marzo 21, 2007

La vera 'revoluciòn' non è quella di Chavez


Da che mondo è mondo i rivoluzionari hanno sempre lottato per le stesse cause: uguaglianza e lotta contro il razzismo e gli abusi di potere. Emiliano Zapata, per esempio, ha lottato fino a morirne, per la sua classe contadina. Una voce del popolo che nei primi anni del novecento scaldava i cuori dei messicani. Simòn Bolivar ha usato la sua vita contro la colonizzazione spagnola e la schiavitù nell’America latina e il grande ‘Che’ è stato uno dei massimi esponenti della rivoluzione in favore dell’uguaglianza. Credo tutti siano d’accordo con me se a questo punto sorga spontanea una domanda, e cioè: ‘cos’ha a che fare, Hugo Chavez, attuale presidente dittatore del Venezuela, con la definizione di rivoluzionario del popolo?’.
La cosa più preoccupante è che in Italia alcuni fingono di non saperlo, lo citano come esempio. Un crudele dittatore quale si dimostra essere il capo del Venezuela e, se non credete alle mie parole, sarà facile per voi constatarlo. Non fidatevi di quello che narra la stampa, domandatelo alla gente.
Estenuanti “cadenas”, ore di comizi televisivi dove farfuglia accuse all’America, ai latifondisti e minaccia i suoi oppositori senza neppure curarsi di nasconderlo. Ha deciso di espropriare terre, non la sua, quella degli altri. In Italia sono in molti ad avere anche una casa al mare, molte famiglie operaie, beh el señor ve la toglierebbe perché non è quella dove vivete tutto l’anno. Le comodità sono riservate a lui e alle sue amanti.
Se, durante i suoi teatrali comizi, qualcuno prende il coraggio a due mani e urla: ‘Vattene!’, el jefe va su tutte le furie e, è già successo, se riesce ad individuare chi è stato, lo apostrofa con insulti, quando è una persona di colore lo chiama ‘negro’, intimandogli di stare zitto e dicendogli che ormai ha visto la sua faccia e chiede ai suoi scagnozzi di scoprire quale sia il suo nome. Tutto questo urlando come un affilacoltelli.
Ci sono le prove in Mp3, un filmato trasmesso dalla televisione latina di miami, ‘Grado 33’ libera di parlare. Dell’incolumità di queste persone non c’è garanzia. Nelle elezioni per il parlamento, dicembre 2005, l’astensione è stata quasi del 90%, nonostante le minacce di ripercussioni sull’astensionismo, i suoi oppositori politici si sono ritirati e la gente non si è presentata al voto, sapeva che con i suoi brogli avrebbe vinto lo stesso. Una cosa però l’abbiamo ottenuta: non potrà dire di aver vinto con l’ottanta per cento! Il mondo saprà la verità, anche se ho letto articoli di elogio da parte di italiani. Hanno titolato: ‘Chavez vince con l’89% delle preferenze…senza aggiungere, però, che si tratta dell’89% del 15% che ha votato.
Parlando con la gente si viene a sapere che el ‘jefe’ ha persino escogitato un sistema che in Venezuela viene definito ‘capta huellas’, riesce,cioè, a verificare chi ha votato contro di lui inserendo la scheda nel capta impronte. La cosa non è impossibile se si considera che tutti i documenti prevedono sempre l’impronta digitale del titolare. Cose di cui, ovviamente, non abbiamo prove. Ma lo stato d’animo dei venezuelani, ripeto, è facilmente verificabile.
Quanti poveracci sono stati eliminati perché contrari? Quanti torturati con metodi che vanno dalle scariche elettriche ai testicoli ai clisteri di acido muriatico nell’ano? Non possiamo saperlo.
Se qualcuno di voi sta per effettuare un viaggio in Venezuela, se riuscite ad entrare in confidenza con la gente domandategli il loro parere e poi abbiate il coraggio di contraddire la falsa pubblicità che si sta facendo in Italia.
Negli occhi dei venezuelani c’è la speranza di un domani migliore.
El señor va in giro con un crocefisso e la foto del grande Simòn. Che belli i sogni del Che, il pensiero di Zapata e la lealtà di Bolivar. I nuovi rivoluzionari è possibile che si basino su dispotismo e orrore?
Nell’inno nazionale venezuelano un verso dice: - abajo cadenas gritaba el señor…- “-togliete le catene- urlava il signore (Simòn)”. La mia gente ora vive schiava di falsi profeti. Domandateglielo!
Qualcuno osa fare addirittura dell’ironia dicendo che anche qui da noi c’è chi ha il dominio sulle tv. Bugie! A Caracas non esiste una ‘Rai tre’ contro una rete 4, o una ‘La7’ libera di pensare, a Caracas o si appoggia el jefe o sparisci. A Caracas non esisterebbe una trasmissione come quella di Celentano e nemmeno la pubblicazione di un libro contro il governo. A Caracas un uomo può decidere tutto.


Un link di 'dilloadalice'

L'America Latina ha avuto nella propria storia soprattutto due grandi (e differenti) eroi. Il primo è Simón Bolívar, El Libertador, eroe di tutte le repubbliche sud Americane, padre del sogno di un unico grande stato latino.
http://www.dilloadalice.it/articolo.aspx?Articolo=144aimi.xml
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