono vagliati i progetti al Ministero?
Vorremmo capire, ma orami è utopia, lo stato di confusione culturale e morale in cui versa l’Unione?
E pensare che in questa stessa Italia, in Sicilia, a Palma di Montechiaro, circa un anno fa, il Sindaco della città del Gattopardo, compagno di partito del Ministro on. Giovanna Melandri, ha negato ad un’associazione locale il PATROCINIO, anch’esso GRATUITO, per un convegno dal titolo "L'AVVENIRE DELL'UMANITÀ PASSA ATTRAVERSO LA FAMIGLIA"…
Siamo di fronte all’assurdo, offendere la Madonna, la Religione Cristiana è concesso ed addirittura si può rischiare di avere il patrocinio da parte di un Ministero della nostra Repubblica, difendere la famiglia, e i valori cristiani, attraverso un convegno che ha per titolo una frase del defunto Santo Padre Papa Giovani Paolo II, non si riceve il patrocinio del Sindaco di un comune della nostra Italia.
Ci chiediamo come ciò possa accadere?
Ci chiediamo come chi si professa Cristiano, o laico di buon senso, possa ancora convivere in questa coalizione di centro sinistra, in questo governo, che ha come unico progetto politico la distruzione di quei valori assoluti ed eterni che sono il fondamento di ogni società sana.
Con la speranza che questa armata brancaleone vada presto a casa ed arrechi meno danno possibile alla nostra Patria.
Il Coordinatore Cittadino Giovanile
Stefano Castellino
Nota di agenzia:
junio 19, 2007
Dì la tua: Basta benefit per i politici
David Puente dei Giovani di 'Italia dei Valori' dice
E’ ora di dare un contributo alla causa! Pensate un po’, per chiedere che la proposta di legge contro i privilegi della politica sia esaminata in parlamento bisogna fare addirittura una petizione! Non vogliono perdere i loro privilegi, non vogliono mollare le loro tanto attese pensioni, non vogliono perdere la sicura possibilità di essere eletti!
E’ ora di dare una mano e firmare la petizione, ma quali sono i punti cruciali di questa proposta di legge?
1) Riforma delle pensioni dei parlamentari. Il nuovo regime aumenta gli anni per accedere alla pensione e ne riduce l’importo Per ottenere il diritto alla pensione un parlamentare dovrà aver fatto almeno 10 anni di parlamento ed otterrà un vitalizio pari al 25% dello stipendio percepito.
2) Eliminazione dei benefit per i parlamentari. I parlamentari non avranno più diritto a tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea, né al rimborso delle spese telefoniche. Per tutte le voci classificate come rimborso spese in generale, che attualmente sono attribuite in forma forfetaria, saranno rimborsate solo su richiesta corredata dai giustificativi fiscali che testimoniano l’importo e la finalità della spesa sostenuta.
3) Pubblicità e trasparenza dei bilanci. I bilanci di Camera, Senato, Quirinale, ma anche di Corte Costituzionale e Cnel dovranno essere pubblici e accessibili a tutti i cittadini.
4) Niente privilegi per chi cessa dal mandato. I Presidenti di Camera, Senato e della Corte Costituzionale cessando dalla carica non hanno più diritto ai benefit attualmente previsti (auto blu, segreteria, uffici e indennità).
5) Governo più snello con meno ministri. Si stabilisce che il numero totale di ministri di cui si compone il governo non può essere superiore a 17, i membri dell’intero governo, compresi vice ministri e sottosegretari non possono essere più di 72 (attualmente sono 102).
6) Abolizione dei contributi pubblici a tutta l’editoria di partito.
Questa è la proposta di legge n° 2643 dei deputati Borghesi, Palomba, Donadi, Mura, Costantini dell’IDV! E’ un primo passo per portare avanti la nostra campagna contro gli sprechi! Bisogna eliminare l’equazione “politico=soldi” e sostituirla definitivamente con “politico=dovere verso i cittadini”.
Pensate che questa legge non passerà in Parlamento? Vi invito a non lasciar perdere! Diamo un forte segno a questa politica e diamoci da fare!
junio 13, 2007
AMNESTY INTERNATIONAL la lettera, il comunicato e l'articolo
La nostra protesta é a favore della libertá di espressione,dei diritti umani e in appoggio a gli studenti venezuelani che continuano a protestare pacificamente per la libertá di espressione.
Al suddetto canale non è stata rinnovata la licenza il 27 maggio 2007, dopo che l'attuale governo aveva annunciato il non rinnovo della stessa nel dicembre 2006. Come se non bastasse, gli apparecchi e mezzi di trasmissione del canale sono stati confiscati per consentire la trasmissione di un nuovo canale dello stato (TVES).
La manifestazione avrà luogo a Roma (domenica 17, in Piazza del Colosseo, dalle 15:30 alle 18:00) e a Milano (domenica 17 in Piazza Duca d'Aosta, di fronte alla Stazione Centrale, dalle 15:30 alle 18:00). Ad essa parteciperanno giovani studenti venezuelani ed italiani, ma ci auguriamo che partecipino tutti coloro che credono che la libertà di espressione e la difesa dei diritti umani siano valori imprescindibili di tutti i cittadini, indipendentemente dalle convinzioni politiche.
Ci vestiremo di nero in segno di lutto della libertá di espressione, portate i vostri striscioni (non devono avere nessun tipo di vicinanza politica) e bandiere del Venezuela.
AMNESTY INTERNATIONAL
Roma.- 13 Giugno 2007
(La lettera viene momentaneamente occultata per effettuare la consegna ufficiale. Ripubblicheremo al più presto. Per info scrivere alla mail della redazione)
Questo racconto è per tiranni insonni e si basa sulla storia del movimento studentesco serbo Otport (Resistenza) che è riuscito a mobilizzare il popolo e sconfiggere il tiranno Slodoban Milosevic in Yugoslavia nell’anno 2000. Questa storia non lascia dormire in pace nemmeno Hugo Chavez.
La prima notte si avvicinano e prendono un fiore dal nostro giardino, non diciamo nulla. La seconda notte non si nascondono nemmeno e pestano tutti i fiori, uccidono il nostro cane. Anche questa volta non diciamo nulla. Un altro giorno, però, uno di loro, da solo, entra in casa nostra e ci ruba la luna e, conscio del fatto che siamo terrorizzati, ci strappa la voce e la gola. Siccome non abbiamo detto mai nulla ora siamo perduti, non potremo mai più parlare. ‘Vladimir Maiakovski, poeta russo che, nel 1930, lo sapeva bene quando si suicidò con un colpo d’arma da fuoco perchè si rese conto che non c’era nemmeno un uomo libero nel socialismo sovietico. La nuova forma di schiavitù si chiamava ‘pensiero’. Ma torniamo alla nostra storiella per vessatori che non riescono a prendere sonno.
Il tiranno governava già da otto anni. Il suo partito comunista si assicurava di lustrare il trono con la sbavante adesione di chi non aveva dignità. I cittadini che si definivano apolitici rimanevano inermi davanti alla forza totalitaria che occupava tutti gli spazi pubblici. Da molto tempo non credevano nei politici e nemmeno nei partiti. Accettavano silenziosi il tiranno perché, se lui non c’era…chi poteva esserci? Chi può avere la forza di affrontarlo? Il regime fabbricava morte, esiliati, rifugiati, carcerati politici. Continuava ad essere rieletto perché il tiranno era una burla alla democrazia.
Lo scontento, però, si respirava nell’aria del popolo infelice. Un gruppo di ragazzi decise di alzare l’animo della gente e con le loro bianche mani cominciarono a urlare: ‘Libertà!” per le strade della capitale, negli angoli dei popoli, nei paesini sperduti. Non erano moltissimi ma erano audaci e speranzosi. Poco per volta aumentarono di numero, altri studenti si unirono al gruppo della Resistenza. Il simbolo del pugno a forma di fiore cominciò ad apparire sui muri, sulle porte, sui vagoni, sulle panchine, sui cestini dell’immondizia, sui posters. Tutta la nazione ormai conosceva il simbolo e, poco per volta, venne a sapere che si trattava di giovani studenti che nulla avevano a che fare con i partiti politici, desideravano soltanto un paese libero e lo chiedevano con un sorriso.
Il malcontento e la rabbia crescevano e i giovani continuavano a parlarne nelle piazze. Quello che era iniziato come una semplice protesta divenne un movimento d’incazzatura nazionale contro un regime oppressore. Il ministro delle comunicazioni li accusò di resistenza fascista e di terrorismo. Si segnalavano persone e studenti dall’aspetto mite e li si ricercavano come terroristi. Ma la gente si rendeva conto di quanto fosse ridicolo quel ministro che accusava di terrorismo dei giovani studenti pacifici.
Il regime cominciava a disperarsi e fece una serie di arresti. La gente si radunava davanti alle carceri, in migliaia e costringeva quel regime a liberare gli innocenti. Il tiranno sapeva che sopravvivendo la libera informazione non aveva speranze. Decise così di chiudere le ultime tv e gli ultimi giornali liberi. La gente, allora, si scocciò e cominciò ad andare in strada, come fantasmi, per ricordare all’infame che uno solo non poteva farcela contro molti. La polizia, allora, cominciò a buttare lacrimogeni e, così facendo, ottenne che lo scontento aumentasse e che la gente passasse, sempre di più, all’opposizione.
La ‘resistenza’ divenne eterogenea: ricchi, poveri, bianchi e neri tutti insieme, tutte le religioni, tutte le etnie, perché la libertà veniva negata a tutti indistintamente. Tutti si diedero la mano : ‘o la va o la spacca’ pensarono. Tra di loro scelsero un leader, uno di un piccolo e dimenticato partito di provincia e lo nominarono candidato presidenziale, non aveva esperienza politica ma iniziò a parlare di diritti umani e di libertà.
Al tiranno non importa quanto dolore e danno causa al suo popolo. A lui interessa soltanto restare al potere. La gente della storia si fidò dei giovani, i quali riuscivano ad aprire gli occhi di tutti. Il tiranno, spaventato, uscì di casa e fece in modo che si anticipassero le elezioni in modo che il suo nemico, il popolo, non potesse organizzarsi. Pensava di essere eletto ancora rubando le elezioni. La televisione dava voce soltanto a lui, lo davano vincitore ma le previsioni e le statistiche private lo davano perdente.
La resistenza e i piccoli motori politici si rifugiavano nelle tv e radio indipendenti, quelle piccole, facevano campagna elettorale faccia a faccia. Tutti sapevano che il dittatore era finito. Voleva fregarli ancora ma gli occhi del mondo erano puntati su quelle elezioni, questa volta realmente, tutti erano al corrente dei brogli passati. Impossibilitato a mentire a così tante persone, il tiranno, dovette riconoscere la sconfitta.
Il popolo vinse gridando: ‘abbiamo vinto perché amiamo la vita e la vita non può sconfiggerci’. Il dittatore restò nel Paese come se niente fosse accaduto, intimorendo la gente con le sue minacce di ritorno al potere. Nove mesi dopo venne condannato, però, dal tribunale Penale dell’Haya, accusato di crimini contro l’umanità. Morì d’infarto senza nemmeno dare al suo popolo la soddisfazione di vederlo soffrire.
Questo racconto per tiranni insonni deve far pensare . Come nei films e nelle saghe la storia continua e…state a vedere che la seconda parte, quella conclusiva in cui il tiranno viene annientato, avrà come scenario gli stupendi paesaggi di un paese tropicale il cui nome ricorda la città di Venezia.
Cosmo de La Fuente
junio 10, 2007
Scatta il Toto Ministro e il web impazzisce
Chantall in lacrime!
junio 08, 2007
Smantellata cellula terrorismo islamico
Le indagini su Maddie sarebbero a una svolta
Un uomo telefona ai genitori e dice: "So dove si trova".
Potrebbero essere ad una svolta le indagini sul caso di Madeleine McCann, la bambina inglese di quattro anni rapita nel sud del Portogallo lo scorso 3 maggio. La polizia ha informato i genitori di aver ricevuto "una telefonata credibile" da un uomo che sostiene di sapere che cosa sia successo a loro figlia. Lo scrive il quotidiano Times nella sua edizione online. A Kate e Gerry McCann è stato chiesto di prepararsi a parlare all'uomo dopo che questi ha detto agli agenti che voleva incontrarli. I genitori speravano che la telefonata rappresentasse la svolta per cui pregano da cinque settimane, da quando la piccola è scomparsa dal resort dell'Algarve in cui stavano trascorrendo una vacanza.
junio 07, 2007
VENEZUELANI IN ITALIA
Somos un grupo de venezolanos, residentes en Italia. Con la presente queremos representar y dar voz a nuestras ideas, gritar que no estamos de acuerdo con lo que esta pasando en Venezuela tramite la formaciòn de un grupo aun mas extendido, mas solido de personas (venezolanos/as, latinoamericanos/as, italianos/as, y otras/os), con el objetivo de crear una manifestacion contra la prohibiciòn de la libertad de expresion y la extinciòn de los derechos humanos. Estamos totalmente abiertos a recibir otros tipo de inciativas propuestas pos ustedes; asi mismo incluirnos en inciativas ya existentes y reales en el panorama italo-venezolano.
Creemos fielmente que aqui no se trata de el simple cierre de un canal televisivo (al cual todos estimamos, y apoyamos); va màs alla de eso: estan tratando de quitarnos los medios de comunicaciòn de masas con los cuales divulgamos y exprimimos normalmente nuestras ideas, y como todos bien saben cuando salimos a las calles venimos reprimidos mediantes perdigones, bombas lacrimogenas y aun mas triste por balas y otros medios de represion que anulan totalmente los derechos humanos de cada individuo. Creemos que con la violencia fisica no se puede llegar a ninguna soluciòn viable y que la educaciòn y la perseverancia son las principales armas de defensa de nuestro pueblo.
No a la indiferencia, no nos podemos quedar con las manos cruzadas, nuestra posiciòn es dificil ya que no estamos fisicamente presente, pero queremos hacer llegar a los medios de comunicaciòn italianos nuestra opiniòn, mediante nuestras vivencias y nuestra cultura. Hay una grave ignorancia en nuestra sociedad; se cree que el comunismo italiano y el comunismo venezolano son la misma cosa, y se equivocan, son dos conceptos totalmente divergentes, en latinoamerica, y principalmente en Venezuela reina un caudillismo, que se reconoce a lo lejos en un filo-castrismo. No queremos ser reprimidos!! La unica forma es manifestar y usar nuestros intelectos para hacer llegar una correcta informaciòn tramite distintos elementos multimediales y mediante nuestra voz. No paremos de aferrarnos a la verdad...
Esperamos sus adesiones; no sabemos aun la fecha precisa de la manifestaciòn, estimamos que serà la semana que viene, porque queremos pedir permiso a los respectivos ordenes judiciales para efectuar nuestras manifestaciòn pacifica sin ningun problema, y para poder contar con distintos periodistas italianos que den voz a nuestras opiniones, a lo que esta pasando. Lo que pediremos a dichos medios de comunicaciòn serà una mayor atenciòn hacia la situaciòn actual en Venezuela, y lo que pedimos a ustedes, es la presencia y el apoyo para esta iniciativa; les pedimos que si quieren aderir y luchar con nosotros, por la gente venezolana, pos sus familiare y amigos nos respondan esta mail y/o nos agreguen al contacto msn indicado a continuaciòn. Esperamos sus respuestas, sus opiniones y todo lo que nos quieran comunicar.
Gracias por su atenciòn y su apoyo...
...por una venezuela libre y segura... corre la voz y mandanos contactos...
gracias
La vera rivoluzione è quella che la gente sta combattendo contro il regime di Chavez, non quella che il dittatore vuol mostrare al mondo come se fosse la ‘revolución’ del popolo, la rivoluzione bolivariana. La protesta è per le strade di Caracas, l’ultima, circa 300.000 persone, non è stata nemmeno citata in tv, non esiste più RCTV, mentre quella finta organizzata e pagata dal governo, di poche migliaia di individui venduti per 25 dollari a testa, è stata ampiamente descritta nei tg del governo.
Una marea di persone per far capire a chi, troppo distratto da notizie fuorvianti, che il guerrafondaio e despota, oltre ad aver cancellato la possibilità d’espressione di chi non condivide il suo pensiero, sta portando il paese alla deriva. Tra qualche anno, se glielo si lascerà fare, ridurrà il paese in uno stato di estrema ignoranza, situazione ideale per poter rimanere al comando fino alla morte. Il metodo ricorda un po’ quello di Saddam Hussein, ma, senza andare troppo lontano, quello del suo maestro Fidel Castro.
Mi spaventa che ci sia ancora chi continua a difendere questo pazzo, gente che si dichiara del popolo e non si rende conto del male che sta facendo proprio alla povera gente, la quale, oltre ad essere privata di qualsiasi benessere economico, gli viene ora negata la libertà di parola e di pensiero.
Resta una guerra del sale, pacifica, atta a dimostrare che il fuoco della libertà non potrà mai essere spento dalla follia di un governo militare. Occorre aiutare il Venezuela a liberarsi, ancora una volta, da chi, possedendo il petrolio di tutti, sta stravolgendo la vita di una nazione. E’ importante adesso dare il giusto valore alle cose, non si tratta di credo politico, non esiste più comunismo, fascismo o altro, adesso si parla di democrazia assente, di libertà di parola negata.
Le elezioni venezuelane sono state alquanto sospette se si pensa a quanta gente sta contestando questo governo, il 62% che tanto vantano è stato ottenuto aumentando la popolazione votante a proprio piacimento:musulmani invitati, cubani ospiti e partecipazioni speciali, oltre ai naturali brogli abituali e tipici del Venezuela.
In realtà non c’è stata nessuna sorveglianza e i tanto pubblicizzati inviati si sono lasciati convincere a stare alla larga, senza contare che la gente votante era cosciente dell’esistenza di un ‘capta impronte’ che non rendeva anonima la scelta, e c’è da crederci perchè in Venezuela ci sono le proprie impronte anche sulla carta d’identità. Questo è il Paese di Chavez e si spera che qualcosa o qualcuno possa cambiare questa situazione che rischia di implodere e di danneggiarci in maniera irreversibile.
Secondo me bisogna andarci cauti ad esaltare Hugo Chavez Frias, è facile fare la figura da ignoranti o dimostrare di essere in malafede e, in entrambi casi, apparire inaffidabili. Ora che il mondo sta per liberarsi di Fidel Castro ci rimarrà, chissà per quanti anni ancora, il suo discepolo migliore, l’imperatore del Venezuela Hugo Chavez.
Ancora una considerazione
Il Venezuela, un po’ come succede in Italia, per alcuni anni ha avuto due facce. Dopo 44 anni dalla caduta di Marcos Perez Jimenez, il dittatore contestato da tutte le classi sociali, il 23 di gennaio di quest’anno, nell’anniversario, hanno marciato le due facce del Venezuela. Un gruppo dell’opposizione, contro la dittatura chavista e a favore della democrazia e l’altro che stava con il governo.
La Chiesa, che si è sentita profanata dagli attacchi di Hugo Chavez, ha visto le due marce come una lotta tra fratelli. Causa della guerra tra Caino e Abele è stato il despota.
Questo accadeva a gennaio, oggi il popolo di dimostranti, di pacifici ma decisi venezuelani che si opongono alla dittatura di Chavez è aumentato considerevolmente, tanto da far impallidire, come detto, la finta marcia a favore del governo. Il rifiuto a Chavez, visto in percentuali, è cresciuto del 75%, ogni giorno che trascorre si esaurisce di più l’ossigeno che alimenta il tiranni e le pentole, i coperchi, gli arnesi che in venezuelani usano per far rumore e rendere pubblico il loro malessere, stanno assordando tutti. C’è chi dice che questo è l’inizio della fine della rivoluzione chavista, ma altri, compreso me, pensano che il tono usato da questo mostro è una scorciatoia verso una dittatura della peggiore specie. L’aveva detto anche il ministro della Difesa, amico del rais, José Vicente Ranger: “la lotta sarà cruenta e non ci lasceremo togliere il governo”.
Difficile pensare al Venezuela come un paese che potrà tornare a godere di una democrazia senza spargimento di sangue e senza dolore per la gente. In questi giorni qualcosa sta maturando, la preoccupazione è tangibile e il malcontento non si può certo contenere in un barattolo sotto vuoto, la gente venezuelana è paziente, non agisce subito, ma, quando arriva al limite della sopportazione, in altre occasioni ha dimostrato di non lasciarsi intimorire da niente. Spero con il cuore che si tratti ancora di ‘marce del sale’ allo stile di Gandhi, ma temo che le voci che si sentono in Venezuela, si basino su decisioni diverse che ancora non ci è dato conoscere completamente.
Non parlo da ricco italo venezuelano come qualcuno, afflitto dalle solite fette di salame e dalla tipica invidia di chi non ha argomenti, ha detto. Non sono ricco e, sinceramente, non mi interessa esserlo, amo il paese dove sono nato e cresciuto, amo la razza con la quale ho convissuto e, se permettete, mi fa male osservare il cambiamento del carattere dei venezuelani. Malgrado la povertà di molti, il sorriso era sempre presente, oggi, la mancanza di libertà e il terrore del futuro, hanno cancellato anche quello. Chavez non c’entra niente con Simon Bolivar, mi spiace per lui. La rivoluzione è quella che porta alla libertà non all’oppressione.
Viva Venezuela mi patria querida, quien la libertó mi hermano fue Simón Bolivar
Venezuela maestra per l'Italia
junio 06, 2007
Chavez el tirano
junio 05, 2007
Gravina di Puglia: scoviamo i mostri
Chavez il tiranno: dal 2009 nessuno uscirà dal paese e altre news
News da Media Contact
www.lavocedifiore.org (IMMINENTE)
Per non dimenticare il popolo venezuelano vittima della dittatura di Chavez ti invitiamo a visionare le foto nei post precedenti.
A proposito delle minacce arrivate dalla Nilop, Cosmo ha commentato così:
Imperatore Hugo Chavez
Punto Informatico
04 June 2007 00:00
Roma - I reporter di RCTV, l'emittente a cui il governo venezuelano non ha rinnovato la licenza e che è al centro delle tensioni che hanno investito il paese in queste settimane, non demordono e hanno deciso di proseguire almeno una parte delle proprie attività attraverso YouTube.
junio 04, 2007
Venezuela libre. Para todos los Venezolanos del mundo - Per tutti i venezuelani del mondo
VENEZUELA LIBERA DAL REGIME DI HUGO CHAVEZ
Vittime dei dittatori
Quando percorri di notte la ‘autopista del este’, quella che dal porto di La Guaira e dall’aeroporto di Maiquetia ti collega al centro di Caracas, lo spettacolo è affascinante. Le colline sono illuminate da centinaia, migliaia di piccoli punti luce, come se un’infinità di stelle, non trovando spazio in cielo, si fosse adagiata sulla terra. L’effetto è quello di un presepio perenne. Le ombre della notte rendono tutto magico. Alle prime luci dell’alba, però, l’effetto cambia, quello che la sera precedente si presentava come una meravigliosa scena surreale altro non è che il mal di vivere di molti esseri umani. Rispetto ad alcuni anni fa, le aree povere nei dintorni di Caracas si sono estese a vista d’occhio.
Chiunque arrivi in Venezuela in questo momento potrà rendersi conto che la iper pubblicizzata rivoluzione bolivariana è solo un pantomima organizzata dal regime. I rivoluzionari del 2000 adoperano i soldi, quelli del popolo, viaggiando e servendosi dell’aeroporto civile con una frequenza degna di vip dei paesi industrialmente evoluti. il Venezuela, intanto, si trasforma in un mondezzaio, colpito da una debolezza strutturale che dovrebbe far arrossire chi è incaricato all’amministrazione di questo paese. La rete viaria è diventata il simbolo del peggiore disastro dell’ingegneria civile dei nostri tempi. L’inefficiente governo, in nome di un devastante cambiamento sociale, per contro regala le proprie ricchezze alle nazioni vicine. L’intento è quello di consolidare una leadership mondiale che in fondo non interessa a nessun venezuelano. Il capo e i suoi accoliti viaggiano e sperperano milioni di dollari , regalano il tesoro nazionale ai falsi filocomunisti latinoamericani, mentre in casa tutto va in frantumi. Il disagio non riguarda solo alcune zone isolate come ‘El Guarataro’, dove le baracche rotolano a valle insieme alle piogge e al fango; il cancerogeno sfacelo ha raggiunto tutte le zone. Sempre più spesso vedi persone che si alimentano dai sacchi dell’immondizia. Lo vedi a Caracas, a Porlamar, a Maracay, ovunque.
Le linee aeree hanno ridotto i voli a causa dei troppi problemi di trasferimento dei passeggeri; gli autotrasportatori si lamentano per il pessimo stato della strada La Guaira Caracas e temono di essere coinvolti in rapine. La gente scende dalle favelas, come zombi,va in strada alla disperata ricerca di portafogli, gioielli e calzature di ignari turisti e passanti.
Scarseggiano gli alimenti, non si trovano facilmente i medicinali; si respira lo sconforto di chi vive nell’incertezza e nell’incubo. Il caos regna sovrano. La cubanizzazione è alle porte. Com’è accaduto a Cuba, anche quella venezuelana diventerà una società isolata, arretrata, disinformata, dove le libertà sono state cancellate da un unico individuo che non permette al suo popolo di parlare e di godere dei meravigliosi diritti che hanno conquistato le società democratiche e civili.
“El jefe” vive con i suoi fantasmi, in attesa che la sua illegittima ‘assemblea nazionale’ continui a inventare leggi utili al suo malgoverno artigiano dell’oppressione. Sul volto della gente non c’è più il sorriso di un tempo e la cosa più triste è vedere i bambini che crescono in questo clima di superbia.
Il 23 gennaio di 47 anni fa cadeva la dittatura di Marcos Perez Jimenez, ma siamo nuovamente in assolutismo con Hugo Chavez che, addirittura, esprime simpatia e offre amicizia all’Iran. Il tenente colonnello dittatore, in passato accusato di ammutinamento contro il legittimo governo che aveva promesso di difendere, dovrebbe tornare in galera per finire di scontare quella pena rimasta in sospeso quando l’allora presidente Caldera l’aveva rimesso in libertà. . Non dovrebbe gestire e vessare un paese privandolo dei diritti civili. Se il nostro presidente fosse leggermente più colto saprebbe cos’hanno portato all’America latina gli altri regimi militari. Basti pensare al Perù, dove la dittatura militare, del generale Juan Velasco Alvarado (1968 – 1980), artefice di quello che lui si propone di fare in Venezuela, ha lasciato un paese in rovina, privo di istituzioni, impoverito fino alle ossa e sede di un esercito corrotto. Le sorti del Perù non importavamo molto alle comunità internazionali, il Venezuela di oggi, invece, è molto importante per via dei giacimenti di petrolio. E’ più che scontato che gli organismi finanziari internazionali se ne occupino per pretendere un minimo di buonsenso. Viviamo in un mondo condominio dove la parete di casa mia è la stessa parete di casa tua, è importantissima la cooperazione tra paesi.
Se camminando per strada c’imbattessimo in un moribondo qualcosa ci spingerebbe a prestargli aiuto, diversamente potremmo essere accusati d’omissione di soccorso. Il Venezuela ha bisogno d’aiuto. Siamo stufi di demagogia, non condividiamo il pensiero di Chavez che se oggi sorride a chi nega l’orrore dell’olocausto, domani potrebbe diventare alleato del terrorismo. Siamo affamati anche di giustizia, siamo cristiani e cattolici e ci si conceda almeno il diritto di dissociarci da chi, mostrando il crocifisso in televisione allo stesso tempo elogia chi nega fatti e crimini a danno dell’umanità. Com’è difficile collocarsi in questo panorama politico, dove non ti senti rappresentato da nessun colore.
Aspettiamo con ansia una corrente politica che si occupi moltissimo dei bambini sventolando una bandiera simbolo di un domani più sereno per i bambini dei nostri tempi. Non solo in Venezuela.
Cosmo de La Fuente
Anche Chavez nel 1994 è uscito di galera grazie ad un indulto, non tutti sanno che il presidente dittatore del Venezuela è un ex golpista. Ora vediamo dove è arrivato e cosa sta facendo passare al paese. In Italia non pochi sostenitori di sinistra appoggiano l’operato di questo pazzo dittatore che non tiene assolutamente conto dello scontento del paese, per lui la democrazia è solo fantasia. Non è che per caso si vuol portare anche l’Italia ad essere un paese totalmente antidemocratico? Non mi interessano molto le posizioni politiche ma credo che se si parla di libertà non si può stare a guardare. E’ necessario che si cambi qualcosa.
Genova, Torino, Milano, Roma, e altre città italiane sono vittime di un crescendo della delinquenza dei clandestini che in Italia trovano il loro habitat.
Il malcontento dilaga è inutile nascondere il sole con un dito.
DENUNCIAMOS - ATAQUE Y SABOTEO DELINCUENTE
Apreciados amigos de RadioNeXX.com, un abrazo cordial.
Este es el ejemplo más palpable del “respeto” que el represivo gobierno venezolano, sus colaboradores y adeptos tienen por la propiedad privada, incluso la internacional, la que no les corresponde ultrajar ni por casualidad… Combatir las ideas con acciones destructivas, bajo todo concepto es delito, y la Ley internacional debe hacer su parte. Con estas acciones en contra de una propiedad privada, luchadora, tenaz, queda evidenciada la orientación delictiva y complaciente de los oficialitas venezolanos. El cinismo, la indolencia y el compromiso de sangre con la tiranía que expone este sistema, esta desnudo al mundo. Nosotros estamos y seguiremos llevando la VOZ DE LA LIBERTAD VENEZOLANA AL MUNDO en la voz de todos los que nos llaman y escriben..
Al revisar nuestros servidores el día de ayer, encontramos una serie de ataques masivos, los cuales simplemente nos redujeron la posibilidad de transmisión a un 25% de lo original. Varios de esos ataques vienen incluso producidos por hackers localizados aquí en Miami. “Gobierno pagando delincuentes”…
Por otra parte, una empresa venezolana que se llama NET1, decidió de forma unilateral, sin aviso, e irrespetando un contrato de servicio firmado con nosotros a través de su filial en Miami, interrumpir el servicio de teléfono local que teníamos contratado con ellos. Esto por orden expresa de CANTV, y con la solicitud expresa de personeros afectos al “proceso”.
Estas decisiones tomadas por, o con presión de, el gobierno bolivariano de Venezuela, son un inmenso ataque a la libertad de un medio que desde el extranjero, trata de forma voluntaria, privada y tenaz, de ayudar a la reconstrucción del hilo democrático en nuestro país, junto con informar la situación en las calles venezolanas. Los muertos que se produzcan en nuestro país por desinformación y falta de asistencia, deberá pesar en las mentes y en las historias de las empresas y entes hincados ante un régimen que sin lugar a dudas esta terminando de apagar la luz de nuestra patria.
El ataque fue masivo, y estamos trabajando duro para restablecer todas las vías de contacto. Hemos tenido que hacer inversión en compra de servidores, pero nuestra lucha no va a parar y mucho menos a fracasar. Por nuestra gente, Patria y Libertad ...